Il commento
di Antonio Simone
Nuovo Piano Regolatore Generale e vecchi problemi di mancato sviluppo urbano.
Governare la cosa pubblica è una cosa seria e spesso difficile, sicché non è serio improvvisarsi amministratore o politico di turno poiché, si rischia di mandare tutto a carte quarantotto e tracciare un solco pericoloso di sfiducia tra governanti e governati.
Non bastano solo buone intenzioni e semplici illusioni, così come non sono sufficienti scelte e decisioni di circostanza. Scelte e decisioni spesso dettate dalla sola necessità propagandistica, magari a ridosso di scadenze elettorali, per un sano governo del territorio e per un suo sviluppo regolato e ragionato.
A più di un anno dall'approvazione del nuovo Piano Regolatore Generale (oggi più propriamente: Piano Strutturale Comunale) di Aiello Calabro, il bilancio è magro se non addirittura fallimentare circa la sua incidenza sui processi di miglioramento della qualità urbana e territoriale.
Tale nuovo strumento di pianificazione: giustamente voluto dalla precedente amministrazione comunale: ad oggi non ha prodotto alcun effetto sulle dinamiche di qualificazione urbana ed edificatoria; si sta rivelando purtroppo innocuo e, quindi, non adeguato specie alle esigenze locali e collettive di nuova disponibilità abitativa.
Sicché, è verosimile circostanziare il fatto che il suo impianto progettuale non appare, compatibile con la realtà territoriale, che le sue previsioni di sviluppo, di indirizzo e di dimensionamento si stanno rivelando inopinabilmente errate e fuori luogo.
Stando così le cose, tale strumento di disciplina e di programmazione delle dinamiche urbane, più che volano, rischia di diventare elemento di impedimento e di negazione della crescita civile e sociale del territorio a discapito della collettività ed in particolar modo delle giovani generazioni.
Sarebbe un ennesimo grave errore politico ed amministrativo se, nel tempo, la revisione del P.R.G. non producesse i suoi frutti, se non agevolasse e stimolasse tutte una serie di iniziative capaci di produrre benessere ambientale ed economico.
Le capacità e lo spessore politico di una classe dirigente si misura anche con queste cose e con queste scelte.
Non si governa con soli proclami fini a se stessi. Si governa, invece, avendo le idee chiare, nell'interesse generale della collettività.
E come tanti altri esempi il PRG, ad un anno dalla sua applicazione, rischia di essere la cartina al tornasole di una gestione amministrativa precaria, occasionale e priva di una qualificante idea di città..
Non si costruisce il futuro di Aiello con il solo governo della quotidianità e dell'ordinaria amministrazione, cosi come non bastano una moltitudine di cantieri aperti di opere pubbliche non inquadrati in una visione organica delle cose e contestualizzati in un progetto di recupero urbano organico e ben definito negli obiettivi.
Appare evidente che sul piano politico, Aiello necessita di una svolta radicale nella cultura di governo del territorio; che necessita di una nuova classe politica se si vuole far uscire il paese dallo stagno della precarietà, dell'emarginazione e dell'arretratezza urbana.
Una classe politica ed amministrativa entusiasta di governare e, non rassegnata a governare magari con il responso favorevole della collettività.
Aiello Calabro li 04/04/07
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