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Debito pubblico, l'occasione persa di nuovo

da Affari& Finanza (la Repubblica)
di lunedì 11 settembre
MILANO - La politica italiana (o, almeno, una parte della politica) sa raggiungere vertici di ridicolaggine che probabilmente non hanno uguali in nessun altro paese del mondo. Come quelli che stiamo vedendo in questi giorni nel dibattito su Finanziaria leggera o pesante. Da 35 miliardi di euro, cioè, o da 30 o da 27 o da 25 (ma, magari, anche meno). La tesi sostenuta dalla sinistra radicale (ma anche dai sindacati e da certi “popolari”) è la seguente (di apparente buonsenso): poiché l’economia va meglio del previsto non è necessaria una Finanziaria pesante, si può stare più leggeri. Così il popolo soffrirà meno.

In sostanza, poiché le cose vanno bene è inutile calcare la mano con il risanamento finanziario. C’è un po’ di boom, godiamocelo, dunque. Morale: quando le cose vanno bene, è inutile avere la mano pesante con la Finanziaria. E quindi, meno che mai quando le cose vanno male. Non si può mica infierire sulla gente. Insomma: mai.

Questo spiega perché abbiamo uno dei debiti pubblici più alti del mondo e perché non si riesca a venirne fuori da almeno vent’anni. Una classe politica (soprattutto di sinistra) un po’ avvertita avrebbe dovuto dire: visto che le cose vanno bene, approfittiamone per dare una spallata a questo immenso debito pubblico che ci soffoca e quindi invece di fare una Finanziaria di appena 35 miliardi di euro, facciamola di 40 o di 45. Invece no, si è detto tutto il contrario. Con l’occhio rivolto agli elettori di dopodomani. Quasi quasi erano meglio Berlusconi e Tremonti di questa gente.

Ma dietro questo atteggiamento c’è anche un errore politico grave. In questo modo, senza accelerare sulla via del risanamento (che significa diminuzione del debito pubblico pregresso), succede che gran parte delle risorse finanziarie del paese invece di finire in azioni per lo sviluppo, in migliori scuole e in migliori ospedali, finiscono sul mercato internazionale per pagare gli interessi sul debito. I soldi delle tasse degli italiani, insomma, pagano la rendita finanziaria invece di essere usati per migliorare il paese.

E pensare che questa gente strilla, e chiede a gran voce una Finanziaria più leggera, in nome del popolo. Mai visto un caso più palese di demagogia e di stupidità politica. Purtroppo, come diceva Lenin, la storia di fa con i materiali che si trovano nel cantiere e non con quelli che non ci sono. E nel nostro cantiere abbiamo anche questi pezzi di sinistra, parolaia, confusa, incapace di capire anche i più elementari meccanismi economici e finanziari. Calcinacci di un’altra epoca, avanzi di edifici crollati da tempo.

A cura di: [D. Amendola]
11/09/2006
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Uno di sinistra

Volete farmi credere che adesso è la destra che vuole una finanziaria più grossa, un peso maggiore per i contribuenti. La cosa è molto strana perchè è la sinistra che ha vinto le elezioni con una campagna elettorale in cui si preannuciava una "dieta dimagrante". Gli annunci della destra, d'altrocanto, erano del tutto differenti: meno tasse, meno sacrifici per i cittadini. Adesso invece e la Sinistra che fa la parte della Destra, e viceversa. O che invece la politica dell'Unione sia ancora più a sinistra di quella di Berlusconi, ma tutto si è spostato più a destra, verso una logica di populismo elettorale. Io sono per il risanamento e quindi per la dieta dimagrante, ma a dimagrire non devono essere soltanto e i soliti poveri; si aumentino le tasse ai ricchi e si riducano ai poveri. E soprattutto si cancellino privilegi non più sopportabili (http://www.aiellocalabro.net/expo2/pages/open.asp?id=340).

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