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Il Caso Roswell

CHI CI CREDE agli Ufo? Chi li ha visti veramente, eccetto che in qualche fortunata serie televisive come X-files, o nei migliori film di fantascienza? Segnalazioni di oggetti volanti non identificati, casi di incontri ravvicinati, o addirittura di abduction come si chiamano in gergo i rapimenti da parte degli alieni, se ne sono registrati a migliaia in sessanta anni di ufologia, nata all’indomani del cosiddetto incidente di Roswell. Una cittadina del New Mexico negli States, diventata meta culto per gli appassionati di extraterrestri e dove agli inizi di luglio si è tenuto addirittura un Festival con tanto di concerti, tour guidati e convegni per gli ufologi di tutto il mondo.

Ma anche l’Italia, in fatto di visite aliene non è certo da meno. Da quanto ha sostenuto il CISU (Centro Italiani Studi Ufologici), durante il convegno internazionale di Saint Vincent nel giugno di quest’anno, i casi di oggetti volanti non identificati sono stati all’incirca 19 mila. La Storia degli extraterrestri nasce agli inizi dell’estate del 1947. Dalle parti di Roswell c’erano stati strani avvistamenti. Oggetti a forma discoidale e luminosi. Alcuni rottami di uno di questi oggetti, precipitato il 2 luglio nel Foster Ranch di Corona, circa 120 Km a nord-ovest di Roswell, vengono ritrovati dal proprietario del ranch, McBrazel che subito avverte lo sceriffo George Wilcox. La notizia, dopo un sopralluogo dei responsabili della vicina base militare, arriva alla stampa e fa presto il giro del mondo. Ma l’FBI si affretta a smentire, sostenendo che a cadere a poca distanza da Roswell era stato semplicemente un pallone sonda. Intanto però si fanno insistenti le voci, i sospetti e le denunce degli abitanti di Roswell che avevano notato attività insolite dell'Aeronautica e dell'FBI, come supposti trasporti di relitti e corpi non umani. Si disse che era stata ritrovata l’astronave e pure alcuni corpi extraterrestri sui quali sarebbero state eseguite delle autopsie. In seguito si ipotizzò pure che quanto esaminato fosse custodito gelosamente nella fantomatica ed impenetrabile Area 51 nel Nevada, luogo misterioso che per i sostenitori delle teorie del complotto sugli Ufo sarebbe la base sotterranea dove i militari avrebbero effettuato nel tempo esperimenti su extraterrestri.

Tutta la vicenda, comunque, fu coperta dal Governo Usa dal più stretto riserbo. In questa fase un ruolo fondamentale lo ha una presunta commissione che si chiama Majestic-12, una organizzazione segreta di scienziati, militari, e dirigenti governativi di alto livello, costituita nel 1947 per ordine del presidente degli Stati Uniti Truman, che avrebbe avuto, come scopo principale, quello di studiare l'attività degli Ufo e nel contempo insabbiare le relative informazioni.

Dopo Roswell, per tanti anni, la questione viene quasi dimenticata. Ma nel 1980, due ufologi americani, Stanton Friedman e William Moore riportano l’attenzione dei media sull’incidente di Roswell con la pubblicazione di un libro. Poi anche altri si interessano al caso, sino ad arrivare al 1994 anno in cui, conseguentemente ad una inchiesta parlamentare, l'Aeronautica militare apre una indagine. L’inchiesta stabilisce che l’incidente di Roswell era connesso al progetto Mogul dell’Aeronautica e della New York University che attraverso il cosiddetto balloon group, realizzarono dei palloni spia per percepire da una altezza di 14 mila metri (una altitudine dove era presente un canale acustico particolare), eventuali test atomici della Russia, durante il periodo della guerra fredda. Una ipotesi fornita da fonti ufficiali che anche per il nostro Cicap (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) è abbastanza plausibile, anche se, fanno notare, «non esiste alcun documento ufficiale che dimostri un legame tra il Progetto Mogul e il caso Roswell».

Una “documentazione” che supporta invece la tesi dell’esistenza aliena, è il famigerato video dell’autopsia su un alieno, diffusa ad inizio anni ’90 dal produttore londinese, Ray Santilli che aveva avuto il filmato da un cameraman americano, trasmesso in Italia nel 1994 dal programma Rai “Misteri”. Sebbene seducente, per molti il filmato è però un clamoroso falso.

La questione sull’esistenza o meno di altre forme di vita nell’universo è chiaramente aperta e anche molto affascinante. Tanti i punti di vista.

Abbiamo raccolto sull’argomento una testimonianza di Paolo D’Angelo, giornalista aerospaziale e segretario nazionale della Italian Space Society, un appassionato astrofilo che spesso organizza incontri per le scuole con scienziati del calibro, per esempio, dell’astronauta Umberto Guidoni, già membro in passato dell’equipaggio dello Space Shuttle. «Non credo agli Ufo – ci ha detto - perché non “rispettano” le leggi della fisica universale. E poi faccio un semplice ragionamento: l'Uomo è sbarcato sulla Luna ed ha mandato dei robot su Marte. Esseri umani sono stati sulla Luna per giorni ed erano lì per esplorare e conoscere nuovi mondi. Altrettanto - spiega D’Angelo - hanno fatto i robot Pathfinder, Opportunity e Spirit sul suolo marziano. E sono ancora lì. Se andassimo in questo momento sulla Luna troveremmo le tracce del nostro passaggio e così su Marte. La mia domanda è: perché questi esseri arrivano sino a noi da chissà dove e poi fanno delle brevi apparizioni visti spesso soltanto da poche persone? Se arrivano sin qui per esplorare il pianeta Terra perché non scendono tra noi in maniera evidente, lapalissiana? Crederò agli UFO solo quando ne vedrò uno atterrare nel bel mezzo di uno stadio gremito da spettatori e per di più in diretta televisiva. Diverso è il mio pensiero sulla vita nell'Universo. Io credo – aggiunge - che esistano altre forme di vita oltre a quelle conosciute su questa Terra. Forse anche su Marte stesso. Ma non necessariamente devono avere le antennine e viaggiare su dischi volanti alla velocità della luce».

Bruno Pino
13/07/2007
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