Fonte Il Quotidiano della Calabria del 7 dicembre ’08, pag. 36 (di Paolo Orofino)
AIELLO CALABRO – «Se Claudio è morto, allora vuol dire che in Paradiso c'era bisogno di un nuovo angelo». Lo dice all'uscita della chiesa un amico di Claudio Bruni Bossio. Ad Aiello è stata celebrata una Santa messa in occasione del trigesimo della scomparsa del diciannovenne, morto in un incidente stradale il 5 novembre scorso. Stava rientrando dal lavoro a bordo della sua automobile e quando si trovava a un chilometro da casa il veicolo è sbandato andando a sbattere contro l’inizio di un guardrail. L'impatto fra la parte laterale dell'auto e la barriera metallica non ha lasciato scampo a Claudio. Ad un mese di distanza dal tragico evento familiari, parenti e amici partecipando alla funzione religiosa, hanno voluto testimoniare l'affetto e l'attaccamento al giovane a cui il destino ha voltato le spalle. Claudio era davvero ben voluto da tutti, per la sua disponibilità e la sua semplicità. Appena maggiorenne aveva già trovato lavoro, per se e per aiutare i genitori a mandare avanti la famiglia, in questa terra di Calabria, arida di occasioni. Morire al rientro di una discoteca guidando a tutta velocità, magari in stato di ebbrezza e morire a 19 anni in un incidente dopo una giornata di duro lavoro, non è la stessa cosa. Il vuoto che ha lasciato è incolmabile. A lato di quella strada un fiore e per sempre un terribile rimpianto.
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