Polli al piombo ad Amantea, l’acqua non era contaminata
Fonte Il Quotidiano della Calabra del 13 novembre ’08, pag. 31
AMANTEA – Polli al piombo: l'acqua non sarebbe stata la causa della contaminazione. Dalle analisi eseguite è risultato che l'acqua prelevata dai pozzi utilizzati dall'allevatore di San Pietro in Amantea non sarebbe inquinata. Tracce del metallo pesante sono state rinvenute nelle carni provenienti dall'allevamento Magnone in località Gallo, di San Pietro in Amantea. S'era ipotizzata che il fattore contaminante poteva essere stata l'acqua o il mangime dato agli animali. Gli esami fatti eseguire da consulenti di parte incaricati dall'avvocato degli allevatori escluderebbero che i polli sia siano contaminati bevendo. Il caso è scoppiato alcune settimane fa, quando i Nas su disposizione dell'autorità giudiziaria ponevano sottosequestro i polli e le carni messe in commercio da due aziende della zona, intestate a Antonio Magnone e Antonio Francesco Magnone. I sigilli venivano apposti anche ai locali in cui sono stati macellati gli animali. Se i risultati a cui sono pervenuti i periti di parte, dovessero essere confermati dalla relazione dei Ctu nominati dalla procura, allora l'attenzione degli inquirenti si concentrerà sul mangime utilizzato da entrambi i produttori. Da precisare che uno dei due, e precisamente Antonio Francesco Magnone, macella e mette in commercio carne di polli provenienti da un allevamento di Crotone. Il che rende ancor più intricata la vicenda. Oltre ai campioni di carne analizzati e trovati contaminati a ottobre, si stanno eseguendo nuovi controlli su altri animali dei due allevamenti. Da indiscrezioni trapelate, pare che questa volta le analisi sui campioni di carne siano state negative, ovvero non avrebbero evidenziato valori fuori dalla norma. Tale notizia, però, non è stata ancora confermata dalla magistratura, che sull'inchiesta continua a mantenere il più stretto riserbo. Comunque, in assenza di novità accertate continua a rimanere valido il decreto di sequestro emesso dalla procura di Paola il 20 ottobre scorso. “Visto l'esito delle analisi con il quale il Ctu evidenzia la presenza di piombo in tutti i campioni di pollo prelevati in data 30 settembre 2008 - così recitava il decreto di sequestro firmato dal procuratore, Bruno Giordano - in concentrazione superiore ai limiti Cee e rilevato che è indispensabile evitare l'ulteriore commercio dei polli contaminati e quindi tutelare la salute pubblica, in considerazione del fatto che l'assorbimento di piombo può costituire un grave rischio sanitario, ostacolare lo sviluppo del processo cognitivo e delle prestazioni intellettuali dei bambini, nonché aumenta la pressione sanguigna e le patologie cardiovascolari negli adulti, si dispone il sequestro preventivo d'urgenza dei polli macellati e presenti in tutti i punti vendita”. Si segnala, infine, che l'avvocato Giuseppe Filice legale di fiducia nominato dalle aziende ha chiesto il dissequestro dell'allevamento e del mattatoio a cui sono stati.
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