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I fantasmi del Papa Giovanni

Papa Giovanni, il giallo dei pazienti scomparsi

La Procura di Paola conferma un dato agghiacciante: mancano all’appello in 13
Parla il fratello di un giovane svanito nel nulla: «Aiutateci»

Papa Giovanni, il giallo dei pazienti scomparsi

10/03/2009

di MICHELE ALBANESE su Il Quotidiano della Calabria - 10/03/2009 prima pagina

Quello delle persone scomparse all'istituto Papa Giovanni di Serra D'Aiello, nel Cosentino - la struttura che ospita malati psichiatrici, disabili e anziani, da anni al centro di vertenze e scandali - è un mistero tra i misteri di questa casa di cura che con le sue vicende recenti e passate sta riempiendo le cronache calabresi. Un giallo apparentemente impenetrabile, visto che comincia in qualche modo a mostrare qualche crepa. E' il Procuratore di Paola Bruno Giordano a confermare un dato agghiacciante: «Dal Papa Giovanni negli ultimi dieci o dodici - ha detto al Quotidiano Giordano - i degenti scomparsi sono almeno 13, l'ultimo l'anno scorso».
Equesti casi costituiscono uno dei tanti filoni sui quali la Procura paolana sta indagando e che potrebbe offrire risultati indubbiamente interessanti.
«Voglio ricordare che quando la Procura ordinò un'irruzione notturna nell'istituto le forze dell'ordine trovarono a lavoro solo tre addetti - ha precisato Giordano - e ciò dette l'idea di come veniva gestita la casa di cura che ospitava centinaia di persone». Insomma era estremamente facile che qualcuno, eludendo i controlli, si allontanasse dall'istituto. La Procura non elenca i nomi degli scomparsi, limitandosi a dire che tra essi vi erano persone di quasi tutte le età. Il dato, ora ufficiale, fa tremare le vene ai polsi. Ma come è possibile che ciò sia potuto accadere senza che nessuno sentisse il peso di una drammatica realtà come questa e delle famiglie degli scomparsi? Del resto le vicende note che hanno coinvolto la precedente amministrazione della clinica non lasciano dubbi sull'allegra gestione del Papa Giovanni.

 

A CASA DI UNA DELLE FAMIGLIE COINVOLTE NEL GIALLO

Siamo andati a trovare una di queste famiglie segnate dalla scomparsa di un congiunto ricoverato al Papa Giovanni. Si chiamava Domenico Antonio Pino, aveva 29 anni, originario di Anoia, piccolo centro della Piana di Gioia Tauro.
«Ci telefonarono - dice Pietro Pino, fratello di Domenico Antonio - due giorni dopo la sua scomparsa, avvenuta il 5 giugno del 1991 e noi corremmo subito a Serra D'Aiello. Nessuno seppe dirci come sia potuto accedere che un degente dell'istituto che tra l'altro si muoveva con difficoltà per via della sua malattia, potesse allontanarsi sparendo nel nulla. Ci dissero che forse si era allontanato volontariamente e speravano che potesse ritornare. Ma così non fu. Ci siamo rivolti ai Carabinieri, partirono le indagini e le ricerche anche con unità cinofile e un elicottero. Furono passati al setaccio i casolari di campagna e anche i paesi vicini ma niente. Da allora non sappiamo più nulla».
La vicenda personale di Domenico Antonio Pino viene segnata da un meningite che il piccolo contrasse ad appena 20 mesi. La malattia lo segnò per tutta la vita provocando lesioni cerebrali. Da quel momento i genitori girarono vari centri in Italia sperando di poter guarire il piccolo. Che venne ricoverato per 5 o 6 anni in un centro a Troja in provincia di Enna in Sicilia fino all'età adolescenziale. Poi grazie allamediazione dell'Asl di Messina alla famiglia Pino venne consigliato di rivolgersi al Papa Giovanni. «Fu una scelta quasi obbligata - racconta ancora il fratello Pietro - perché in casa i miei genitori dovevano badare un'altra sorella non autosufficiente per problemi neurologici». Domenico Antonio venne ricoverato nel 1991 e quasi tutti i mesi i suoi parenti andavano a trovarlo.
Poi almeno tre quattro volte all'anno tornava a casa, durante le feste principali, e in estate. «Quando andavamo all'istituto per fargli visita lo incontravamo nell'atrio, mai siamo entrati dentro e mai ci eravamo accorti di come venivano gestiti gli ammalati e le condizioni reali e drammatiche di quella struttura. Solo dopo abbiamo saputo, siamo rimasti di stucco. Ma mio fratello era già scomparso». Il volto di Pietro Pino si contorce per il disgusto di quanto emerse successivamente alla scomparsa del fratello, e il rimorso è grande.
«Avessimo saputodi quel lager saremmo andati a prenderci Domenico, e se ciò fosse accaduto lui sarebbe ancora con noi». Poi torna a raccontare della scomparsa: «Chiamammo anche “Chi l'ha Visto”, ritornammo dai Carabinieri, ma senza riuscire a sapere nulla. Ricordo che un ammalato che si era affezionato a noi ci raccontò che la sera della scomparsa una macchina si fermò davanti al cancello dell'istituto. Noi andammo a riferire il racconto al direttore sanitario, ci disse però di non tenere conto delle dichiarazioni di quell'uomo perché non era capace di intendere e di volere».
Di fronte alla domanda se si è fatto un’idea di cosa sia potuto succedere, Pietronon ha dubbi: «La nostra convinzione resta quella che all'interno dell'istituto sia potuto accadere qualcosa, forse un incidente, forse qualche dose massiccia di farmaci. Ipotizzammo anche un possibile traffico d'organi e ne parlammo con gli inquirenti anche perché mio fratello cheera alto 1 e 80 e pesava quasi 90 chili, fisicamente stava benissimo. Per questo non riusciamo a spiegarci come sia stato possibile che egli possa essersi allontanato da solo senza che nessuno si accorgesse di nulla».
La ricostruzionedi questo dramma, che riapre vecchie ferite nella famiglia Pino, si conclude con un ennesimo appello, forse l'ultimo: «Dopo tanti anni - dice tra le lacrime Pietro - se c'è qualcuno che sa qualcosa parli e ci aiuti anche in forma anonima a trovare quantomeno il corpo di questo giovane sfortunato. Almeno potremmo mettere un fiore sulla sua tomba».

Nella foto Pietro Pino, mostra la foto del fratello scomparso

10/03/2009
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X VALE CAPISCO LA TUA RABBIA DIFRONTE A TALE SITUAZIONE. dOVE NON SONO D'ACCORDO CON TE E CON GLI DIPENDENTI DEL'IPG E CHE DOVEVATE DINUNCIARE I VOSTRI COLLEGHI CHE COME DICI TU HANNO CERTAMENTE APPROFFITATO PER INTERESSI PERSONALI DELL'ISTITUTO Ma ANCHE DI VOI!!!!!!! I COLPEVOLI NON SONO SOLO IL SACERDOTE E I SUOI DISCEPOLI(BELLA IMAGINE DELLA CHIESA) POI SCUSAMI QUANDO MAI UNA PERSONA LAVORA, A FINE MESE NON E PAGATA E STA ZITTA !!!!!! TUTTE QUESTE MANIFESTAZIONI DOVEVATE FARLE PRIMA? DOVEVATE DINUNCIARE IL FATTO CHE L'IPG NON VI PAGAVA? DOVEVATE FARE DEI SCOPERI, INFORMARE TUTTE LE AUTORITA DI QUANTO AVVENIVA. VEDI OGGI SI PUO DIRE CHE MOLTA GENTE ANCHE ALL'ESTERO E A CONOSCENZA DELLA SITUAZIONE MA ORMAI E (PURTROPPO)UN PO TARDI. UN PO DI RESPONSABILITA E ANCHE VOSTRA ????? VI AUGURO GIORNO MIGLIORI.


Se hai o avete il coraggio denunciate i vostri colleghi che hanno rubato ( e voi lo sapete) costruendosi ville o acquistando case. Se come dite e ci credo prendete o meglio prendavate 500 o 600 euro al mese come è possibile farsi una villa e vantarsene pure. Mio zio si è dimesso ed è ritornato a fare il suo lavoro: operaio


secondo te è facile lavorare sapendo che a fine mese non riceverai un soldo?? non è facile,per nulla,ma la maggior parte delle persone che lavoravano li,lottavano e si facevano il mazzo per migliorare la situazione..per far valere i propri diritti lavorativi e per far valere i diritti degli ospiti!! non si può fare di tutta l erba un fascio..molto probabilmente c erano dei dipendenti che c hanno mangiato sopra dietro questa situazione..ma si facessero delle indagini,piuttosto che penalizzare tutti e chiudere una struttura cosi grande che con fatica si era rialzata dal buco in cui era caduta per colpa di un sacerdote e dei suoi discepoli!!


scusate ma è vero che gente lavorava senza essere pagata ?


per vale cosa c'è statodi positivo in tutti quesi anni? che qualcun magari ha lavorato gratis? e il magna magna generale? l'assenteismo? l'incompetenza di tanti dip. che però fanno il secondo lavoro? le cose prese in prestito e portate alle proprie case? gli inciuci familiari? queste non fanno testo vero? sicuramente non riguarda tutti ma i più si. e non nascondetevi dietro un dito


vi ricordo che ci sono più reparti nell istituto.. magari il reparto in questione con 3 dipendenti aveva meno ospiti..chi può sapere la verità?? il bello è che si tende a metter in evidenza solo le cose negative..a parlare di singoli episodi (alcuni anche inventati),piuttosto che della realtà! e poi,il parente di questo ospiti dice che non è mai entrato dentro l istituto ma che rimaneva nell atrio..ma com è possibile??? l atrio è vicinissimo alle stanze dei pazienti e nessuno ha mai impedito ai parenti di farsi un giro all interno della struttura! se poi loro non l hanno mai fatto molto probabilmente non gli interessava delle condizioni in cui stava il parente! che andavano a fare il saluto di cortesia??? molti,ripeto molti parenti,non sono mai andati a trovare il familiare che vi chiudevano dentro..la mia bisnonna negli anni 90 è stata ricoverata nell istituto Papa Giovanni e veniva trattata benissimo nonostante i pochi soldi che circolavano e nonostatne il fatto che i dipendenti lavoravano gratis!!! non si può generalizzare su un singolo episodio e tralasciare ciò che è l 'istituto per molti ospiti che ci vivono!! molti ospiti vedono l istituto come la loro vera casa!! e adesso gliela vogliono portare via..insieme a tutte quelle persone (dipendenti e abitatnti del luogo) che ora sono diventati la loro vera e unica famiglia!!


a erano in tre

Rispondi: tutto questo che sta succedendo è una invenzione o sono cose vere e molto gravi. E' vero che qualche dipendente si è arricchito, mentre la maggioranza non prende neanche lo stipendio da tempo!!. Di questo non ne parli. Fate una cosa, anche se è troppo tardi, denunciate chi tra colleghi vi ha ingannato. Altrimenti non chiedete aiuto a nessuno. Sono problemi vostri, in quanto: Non so niente, non ho visto , non mi interessa. Guardate che la procura vi farà vedere i sorci verdi, a chi a rubato però, non a chi a lavorato senza essere pagato.


erano in tre

Si erano in tre dice la procura ma ci hai pensato che forse gli altri era a casa perchè i tagli al personaledi qualche hanno fa erano fatti da amministratori che pensavano solo ai propri interessi? Chi prendeva le dicisioni nell'istituto non erano di certo i dipendenti. Che colpa vuoi che abbiano? LA COLPA E' TUTTA SOLO DELLA CHIESA!! Si intascano i soldi degli italiani e li truffano pure.. infine gli cacciano il posto di lavoro dopo che per hanni la gente gli ha dato l'ANIMA! al rogo i prelati sull'altare gli eretici!!! HIHIHI


La procura di Paola parla di 13 persone sparite,di tre infermieri presenti durante un blitz notturno. Magari la maggioranza, anche se in servizio, stavano a casa a dormire. Be a questo punto avete la facciatosta di denunciare .... la procura di Paola. I Giornalisti scrivono quello che la procura ha comunicato. Siete una meraviglia. Carramba che sorpresa Un familiare


ce stato qualcuno che si è lamentato che stampa e giornali erano assenti su questa facenda, ora vi lamentate perchè il servizio ha detto paro paro la verita'? cercate di essere un po più seri e di farvi ogniuno un mea culpa


PER IPG XXIII

LA QUESTIONE PAPA GIOVANNI VA GUARDATA NEI SUOI DUPLICI ASPETTI. UNO E' CERTAMENTE QUELLO DEL DRAMMA DEI DIPENDENTI E DEGLI OSPITI CHE MENO DI TUTTI HANNO COLPE. UN ALTRO ASPETTO E' QUESTO EVIDENZIATO SULLA STAMPA REGIONALE E NAZIONALE DEGLI OSPITI SPARITI NEL NULLA. PROPRIO SU TALE QUESTIONE VORREI FAR NOTARE, FATTA SALVA TUTTA LA SOLIDARIETà POSSIBILE VERSO CHI POTREBBE PERDERE IL LAVORO, CHE E' LA PROCURA DI PAOLA CHE HA DIFFUSO IL NUMERO DEGLI OSPITI SCOMPARSI. E SU QUESTO NON C'E' RAGIONE DI DUBITARNE. E' UN FATTO GRAVISSIMO E I RESPONSABILI DEVONO ESSERE INDIVIDUATI. NON SI TRATTA DI ALCUNA DIFFAMAZIONE.


i pazienti scomparsi sono stati 3 e non 13 documentatevi e non publicate tutte le boiate che vi dicono.comunque i dipendenti dell'IPGXXIII si riservano la possibilità di denunciare questi diffamatori!!!


vorri tanto sapere cosa c'é andato a fare questo giornalista a Serra che pensavamo ke ci aiutasse invece,,,,,,,,queste informazioni provengono da tutt'altra parte e no dai dipendenti,,,,,,,,cretini


i dipendenti non devono essere criminalizzati...guardando il servizio girato da perfidia nell'IPGXXIII si capiscono molte più cose...un grazie a telespazio tv ed ad Antonella Grippo che ha preso a cuore questa situazione...


ora incominciano a trovare qualche scusa per deviare le colpe sui dipendenti ,,,,,,,,,,

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