L'attenzione mediatica registrata dopo la scoperta di una nave affondata al largo di Cetraro, con ogni probabilità la "Cunski", carica di scorie radioattive, non deve far passare in secondo piano quella che rimane a tutt'oggi l'emergenza prioritaria per le popolazioni del basso tirreno cosentino, vale a dire la presenza di rifiuti tossici nell'area della Valle del Fiume Oliva, dove è stata accertato un livello di radioattività superiore alla norma, unitamente alla presenza di rifiuti industriali (metalli pesanti, polvere di marmo e altre sostanze altamente tossiche).
E a proposito, fu proprio il WWF di Amantea, con una lettera inviata il 13 agosto del 1999 ai sindaci dei comuni interessati e al genio Civile di Cosenza, a sollevare il problema delle discariche lungo il Fiume Oliva, ipotizzando già da allora la possibile presenza di rifiuti diversi dai soliti RSU e auspicando interventi appropriati. E proprio qui, nel 2001 il WWF fu testimone di un fatto sconcertante: un camion proveniente da Caserta sbandò proprio in vicinanza della discarica e si ribaltò. Dal camion fuoriuscirono sacchi e liquidi tossici e la zona venne subito perimetrata per impedire a cittadini e passanti di attraversarla. Non si seppe mai cosa contenevano quei sacchi, nonostante le denunce.
A distanza di tanto tempo, le indagini dell'Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Calabria) hanno confermato, oltre ad altre sostanze, la presenza in zona di Cesio 137. Sul sito del WWF www.wwf.it da giorni è stata lanciata una Petizione al Presidente del Consiglio per chiedere di approfondire le ricerche su quest'area e soprattutto per avviare al più presto le operazioni di bonifica.
Ciò - sia chiaro - non significa voler minimamente sottovalutare la drammatica e inquietante vicenda delle "navi a perdere" affondate nei mari calabresi (e non solo), bensì richiamare ancora una volta e a gran voce, così come fanno i Sindaci e i Comitati locali (primo fra tutti quello intitolato all'indimenticato Capitano Natale De Grazia), l'assoluta e urgente necessità di procedere alla bonifica radicale dei siti inquinati, l'unico modo per ridare serenità e speranza alla gente del luogo. Alle iniziative intraprese dalla Regione e in particolare dall'Assessore all'Ambiente Silvio Greco tendenti ad ottenere il necessario coinvolgimento nazionale e internazionale per le difficili operazioni di recupero e analisi del carico della nave affondata, occorre affiancare una più decisa volontà politica a tutti i livelli per giungere in tempi rapidi alla rimozione definitiva delle fonti inquinanti seppellite lungo il corso del Fiume Oliva, che continuano a rappresentare un rischio reale per i residenti, costretti ad una pericolosa esposizione cronica al materiale inquinante.
In questo allucinante contesto che, dal sito di Lazzaro (RC) alle scorie di Crotone, dallo Ionio al Tirreno, vede la Calabria come la regione delle discariche di rifiuti tossici più o meno occulte, preoccupa la latitanza del governo che si è limitato sino ad ora a inviare la nave oceanografica "Astrea", che ha effettuato dei prelievi sulla fauna ittica , senz'altro utili per tranquillizzare i consumatori, ma che risulta del tutto inadatta a prelevare e caratterizzare il materiale contenuto nei fusti a 500 metri di profondità.
Il wwf da parte sua ha rilasciato nomina a difensore all'avv. Fabio Spinelli per intervenire nelle inchieste condotte dalla procura della repubblica di Paola (CS) aventi ad oggetto traffici illeciti di rifiuti ed affondamento doloso di navi. Per il resto, la bonifica delle aree contaminate a terra, proprio per il pericolo che grava sui cittadini del luogo, deve diventare l'obiettivo prioritario ed immediato di tutte le istituzioni, perché quella del Fiume Oliva non continui ad essere la " valle dei veleni".
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