Ecco le foto degli scavi. [ph. di B. Pino]
Amantea. L’antica struttura portata alla luce dall’équipe del professor Gioacchino La Torre
Il soprintendente Cuglietta: «Scoperta di importante valore scientifico»
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di SALVATORE MUOIO
AMANTEA – Una bellissima, imponente e gentilizia villa romana, dalle dimensioni verosimilmente enormi, posta su un terrazzodi impareggiabile bellezza, che un tempo affacciava quasi direttamente sulle cristallineacque delmar Tirreno, immersa nella fitta e lussureggiante macchia mediterranea, tra immensi vigneti di altissima qualità. E’ questo il contesto in cui quasi certamente s’inserisce l’incredibile area termale che il gruppo di studenti dell’uni versità di Messina, guidati dal professor Francesco Gioacchino La Torre, assieme al tenace e indomito archeologo Fabrizio Mollo e al meritorio Gruppo Archeologico Alybas, guidato dall’ingegner Franco Froio, hanno scoperto in queste settimane. Il tutto sotto l’attenta regia della Soprintendenza archeologica regionale. «Un impegno sinergico –ha tenuto a sottolineareil professor La Torre –di grande efficacia che sta portando a risultati straordinari». Perché quello che sta accadendo in località “Principessa”di Campora San Giovanni è forse il passaggio più significativonella letteratura dei ritrovamenti e degli studi che vanno avanti oramai da decenni in questo territorio. L’obiettivo era e resta quello di mettere la parole fine sull’ubicazione dell’antica città mineraria di Temesa di cui parlano Licofrone nella sua Alessandra, Stradone nella sua Geographia e Plinio il Vecchio nella sua Storia Naturalis e che oramai la gran parte degli esperti pensano non possa che essere nell’area che va da Campora San Giovanni, fino a Serra d’Aiello per arrivare al comune di Cleto. Si tratta di un nucleo urbano che fonda le sue radici, con ogni probabilità, nell’era arcaica per arrivare fino all’età romana. Gli scavi, che peraltro stanno per concludersi, come previsto, dopo circa un mese di lavoro, supportati con convinzione dall’amministra zione comunale amanteana, che conta, caso davvero unico in Calabria, di un assessore, Michele Vadacchino, con precisa delega sull’archeologia, riaffermano con sempre maggiore certezza che la città omerica, insisteva proprio in questo territorio. Nella conferenza stampa di ieri mattina, tenutasi proprio nell’areadel sito, gli esperti, nonostante la prudenza, hanno fatto comprendere che gli indizi sono oramai tantie tali cheè difficile confutare la tesi prevalente. «Siamo in presenza – hanno spiegato il professor La Torre e il responsabile territoriale della Soprintendenza, dottor Gregorio Aversa, davanti ai giornalisti e alla presenza dei sindaci di Amantea, Franco Tonnara e di Serra d’Aiello, Antonio Cuglietta – di una straordi
naria villa romana, appartenuta certamente ad un personaggio di alto censo vissuto trail terzo eil secondo secolo A.C. In queste quattro settimane di lavorosiamo riusciti a portare alla luce alcuni vani della zona termale dell’edificio, che considerata la loro grandezza, fanno pensare ad un edificio di notevole superficie ed elevato pregio. Lo dimostrano imosaici ritrovati incastonati da figure ispirate alle divinità e al vicino mar Tirreno. Un insediamento che possiamo ritenere extra urbano, ma è chiaro che l’intera area di cui stiamo parlando (almeno 30.000 mq n.d.c.) può considerarsi di altissimo valore scientifico». Insomma siamo di fronte ad uno scrigno che attende di essere aperto e che merita, a questo punto abbondantemente, l’impegno finanziario di Provincia e Regione per avviare una campagna di scavi senza soluzione di continuità e dai benefici storico-culturali ma anche turistici e quindi economici per l’intera regione, davvero senza precedenti.
da Il Quotidiano della Calabria del 2/7/2010
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