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Kodra e l’allievo Francesco MagliQuattro mesi fa, il 7 febbraio moriva a Milano il pittore Ibrahim Kodra. Era nato il 22 aprile 1918 a Ishmi in Albania. Nella città meneghina viveva da quando vi si trasferì nel 1939 dopo aver vinto una borsa di studio per l'Accademia di Brera. Qui, molti anni più tardi, conobbe un giovane singolare con voglia di arte, anche lui emigrato (era nato nel 1945 in un paesino della provincia di Cosenza), che dell’artista albanese condivise la «libertà primigenia e culturale». La scomparsa di Kodra è stata certamente una notevole perdita per tutti gli allievi, ma per Magli tale perdita «deve averlo raggiunto nell’embrionale della sua creatività», e ancor di più «toccato alla radice dell'animo totemico, analogico, e per certi versi della germinazione simbolica». Proprio su questo rapporto tra maestro e discepolo, Giuseppe Martucci ha pubblicato un interessante articolo sull’ultimo numero di “Arte e Cultura”, la rivista edita a Milano che si occupa di informazione artistica sin dal 1967. «Nella sua ricerca pittorica – scrive Martucci, riferendosi all’artista calabrese - ha pur sempre dipinto sotto lo stimolo inconscio o cosciente dello scomparso Maestro. I suoi personaggi figurali originano dall'innato musicale dello ‘Zampognaro’, del ribelle bohemienne alla continua ricerca della libera armonia». Magli, al pari del maestro, è alla ricerca dell'arte pura intesa come «liberazione da ogni condizionamento di libertà». «Nel ‘Totem’ del Maestro Kodra – spiega ancora Martucci - è più espansiva la liricità della poetica, caratteristica della sua pittura; mentre nel dipinto lo ‘Zampognaro’ dell'allievo Magli, vi è la spinta risentita peculiare che denota l'impulsivo della sua produzione artistica. La vicinanza tra le due soggettività è primaria, il luogo d'origine per conoscere la comune radice dei due linguaggi pittorici». 12/06/2006 |
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