Località Foresta (Serra d'Aiello). Presentata relazione della Procura della Repubblica di Paola. Radiazioni e Cesio 137 sotto controllo
Il sito di località “Foresta” presenta valori di alcune sostanze tossiche che superano i livelli di concentrazione. E’ questo il responso delle indagini condotte dalla Procura di Paola. Il dr Francesco Greco della Procura della Repubblica di Paola ha rimesso a S.E. il Prefetto di Cosenza, al Commissario per l’emergenza ambientale della Regione Calabria, all’assessore regionale all’ambiente, all’assessore regionale alla sanità, all’assessore provinciale all’ambiente, al direttore generale dell’ASP, ed al sindaco del comune di Serra di Aiello i risultati della relazione presentata dal dr Onelio Morselli.
Il merceologo e tossicologo bolognese, esperto in scienze forensi, già direttore per il nord Italia delle sezioni analisi sostanze stupefacenti dei laboratori chimici della dogana, è stato, a suo tempo, incaricato di dare risposta ai quesiti proposti dall’ufficio della Procura di Paola. I quesiti erano relativi alle analisi radiometriche degli isotopi naturali ed artificiali individuali ed in particolare del cesio 137 ed eventuali altri radionuclidi artificiali e/o naturali. In particolare si voleva sapere se gli stessi potevano essere derivati dagli esperimenti nucleari od altri fatti nucleari come Chernobyl o ad illeciti smaltimenti di materiali nucleari in sito. L’altro quesito era relativo all’eventuale presenza di metalli pesanti e PCB.
Ricerche Foresta. Il procuratore dr Francesco Greco ha in sostanza evidenziato che dalla relazione emerge la contaminazione del sito di Località Foresta del comune di Serra di Aiello ed in particolare il superamento dei valori di concentrazione per il Berillio, il Cadmio, lo stagno, il cobalto ed il rame. In relazione a quanto emerso il sig Procuratore ha opportunamente interessato della problematica il Centro Nazionale per la Prevenzione ed il controllo delle malattie (CCM) , un organismo di coordinamento tra Ministero della Salute e regioni per le attività di sorveglianza e prevenzione. Per fortuna, sembra che i valori di PCB totali siano inferiori al limite di 0,006 mg/kg previsto dal Codice ambientale recentemente condensato nel dlgs 152/2006. Più complessa la situazione del cesio 137. I tecnici dell’Arpacal hanno dichiarato che “Le rilevazioni strumentali hanno consentito di accertare che il sito ispezionato, sottoposto ad analisi radiometrica campale, non presenta emissioni di radiazioni ionizzanti tali da apportare variazioni rispetto ai livelli del fondo naturale di radiazione dei luoghi, quindi non hanno messo in evidenza contaminazione radioattiva sia dell’area superficiale del sito che della superficie interna ad ogni scavo effettuato e su tutto il materiale estratto”.
Infatti, i tecnici dell’Arpacal di Cosenza del settore fisico ambientale, insieme a personale dei Vigili del Fuoco di Cosenza, a personale del Dipartimento di Prevenzione di Paola ed a personale della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia e della stessa procura di Paola, avevano sin dal settembre scorso provveduto ad effettuare una serie di prelievi di materiale per tutta l’area del Fiume Oliva, in località Foresta ed in Agro di Serra di Aiello, provvedendo con appositi mezzi tecnici forniti dai Vigili del Fuoco di Cosenza ad appositi scavi anche a profondità rilevanti. I campioni infatti sono stati rilevati alcuni a profondità da 3 a 5 metri ed altri a profondità di 10 metri. Sembra potersi avviare a definizione la problematica dell’inquinamento del fiume Oliva e della sua bonifica del quale si erano occupati i sindaci dei comuni di Serra di Aiello, San Pietro in Amantea ed Amantea, oltre che lo stesso assessore regionale all’ambiente Diego Tommasi che si era impegnato al finanziamento dell’intervento di bonifica, impegno poi regolarmente mantenuto. Le indagini fatte effettuare dalla Procura di Paola avevano accertato la presenza di inquinanti in vari pozzi dei quali era stata poi disposta la chiusura.
Ora le preoccupazioni sembrano essere in parte confermate per quanto attiene ai metalli pesanti, in parte smentite per quanto ai PCB ed al cesio 137. Ed in verità, poiché le analisi sono state effettuate tutte nell’area soprastante una grande briglia trasversale che ha creato un effetto diga, può ritenersi che il materiale litoide vi si sia depositato man mano e naturalmente per effetto delle piene del fiume. Ovviamente non può nemmeno escludersi che vi possa essere anche materiale abusivamente sversato nell’area, ed in particolare di granulato di marmo. E’ da ritenere che i dati rilevati sia in località Foresta che lungo gran parte dell’alveo fluviale, eventualmente integrati da altre indagini, possano diventare elementi tecnici indispensabili per la valutazione dell’eventuale incidenza di malattie sulla popolazione gravitante. Proprio per questa ragione il Procuratore ha anche disposto la partecipazione della relazione ai sindaci di Amantea e San Pietro in Amantea. Ora i sindaci potranno incontrarsi ed attendere a quanto di loro competenza.
Fonte: "La Provincia Cosentina" del 04/04/08 di Andrea Marchese
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