SERRA D’AIELLO – Come ogni anno, si è ripetuta, in quello che fu il campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia, la cerimonia in ricordo della Shoa, nel Giorno della Memoria.
Alla celebrazione, patrocinata dalla Fondazione “Museo Internazionale della Memoria” di Ferramonti, hanno partecipato alcune persone nate in questo campo come Eva Rachel Porcilan, che vi ha vissuto il suo primo anno di vita, Joseph Wesel, anche lui nato nel campo, che ha voluto dedicare una preghiera, in lingua ebraica, a chi in questo luogo ha trovato la morte. E poi c’era anche chi è già stato a Ferramonti altre volte. Come Edith Fischof Gilboa, che ha vissuto da prigioniera nel campo.
Le celebrazioni hanno avuto inizio con la deposizione di una corona d’alloro all’ingresso del campo. Presenti il Prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro, il vicepresidente della provincia di Cosenza, autorità militari e diversi sindaci della provincia.
Nel corso della cerimonia, sono stati ricordati anche i militari italiani deportati e internati nei lager nazisti all’indomani dell’ 8 settembre e ai familiari di cinque di loro è stata consegnata la Medaglia d’Onore. Sulle note di John Williams il Prefetto Cannizzaro ha consegnato cinque medaglie ai familiari di: Nicola Simurro, Ersilio Magurno, Vincenzo Maiolino, Mario Cirone, e Luca Longo.
Proprio qualche mese fa, come si ricorderà, le Spoglie del sergente di Serra D’Aiello, grazie all’impegno della nipote Alessandra Ianni che ne aveva rintracciato il luogo di sepoltura nel cimitero di Amburgo, erano potute rientrare in Patria, dopo 68 anni, ed ora riposano nel suo paese di origine. L’artigliere Longo era deceduto a soli 29 anni, nel dicembre del ’43, in un campo di concentramento tedesco, dove trascorse gli ultimi giorni della sua giovane vita. Tantissima l’emozione al momento della consegna della medaglia, coniata in bronzo dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, che sul dritto reca l’iscrizione: “Medaglia d’Onore ai cittadini italiani e deportati nei lager nazisti 1943-1945” e sul rovescio un filo spinato spezzato all’interno del quale è inciso il nominativo dell’insignito.
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