La Corte d'assise di Cosenza ha accolto la richiesta dell'accusa. La prima udienza, a carico di cinque persone accusate di disastro ambientale e di aver cagionato la morte di un pescatore della zona, si celebrerà il 4 luglio
COSENZA - È stata rinviata al prossimo 4 luglio la prima udienza del processo per l' “avvelenamento” della valle dell'Oliva. La decisione è stata comunicata stamani dal presidente della Corte d'assise di Cosenza, Antonia Gallo, al termine di una breve camera di consiglio. La richiesta era stata sollevata dal pm Giovanni Calamita, che per conto della Procura di Paola sostiene l'accusa, per consentire la comunicazione alle parti offese – ed eventualmente permettere loro di valutare la costituzione di parte civile – della decisione adottata dal gup di Paola lo scorso 24 ottobre di rinviare a giudizio tutti gli imputati.
Si tratta, in particolare, dell'imprenditore Cesare Coccimiglio e dei quattro possessori a vario titolo dei terreni all'interno della valle dell'Oliva, dove sarebbero stati sotterrati rifiuti tossico-nocivi. Tutti e cinque accusati dei reati di disastro ambientale, avvelenamento delle acque e di aver trasformato questo angolo di natura incontaminata del Tirreno cosentino in un'enorme discarica in cui rifiuti industriali di vario genere sarebbero stati interrati. Una condotta che, secondo l'accusa, avrebbe anche cagionato la diffusione di tumori nella zona, la morte di un pescatore e le lesioni dell'amico con cui abitualmente si recava a pescare nel fiume Oliva. Soprattutto per quest'ultimo aspetto – accolto oggi dalla Corte d'assise – il pm ha chiesto il rinvio dell'udienza. Una richiesta a cui i legali degli imputati si erano opposti eccependo la tardiva richiesta dell'accusa nel notificare questo atto. Eccezione che, invece, è stata rigettata dalla Corte.
Infine c'è da registrare che nel corso dell'udienza di stamani erano presenti oltre ai legali dei Comuni di Amantea, San Pietro in Amantea e Serra d'Aiello – già ammessi dal gup di Paola quale parte civile –, anche gli altri avvocati che chiederanno di entrare nel novero delle parti lese. Si tratta in particolare, dei legali della Regione Calabria, del ministero dell'Ambiente, del Wwf Italia, di Legambiente Calabria, del Comitato civico “Natale De Grazia” di Amantea, dell'associazione Anpana, e del Vas.
Per la prossima udienza non è escluso inoltre che saranno presenti anche i legali delle presunte vittime e dei familiari dei soggetti deceduti per malattie riconducibili all'avvelenamento dei terreni e delle acque dell'Oliva. Ricordiamo che il processo in Corte d'assise nasce dall'inchiesta portata avanti caparbiamente del procuratore della Repubblica di Paola, Bruno Giordano. Un'inchiesta durante la quale sono stati rinvenuti nel sottosuolo della valle dell'Oliva tra i 90mila e i 140mila metri cubi di rifiuti industriali contaminati da metalli pesanti e da Cesio 137. (0090)
Roberto De Santo su Il Corriere della Calabria
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