AIELLO CALABRO – Il teatro popolare calabrese è stato il tema di un seminario dal titolo “fra Teatro e Poesia, scena e vernacolo”, tenutosi giorni fa alla Casa delle Culture della cittadina.
Interessanti e seguite da un pubblico giovanissimo, le relazioni di Walter Aloe, attore della Filodrammatica Vincenzo Gallo di Rogliano che ha parlato della farsa popolare attraverso le figure di Carnelevaru e di Trastullo; e dell’esperto Sergio Vizza che ha invece tracciato una storia del teatro popolare calabrese dalle origini ai nostri giorni, tra ritualità e teatralità nella vita e nell’arte, partendo dalla rima rappresentazione teatrale calabrese in vernacolo avvenuta a Castrovillari nel 1635, passando per la maschera calabrese di Giangurgolo, fino ad arrivare alle traduzioni di Dante in dialetto calabrese per opera di Vincenzo Gallo.
Il seminario - organizzato dalla Compagnia Teatrale Aiellese presieduta da Gisa Guidoccio e patrocinato dalla Comunità Montana del Savuto – è proseguito poi con l’intervento dell’attore e poeta Antonio Simarco che ha pure tenuto un laboratorio pratico di teatro all’improvviso e letto alcuni brani di poesia vernacolare.
L’incontro, durato per circa 4 ore, è stato arricchito dalle performance musicali, con zampogna e ciaramella, di Sandro Sottile e dello stesso Vizza.
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L’ abbigliamento fa parte della corrente artistica-stilistica e culturale del proprio secolo; è ideato ed eseguito dai sarti anche su idea fornita dal committente. Il tessuto è prodotto da telai a mano, presenti, in genere, in ogni abitazione almeno fino alla comparsa di quelli meccanici; è ritagliato a forbice, imbastito e cucito ancora a mano. Il passaggio da artigiana ad industriale della produzione del tessuto, l’incremento demografico, le correnti stilistiche-artistiche e culturali aumentano la domanda degli abiti in Italia e Europa. Il sarto, tra Ottocento e Novecento, produce abiti con tessuto di produzione industriale e raramente con quello artigianale. La cucitura della stoffa è eseguita a macchina a partire dal XX secolo, ed anche a mano nelle aree rurali. Il mestiere è in fase di declino lento; contribuiscono a questo evento: divisione del lavoro in progetto ed esecuzione a partire dalla seconda rivoluzione industriale, complessità del lavoro, dispendio fisico, costi di produzione, concorrenza aziendale e industriale, assenza di spirito d’ iniziativa. L’ intervento dell’industria definisce da una parte la serializzazione dell’ abito e dall’ altra un minor costo per l’ acquirente; proviene dalla costante divisione del lavoro negli stabilimenti e dalla specializzazione industriale dovuta al mercato; è la trasformazione del lavoro artigiano iniziata con la prima rivoluzione industriale. Le ragioni socio-economiche di questo declino sono da discutere in sedi appropriate. L’ operatività sartoriale è documentata nel suo complesso da tutto il repertorio custodito da musei e ricostruita dagli storici delle arti. La catalogazione dell’ abbigliamento consente il recupero della memoria artistica dei sarti e dei loro sistemi di lavorazione e la salvaguardia di quello che rimane. I Musei, altre iniziative e le botteghe sartoriali fanno vivere ancora la tradizione, anche corretta verso le esigenze del tempo, con le opere e gli eventuali attrezzi da lavoro custoditi; facilitano la conoscenza di quest’ arte agli utenti interessati. Questo definisce la dimostrazione di un’attività lavorativa ancora viva nel territorio nazionale ed europeo, e coinvolge organizzatori, l’ amministrazione cittadina e la stessa città, maestranze, studiosi, cultori in genere e semplici visitatori. Una maggiore attenzione è dovuta a tutte quelle iniziative che riguardano il lato conservativo e la catalogazione dei manufatti con schede di ampio respiro, per apprezzarne il valore storico e culturale. Questo patrimonio necessita di giusti interventi per non assistere alla sua scomparsa con il trascorrere degli anni. I responsabili della promozione turistica locale, provinciale e regionale possono migliorare le informazioni con una maggiore attenzione ai beni esistenti. Un depliant sintetico delle opere ha la sua importanza per i visitatori; dà il primo approccio visivo-culturale verso questa conoscenza artistica che rischia di rimanere nascosta a molti dei residenti e a molti dei turisti, di essere osservata e ammirata solo di sfuggita ed in minima parte soltanto negli spettacoli.
Carmen
Costumista
Progettista Prodotto
Moda
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carmenyr1@live.it
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