LAGO – Sei stata accusata di essere il padre di tuo figlio. Queste parole, lette tanti e tanti anni fa su alcuni manifesti religiosi, sono rimaste a lungo difficili da comprendere. Una donna, il padre di suo figlio! Poi è bastato documentarsi sulla storia di Santa Marina, patrona di Terrati, una frazione di Lago.
«Si racconta – riportiamo dal libro di Marina Minghelli “Santa Marina la travestita”, edito da Sellerio – di una giovane donna che per seguire il padre desideroso di vivere in un convento senza separarsi da lei, prese abiti maschili e cambiò il suo nome in Marino. Sebbene il padre ben presto morisse Marina continuò a vivere al convento conservando il suo segreto. Molto amato e portato ad esempio per la sua condotta esemplare, Marino si recava spesso al mercato del vicino villaggio per le spese necessarie al convento e qui passava la notte nella locanda del paese per poi riprendere la strada del ritorno l’indomani con il suo carretto. Un bel giorno la figlia del locandiere, rimasta incinta, accusò il giovane monaco di averle fatto violenza. Marina non si difese e fu inesorabilmente scacciata. Ma non se ne andò, rimase a vivere ai piedi del convento in una grotta dove le fu affidato, per allevarlo, il bimbo frutto della sua colpa».
L’epilogo della sofferenza e dell’ingiustizia vissuta da questa donna si ha quando Marino-Marina muore. I confratelli che nel frattempo avevano riammesso il frate al convento commossi per la sua grande abnegazione nel crescere quel figlio a lei affidato fra tante difficoltà, scoprirono la sua vera identità. Il suo vero sesso. Da quel momento divenne santa.
Sullo sfondo di questa bella storia, il 17 di luglio di ogni anno, scivolano via, a mezza estate, i festeggiamenti in suo onore.
Le sue reliquie pare siano state spostate dal monastero (forse ubicato in Libano) in cui era morta, prima a Cipro e poi a Costantinopoli. Da qui un mercante veneziano le avrebbe acquistate e portate a Venezia.
Come raccontano le mamme e le nonne di una volta, S. Marina era colei che assicurava la produzione del latte materno alle puerpere. E a lei si rivolgeva chi non avesse avuto latte a sufficienza per allattare i propri figli.
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