Quando il Presidente francese ebbe a dire: "O tutti insieme facciamo l'Europa oppure ugnuno morirà dalla propria parte", sembrava riecheggiare il proverbiale grido garibaldino del 15 maggio 1860 a Calatafimi rivolto a Nino Bixio: " Quì si fa l'Italia o si muore ". Quando un'opera viene iniziata bisogna portarla a termine altrimenti produce effetti peggiori dei mali che si proponeva di evitare.
Il discorso è complicato, come lo è un pò tutto nell'economia e nella finanza, ed il cittadino medio sente parlare di crisi e di sciagure ma non si rende conto di cosa stia per succedere, visto che tutti i giorni si continuano a fare le stesse cose: ci si prende il solito caffè, si fa la solita spesa, gli amici chiacchierano sempre sorridenti e si continua come al solito a scherzare volentieri. Si parla di debito pubblico e di spreed, ma nessuno ha mai visto l'ombra di questa ignota araba fenice. Si sa che c'è ma non si sa cosa è. Ma cosa sucederebbe se una mattina, alzandoci dal letto, trovassimo i bancomat vuoti e le banche chiuse o senza il becco di un quattrino?. Sarebbe un bel guaio. I giornali quando parlano di default o di sbriciolamento dell'euro intendono dire proprio questo. Non c'è nessun allarme. Non succederà nulla. Ma se non si cambia rotta la strada è già tracciata.
Tutti gli stati al mondo hanno la loro Banca Centrale che regola l'afflusso di moneta circolante. Quando il denaro circolante è troppo si alzano i tassi di interesse così diventa più gravoso chiedere i soldi in prestito. Quando il circolante è poco e le banche sono stracariche di denaro si tagliano i tassi di interesse e tutti possono prendere denaro a briglia sciolta perchè costa poco. Inoltre la Banca Centrale fa un'altra cosa che sembra poco ortodossa, ma salva gli stati dalla catastrofe: stampa, attraverso la Zecca, carta moneta quando sono in troppi a chiedere di vedersi rimborsati i debiti dello stato. La moneta si svaluta e si favoriscono le esportazioni a tutto vantaggio della rispresa economica. È proprio ciò che ha fatto l'Italia negli anno '90 favorendo un eccezionale sviluppo economico. Detto così è un pò troppo semplicistico, ma io voglio solo rendere un'idea e non fare un trattato di finanza.
Ora la nostra Banca Centrale Europea ( BCE ) non ha il potere di stampare carta moneta. È proprio così, è nata senza una mano. Inoltre, non ci sono abbastanza euro in Europa per pagare il debito pubblico, anzi i debiti pubblici di vari stati. Materialmente tutta questa moneta non esiste, inutile girarci attorno è una verità molto semplice. O la BCE avrà l'autorità di stampare carta o il debito pubblico è condannato a svalutarsi ed a provocare manovre economiche sempre più pesanti fino allo strozzamento finale.
Contro questa impasse, l'unica via di uscita sono gli euribond. Tutti ne parlano ma nessuno sa cosa sono. Dal mio salumiere le massaie parlano di eurobond, roba da non credere. Cerchiamo di capirci per quanto è possibile. Sono come i nostri più familiari BOT e BTP ( quelli dello spreed ). Solo che non sono nè italiani, nè francesi, nè tedeschi. Sono semplicemente europei. Ma proprio su questa ultima parola nascono le difficoltà. Servono a sostituire i titoli di stato di tutti i paesi. Non esiste più un debito italiano o francese, ma solo un debito europeao. Quale tasso di interesse dovrebbero dare ai risparmiatori che li comprano? Circa il 4%. Fin quì il discorso fila liscio. Ora, lo stato italiano emette titoli del debito ad un tasso di interesse del 7% di media. Per l'Italia, con gli eurobond la spesa pubblica sarebbe molto più bassa ( circa 57 miliardi in meno ogni anno ). Invece il BOT tedesco, attualmente, viene collocato ad un tasso di interesse dello 0,39%. Per loro gli eurobond significaherebbero un aumento della spesa pubblica di oltre 60 miliardi ogni anno. Ecco perchè questa campana la Merkel non la vuole sentire. Come trovare gli argomenti per fare ingoiare questo rospo? Il 70% delle esportazioni tedesche avviene in Europa. La Germania si ingrassa sulle spalle dei suoi partners. Le conviene avere attorno a sè economie forti. Gli stati esportano verso paesi forti che possono pagare. La crisi degli altri stati europri indebolisce l'euro e quindi anche la Germania che detiene più euro di tutti. Non è una trattativa facile, ma non oso immaginare cosa c'è dietro il suo fallimento.
03 dicembre 2011
Eugenio Medaglia
eugeniomedaglia@yahoo.it
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