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La pentola a pressione

Dentro di me non muore mai la passione per l'antichità classica. Un tempo la Grecia era il centro del mondo per la scienza, per l'arte, per l'economia e per la democrazia. A distanza di duemilacinquecento anni la scena si ripete, ma non per gli stessi motivi. Oggi gli occhi dell'Europa intera sono puntati dritti sulla Grecia, un paese con meno di 12 milioni di abitanti e con un territorio che è appena un terzo dell'Italia ( praticamente pesa come la Lombardia ). Oggi, 18 giugno 2011, i mercati finanziari europei e mondiali aspettano di sapere cosa farà la Grecia e soprattutto il popolo greco. Perchè tanta attenzione?: il debito sovrano. Molta gente, amici, clienti, mi chiedono cosa stia succedendo e perchè tanto clamore da fare tremare le borse europee e mondiali. Ma soprattutto tutti mi chiedono: come è perchè la crisi greca va a toccare le mie tasche di italiano, calabrese o romano che sia?. Devo confessare che in giro ci sono molte idee confuse e vorrei cercare di chiarirle fino a quando è possibile. Mi toccherà fare un po di conti, ma il lettore non me ne vorrà.Quando mettiamo le mani nelle tasche ci facciamo sempre un poco di conti. Ed allora facciamoli.

Il problema della Grecia, del governo greco, sta nel suo debito che non riesce a pagare, o meglio, non riesce a stabilire chi lo deve pagare. Il meccanismo funziona più o meno nel modo seguente. Lo stato, per pagare pensioni, stipenti, politica, ospedali, scuole, guerre e quanto altro, non stampa soldi, ma li chiede in prestito ad un certo tasso di interesse e fino ad una determinata scadenza. Queste due caratteristiche, tasso di interesse e scadenza, definiscono quella che si chiama struttura del debito. Un prestito sostenibile a breve termine, un anno, deve costare allo stato poco meno dell'inflazione che attualmente viaggia a circa 2,6%. Infatti il nostro BOT rende poco meno del 2%. Non è una grande cosa, ma in Germania rende meno di 1%. Ora, dobbiamo tenere presente che lo stato non salda mai i suoi debiti, ma semplicemente paga i vecchi con i nuovi. Se lo facesse un privato sarebbe aberrante e subito dovrebbe sospendere questa catena si Sant'Antonio. Ma allo stato è concesso. I risparmiatori spesso non aspettano le scadenze dei titoli, che vanno da un anno fino al trentesimo e vendono il debito statale sul mercato, che è sempre molto florido e fluido nel senso che comprare e vendere dura pochi secondi e subito si trova la controparte. Più aumenta la paura e più il prezzo di questi titoli scende. Se la situazione invece è tranquilla il prezzo sale e si arresta fino a fare attestare la rendita intorno all'inflazione. È ovvio che ( forse per chi non è del mestire non è molto ovvio, ma gli chiedo di credermi ) se il prezzo scende la rendita per il risparmiatore sale e per lo stato che deve emettere titoli nuovi le preoccupazioni aumentano ancora di più.

Per capire pechè la pentola greca sta per scoppiare sono costretto a fare i conti ed a paragonarli con quelli dell'Italia, che sembra essere messa meglio, ma la strada lungo la quale è avviata non è liscia. Mentre scrivo, ore 17,00, leggo sul mio book che il titolo greco con scedenza 2019 e con cedola del 6,5%, costa un prezzo di 53,50%. Ciò significa che il rendimento immediato per il risparmiatore che compra sale al 12,14%. Invece il titolo che scade nel 2012 con cedola del 5,25% costa 81% con un conseguente rendimento del 6,48%. Sembra tutto molto interessante, ma la piccola Grecia non può sostenere questo peso e quindi la popolazione urla e spacca. Il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Centrale Europea che tireranno fuori i soldi, e li tireranno fuori, detteranno, in cambio, la politica monetaria che sarà di vere lagrime e sangue. In Italia il nostro BTP con scadenza 2019 e cedola del 4,25% costa 98,90% con un rendimento del 4,29%. mentre il BTP del 2037 con cedola del 4% quota 80,7% con un rendimento del 4,95%.

In Grecia i rendimenti sono molto alti, ma in questi casi il rendimento è come la febbre, più è alto e più è pericoloso e denota una condizione di cattiva salute del debitore che rischia di non poter pagare ( lo chiamano ristrutturazione del debito, leggi: non ti pago ). In Germania, Francia ed America i rendimenti a medio e lungo termine si attestano intorno al 2,5%. In Italia sfiorano il doppio. Per chi vuole sapere e capire, così si misura la pressione ed il polso del malato. Per non uscire fuori di metafora, immaginiamo una pentola a pressione con il fuoco che aumenta sempre di più ( il debito ). Per non farla scoppiare bisogna aumentare la resistenza del coperchio ( prodotto interno lorlo PIL).

Eugenio Medaglia.
eugeniomedaglia@yahoo.it

18 giugno 2011.

18/06/2011
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