È morto proprio in piena campagna elettorale, lui che di campagne elettorali ne ha fatte tante e che ha raccontato in diversi libri. Come quella indimenticabile di sessanta anni fa delle Politiche del 18 aprile 1948 in cui la DC vinse per 12 milioni di voti contro gli 8 del Fronte Popolare. In quel periodo, Peppe assieme a Nando Aloisio e agli altri compagni della sezione del PCI di Aiello Calabro (Cs), dove undicenne, nel 1932, si era trasferito con la famiglia da Lazzàro (Rc), erano impegnati in una fervente attività politica e sociale per l’affermazione degli ideali del Partito comunista al quale aveva aderito nel 1943.
Per il compagno Peppe l’amore per il comunismo è stato, come per Nando Aloisio, “una questione di vita”. Come questione di vita è stata pure la “voglia di scrivere” che gli era venuta “più intensamente del solito” dopo il pensionamento dal Genio Civile per il quale aveva lavorato. Poi quel “desiderio è divenuto brama – racconta in “Frammenti di storia e ricordi”, ultimo libro pubblicato nel 2006 da Pellegrini – e mi spinge sempre a prendere carta e penna segnando in appunti gli avvenimenti cosparsi del lungo peregrinare della vita”. “Certo, ciò ch’è più di peso e di più importante in tutte le vicende, è la scelta ideale che ho fatto – racconta Verduci – quando ho optato per il Comunismo, impegnandomi profondamente in una lotta impari per la costruzione di una Società che voleva essere quella delle gente umile, della fratellanza e della giustizia sociale”.
Oltre a comunista e scrittore, Peppe è stato anche un apprezzato poeta. “Un letterato dei nostri tempi” come lo ha definito l’editore Luigi Pellegrini che ha pubblicato diverse sue opere. Un poeta autentico, per Pellegrini, “dotato di profonda forza espressiva e di luminosa fantasia”. Molti delle poesie le aveva dedicate alla moglie Peppinella che lo aveva lasciato qualche anno fa; tante altre pue per la sua Aiello che amava moltissimo.
Di recente, per la sua attività letteraria, aveva ricevuto una “recensione” di Fausto Bertinotti che gli aveva rivolto parole di sincera stima e apprezzamento intellettuale. «Caro compagno Peppe Verduci – gli aveva scritto Bertinotti -, ho ricevuto la tua gradita lettera e i tre volumi da te mirabilmente scritti, che testimoniano a tutti noi il tuo profondo legame con la comunità di donne e uomini del territorio della tua terra. La tua passione, la tua abnegazione, la tua vicinanza al fianco dei più deboli, dei più umili ti rendono un testimone eccezionale del lungo cammino dell'intero popolo italiano per la conquista della giustizia e dell'uguaglianza”.
La cerimonia funebre si terrà mercoledì 9 aprile alle 16.30 nella Chiesa di Santa Maria Maggiore in Aiello Calabro. Verduci sarà poi tumulato nel locale cimitero dove riposerà vicino alla moglie Peppinella.
Nota biografica. Peppe Verduci nasce a Lazzaro (Rc) il 22 maggio del 1921. Si trasferisce ad Aiello Calabro (Cs) nel 1932 con la numerosa famiglia. Nel 1940 è a Bologna per svolgere il servizio militare, ed è proprio nel capoluogo emiliano, frequentando la famiglia Dozza, che trova occasione per avvicinarsi agli ideali del Comunismo, che lo hanno accompagnato per tutta la vita.
Ancora giovane, dopo aver appreso il mestiere di falegname, apre una bottega. Nel 1943, assieme ad altri giovani, costituisce, ad Aiello, la prima sezione del Partito Comunista Italiano, di cui egli diviene dirigente, svolgendo una intensa attività politica. In seguito, farà parte Comitato Federale, e terrà comizi e riunioni di sezione nei disparati paesi della provincia di Cosenza. Poi, dopo la nomina a “costruttore di Zona” nell'alto Ionio con sede a Trebisacce, sarà chiamato per essere eletto sindaco di Lungro e, dopo due legislature, tornato a Cosenza, assumerà la carica della presidenza della Lega delle Cooperative. È stato pure membro della Camera Confederale del Lavoro e dell'Alleanza dei Contadini. Sciolto il P.C.I., è rimasto comunista, militando nel partito di Rifondazione, e ricoprendo la carica di presidente dei probiviri nel circolo "Fausto Gullo" di Cosenza.
Ha pubblicato, nel 1999, il libro "Memorie di Lotta – Aiello Calabro 1943 - 1970" (edito dall’Icsaic), in cui raccoglie le esperienze della sua militanza comunista e dove mette a fuoco le problematiche di una comunità che lo ha visto crescere e maturare, insieme ad una generazione di giovani dediti alla costruzione di una società improntata ai veri valori di una democrazia fattiva e concreta e non solo formale. Il libro – per il successo ottenuto – è stato poi rieditato da Pellegrini nel 2002. Sempre con la Casa Editrice Pellegrini, ha pubblicato nel 2003 “Poesie”; e nel 2004 “Aiello Calabro – Appunti sparsi”, Sono invece del 2005 “Stralci letterari” e “I miei dieci anni a Lungro”. Del 2006, invece, l’ultima fatica letteraria “Frammenti di storie e ricordi” (Pellegrini), in cui Verduci raccoglie memorie e particolari avvenimenti che riguardano la storia politica e sociale di Aiello Calabro nell’immediato secondo dopoguerra.
Il Poeta Comunista
(poesia di Mario Pucci)
Pieno d’amore è il cuore con cui parli,
Eterna la tua fede in quel che credi,
Più di ogni altra cosa è vero il sogno,
Proletario, che all’alba sopravvive,
Estinguerlo non può nessuna fiamma.
Viandante sei di pace, di giustizia,
E porgi le tue mani da gigante
Rasserenando il volto di chi trema,
Dinanzi a chi lo sfrutta e lo disprezza.
Uniti vinceremo!... gridi ancora
Cantando a squarciagola, evviva… evviva
Il comunismo della libertà.
Mario Pucci