Archeologia. Confermato il ritrovamento dei reperti rinvenuti a Timpa delle Vigne
Fonte Il Quotidiano della Calabria del 3.12.08, pag. 58 (di Raffaele Spada)
RISULTANO confermati, anche se parzialmente, i ritrovamenti di alcuni reperti archeologici, rinvenuti in località Timpa delle Vigne, nei pressi del torrente Sciabica e del fiume Grande di Nocera Terinese, come anticipato dal Quotidiano, nel corso dei lavori di ammodernamento del macrolotto 4b sulla A3 Salerno-Reggio Calabria, presso lo svincolo di Falerna, da parte della ditta Pizzarotti di Parma, coadiuvata dalla Cossi Costruzioni, specializzata nella costruzione di gallerie, e da Sogelma nei lavori di bonifica dei siti con materiale bellico.
Dalla Soprintendenza ai beni archeologici della Calabria, sede di Reggio Calabria, purtroppo, c'è solo ancora un muro impenetrabile di silenzio intorno ai ritrovamenti di alcuni reperti archeologici e dello scheletro senza il cranio, rinvenuti in una delle aree di grande interesse archeologico, che coinvolge due province quella di Catanzaro e quella di Cosenza, entrambe limitrofe con i comuni Nocera Terinese, Falerna, Cleto, Aiello Calabro ed Amantea, da sempre teatro di numerosi ritrovamenti, poi dirottati nei musei regionali. Sono tante le domande senza risposta rispetto allo scheletro che sarebbe stato portato a Reggio Calabria, mentre altri sostengono che si trovi ancora presso la dire-zione dei lavori a Nocera Torinese, ed alcuni si domandano perché non devono essere custodi presso la Caserma dei Carabinieri o il Municipio di Nocera?
Interpellando la ditta, aggiudicataria dei lavori del macrolotto di ammodernamento della A3 Altilia-Falerna, la società per azioni Pizzarotti di Parma si è avuta una parziale conferma a quanto sta circolando da diversi giorni nella cittadina tirrenica.
Si tratterebbe, infatti, di una tomba con dentro uno scheletro, senza testa, un grosso medaglione e altre suppellettili storici, come anche confermato da uno degli alti dirigenti, ingegnere Luca Bondanelli della società Pizzarotti di Parma, il quale non ha voluto aggiungere altro e per ogni possibile valutazione di merito sul valore dei reperti acquisiti ed alle eventuali congetture su possibili provenienze e sulle possibili implicazioni rispetto alle localizzazioni di antichissime città magnogreche come Terina, in primo luogo, Temesa e Nucria, ha rinviato alle autorità del cantiere ed ai rappresentanti della Soprintendenza ai beni archeologici della Calabria. In particolare al direttore Roberto Spadea della Soprintendenza archeologica dell'area lametina e alla ditta Onmiarc con la dottoressa Stefania Mancuso, ai quali sarebbe stato affidato il servizio archeologico.
Ad ogni modo al silenzio delle autorità competenti corrisponde un diffuso clamore tra i cittadini, non solo di Nocera Terinese, ma anche delle località limitrofe, proprio perché i lavori si intrecciano in un punto particolare della zona lamettina, a cavallo tra le due province di Catanzaro e di Cosenza, per 18.5 km di tratto autostradale, dal km 286, all'altezza dello svincolo di Altilia, in provincia di Cosenza, al km 304.200, presso lo svincolo di Falerna, in provincia di Catanzaro.
Per quanto riguarda i reperti ha suscitato curiosità tra gli appassionati di archeologia la presenza di uno scheletro senza teschio, ed alcuni si sono domandati il perché di questa circostanza, che non si tratti di un guerriero decapitato per punizione e cosa potrebbe essere quel grosso medaglione.
In conclusione la preoccupazione di tanti cittadini del lamentino è che ancora una volta si debba registrare, come è accaduto altre volte a seguito di importanti ritrovamenti, una sorta di silenzio sui beni archeologici e culturali, quasi una tendenza a farli cadere nell'oblio generale, dimenticando che il sottosuolo calabrese potrebbe rappresentare una risorsa notevole ed una possibilità di sviluppo, mentre le campagne di scavi sono spesso affidate ad associazioni di volenterosi ed appassionati.
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