AIELLO CALABRO - A distanza di più di 20 anni, da quel 18 novembre ‘89, non c'è una verità certa. Ancora oggi, la morte di Denis Bergamini, centrocampista del Cosenza, avvenuta sulla 106 Jonica, nei pressi di Roseto Capo Spulico (Cs), è avvolta dal mistero. Tanti gli interrogativi che pesano su quella morte, che per l'inchiesta archiviata all'epoca, fu dovuta a suicidio.
Dopo 20 anni, la richiesta di verità, da parte dei familiari e dei tifosi rossoblù, si rinnova. Una domanda ribadita da tutti gli intervenuti al dibattito di ieri sera voluto dal gruppo locale degli Ultras Cosenza "Ajello 1997" e patrocinato dalla locale amministrazione comunale, a cui è stata ospite anche la sorella di Denis, Donata Bergamini.
Chi ha preso la parola, da Sergio Crocco, a Iole Perito, dall'assessore Eleonora Pucci, a padre Fedele, a Serafino Caruso, da Alessandro Russo, a Gabriele Carchidi, alla stessa Donata Bergamini, ha espresso la determinazione ad andare sino in fondo, per far riaprire l'inchiesta e fare finalmente luce su questa brutta storia. "Una speranza di verità - ha detto l'assessore Pucci - che si deve riaccendere anche da questa piazza". Che dovrà venire fuori dalla riapertura dell'inchiesta. "Sarò il primo a testimoniare - ha annunciato Padre Fedele -. Ci impegneremo sino in fondo. Padre Fedele dirà cose scottanti".
Ripercorse per flashback, da Alessandro Russo, le tappe di quel 1989. La vittoria del campionato dei Lupi, la giornata del lutto, la partita, una delle più tristi della storia dei Lupi, tra Cosenza e Messina della domenica dopo la fine tragica di Bergamini. Ha parlato, Russo, di luci ed ombre, di emozioni. Della rinata attenzione verso questo caso. "Ventuno anni dopo - ha detto - è il momento. Abbiamo tutti gli elementi, la forza, ed anche le credenziali legali, di comunicazione, ed anche di attenzione, perché chi gestisce la giustizia italiana possa riaprire il caso".
Si è parlato durante la serata senza mezzi termini di "poteri forti" che ostacolerebbero il raggiungimento della verità sul caso Bergamini, e si è chiesto "per combattere i poteri forti" l'impegno, l'aiuto della politica per far riaprire il caso alla Procura di Castrovillari. Magari con l'adozione di un ordine del giorno dei Consigli comunali. A cominciare dal Comune di Cosenza.
In chiusura, l'intervento atteso di Donata Bergamini. Emozionata, ha ringraziato per la serata di sensibilizzazione sulla morte del fratello. "Oggi non sono più sola. Questo mi dà la forza di andare avanti. Non mi fermerò per nessun motivo finché non verrà fuori tutta la verità".
Nel corso della iniziativa che è servita pure a raccogliere fondi per la riapertura delle indagini, c'è stata poi la proiezione di un video curato dall'associazione "Verità per Denis"; ed una piccola mostra, a cura dell'associazione Memoriae Oblitae, di foto, disegni, opere grafiche su Denis Bergamini e sulle iniziative portate avanti da dicembre - dal Bergamini day - ad oggi.
Un momento di "tifo per la verità", a cui è seguita la festa della birra, e musica live dei "Progetto Mater".
0 commenti.
Per inserire un commento è necessario accedere al sito.