I lavoratori del Papa Giovanni occupano la stazione ferroviaria di Campora San Giovanni
E’ successo poche ora fa . Un centinaio di dipendenti del Papa Giovanni XXII hanno occupato la stazione ferroviaria di Campora San Giovanni. I civilissimi dipendenti dell’Istituto Papa Giovanni XXIII hanno cominciato a scaldarsi . Hanno mostrato un po’ dei loro muscoli. Ma non hanno bloccato il traffico ferroviario. Intorno a loro un cordone di Polizia Ferroviaria in divisa e di poliziotti della Digos.
Un cordone discreto , sicuramente consapevole che si trattava di gente disperata, di lavoratori che stanno per perdere il posto di lavoro e che hanno perfino paura di perdere quanto avanzano dall’istituto per ritardato pagamento o per le varie sentenze dei giudici.
Sicuramente per questo le forze dell’ordine presenti erano vigili ma discrete.
I lavoratori erano in attesa che i loro amici che stazionavano dinanzi alla Prefettura partecipassero i risultati dell’incontro sollecitato da SE il Prefetto, giustamente preoccupato per quanto potrebbe succedere.
Un incontro al quale hanno partecipato il PM della Procura di Paola, il direttore generale dell’azienda sanitaria provinciale , la direttrice dell’istituto, il curatore fallimentare, SE il vescovo, il rappresentante della Fiorile , il sindaco di Serra di Aiello,
Fuori i dipendenti del Papa Giovanni XXIII. La pioggia ed il vento freddo non hanno sollecitato alcuna defezione. Anzi, i dipendenti hanno il viso di chi sa che si sta giocando la partita della propria vita. E’ gente seria. Anche un po’ incazzata. È gente che registra la assenza della politica, dei politici.
È gente che si sta accorgendo di essere stata lasciata sola E’ gente sull’orlo della disperazione.
Sanno tutti che se chiude l’istituto resteranno senza lavoro. Difficile se non impossibile andare sullo Ionio per lavorare. Parlano di azioni forti. Parlano di restituire le schede elettorali, di portarle a SE il sig Prefetto.
Sono civilissimi, due fischietti ed una tromba. Niente di particolare. Ma dentro hanno tanta rabbia.
Si chiedono perché i politici di tutta Italia ,ad ogni livello, stiano stabilizzando i precari ma nessuno si accorga di loro.
Poi arrivano notizie da Cosenza. Non si comprende bene cosa significhino. Ma il pensiero che SE il sig Prefetto ha chiesto un altro giorno di tempo per incontrare l’onorevole Loiero apre alla speranza, anzi alle speranze. La speranza che almeno il sig Prefetto che rappresenta lo Stato si stia adoperando per la loro causa.
La speranza che il Governatore trovi come per tanti altri la giusta soluzione. Sperare non è peccato. Il peccato è deludere le speranze.
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