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Calabria: il crollo dei lungomari

diamante_nuovo_lungomareSembra una maledizione arrivata giusta giusta dopo la scomparsa delle navi dei veleni. La natura si riprende sempre ciò che le viene tolto. Le è stata tolta la spiaggia, le dune, la Posidonia, le correnti , i flussi delle onde. E’ stata imbrigliata con muraglioni di cemento, bracci di massi messi alla rinfusa, stabilimenti balneari che le hanno spianato spiagge millenarie. Le è stata tolta l’apporto della sabbia proveniente dai fiumi. Le è stato inquinato il mare con le navi ed i bidoni radioattivi. Perché non dovrebbe incazzarsi ora ? Invece a preoccuparsi, come al solito, sono sindaci e imprenditori che vedono in pericolo, non la natura e le sue bellezze, ma le proprie attività commerciali. Attività poste nei punti sbagliati che una politica speculativa degli anni 70 ha permesso che si costruissero , spesso in modo abusivo, lungo le nostre coste avanzando di centinaia di metri verso il mare, piuttosto che tenersene a debita distanza. Il governatore Loiero e il presidente della provincia Oliverio sono subito accorsi sulla costa tirrenica convocando a Diamante tutti i sindaci della costa tirrenica. Non lo hanno fatto neanche durante la breve stagione delle navi dei veleni. In quella occasione hanno preferito muovere le loro pedine. Il caso era troppo scottante e le elezioni regionali troppo vicine per bruciarsi su cose che poco fruttano dal punto di vista elettoralistico. Qui invece ci si guadagna, ed ecco uscire dal cilindro del bilancio regionale 5 milioni di euro. Ecco subito la dichiarazione dello d’emergenza, subito milioni di euro a non finire, subito l’apertura di canali speciali per ottenere anche finanziamenti nazionali ed europei. E così i sindaci accorrono tutti e insieme a loro costruttori, ruspisti, camionisti, albergatori,portualisti. Si muovono finanche i sindaci dei paesi dell’interno.Anche per loro qualcosina potrebbe uscirci . Già negli anni 80 comuni come Buonvicino e Maierà, paesi posti a diversi chilometri all’interno della costa tirrenica , non si sa come riuscirono ad ottenere finanziamenti per le mareggiate. Reperita juvant. E le ruspe intanto sono già al lavoro . Con il mare ancora in piena si buttano massi a mare sapendo di non fermare niente. Le mura si sbriciolano, i lidi franano, gli alberghi vengono allagati,i lungomari crollano. Ma gli interventi restano sempre gli stessi. Nuovo cemento, nuove barriere, nuovi massi. Ricostruzione di quanto abbattuto dalla furia dei marosi questo ha detto subito un rassicurante Loiero. Tutto per ricominciare l'anno prossimo alla solita nuova mareggiata. Ma le cause ? nessuno parla mai delle cause in queste plenarie di sindaci e istituzioni regionali. Chi oserebbe farlo verrebbe subito fischiato e zittito dalla platea questuante. Non è tempo per i guastatori, né per ricordare che una ben più grave minaccia è sepolta sotto i silenzi del Ministero dell’Ambiente e di tutti i sindaci, e sono le navi dei veleni ed i loro rifiuti sparsi per la nostra regione. Oggi si deve parlare delle mareggiate senza chiedersi perchè. Perché oggi il mare è più forte e potente. Eppure il mare è sempre quello, sempre lo stesso ,da sempre. I paesi della costa sono lì dal 1500. Come mai, se lo chiedono questo, i nostri scienziati-geometri, i nostri brillanti sindaci, i nostri esperti della regione, tutto questo avviene negli ultimi venti anni e perchè prima non è mai avvenuto ? Una risposta c’è ed è molto semplice. Perchè l'uomo, il potere dell’uomo , è meglio dire, quello che ha speculato sulla nostra costa, da venti anni ha rubato spazio alle spiagge, al mare, ha imposto nuove barriere, ha limitato la forza delle dune sottomarine, stravolgendo le correnti, rafforzando quindi ancora di più la forza delle onde.
Elenco a mò di comprensione per i sindaci alcune di queste cause:
1) La portualità prima di tutto. Il porto di Cetraro e di Diamante hanno spezzato dagli anni 70 le correnti con i loro bracci . Questo è dimostrato da studi fatti da geologi marini. Adesso si vorrebbe ampliare il porto di Diamante. Un nuovo braccio dovrebbe spezzare nuove correnti e allargarsi per cento metri verso il largo. Gli ambientalisti nei vari ricorsi fatti l’hanno già evidenziato e ben motivato. L’allargamento del braccio porterà a nuove devastazioni verso nord e la spiaggia grande del paese sparirà per sempre, aumentando l’erosione costiera. All’assemblea con Loiero a Diamante è subito accorso da Cosenza anche il vincitore assoluto dell’appalto, il farmacista Santoro. Tutta la strada che porta alla zona portuale dove dovrebbero iniziare i lavori del mega porto è stata completamente devastata. Il ponticello già era stato smantellato, ora non ci sono possibilità di poter iniziare nuovi lavori se prima tutto questo non viene rimesso in condizioni di potervi farvi passare i mezzi. E soprattutto bisognerebbe far rientrare l’opera portuale nei finanziamenti di emergenza !
2) La difesa dura dei massi a mare operata dalle ferrovie dello stato ha spezzato correnti e distrutto fondali. I lavori costati miliardi di vecchie lire, oltre cento di sicuro, vennero contestati da subito dagli ambientalisti e dalla Legambiente in particolare che fece venire un esperto mondiale di erosione costiera, il quale nella Comunità Montana di Paola, nel dicembre del 1990, disse a tutti come sarebbe finita. Nuovi massi , nuove erosioni, nuove spiagge sparite. E così avvenne .
3) Lo strascico sottocosta che continua indisturbato da anni, ha distrutto intere praterie di Posidonia che servivano , quali sono i boschi, a rallentare la forza del mare e modellare le dune sottomarine. Lo strascico nonostante la legge continua indisturbato ed anche quando la capitaneria di Porto viene allertata , da cittadini, per la presenza a pochi metri dalla riva di “paranze a strascico” questa ha difficoltà ad intervenire per mancanza di mezzi. E lo strascico continua senza sosta.
4) Il prelievo delle spiagge con l'avanzamento della linea di costa per farvi costruire case abusive, villaggi, campeggi,alberghi, stabilimenti, non ha più permesso al mare di portare e togliere la spiaggia così come avveniva fino agli anni 60/70.
5) Il blocco dell'apporto della sabbia dai fiumi a causa dei prelievi selvaggi avvenuti negli anni 80, e grazie anche alle continue opere di costruzione di opere di cemento lungo gli argini. Solo 4 anni fa la Provincia permise il prelievo lungo il fiume Lao, ad una ditta privata, di 1 milione di metri cubi di sabbia !

Cosa fare allora ? Di cosa si dovrebbe discutere. Prima di tutto della revisione di tutto il piano della costa iniziando opere di decementificazione. Via tutto quanto c'è di abusivo . Via tutto quanto è stato costruito in zona rossa segnalata dalla stessa regione in carte geografiche. Via i bracci portuali abusivi come quello di Diamante. Stop alla portualità. Stop alla difesa dura. Via ad un piano di ripascimento di tutta la costa iniziando da Tortora e fino a Lametia con tecnologie nuove usate in California, Israele ed anche in Italia ad Ostia. Stop al movimento delle dune sabbiose ed al livellamento di piante sulle spiagge causato dagli stabilimenti balneari e dagli alberghi. Stop allo strascico lungo la costa. Ripiantumazione della Posidonia. Protezione della costa tramite l'avvio del Parco Marino in questa funzione. Solo andando in questa direzione sarà possibile rimettere ordine nella natura e ristabilire le cose naturali. Altrimenti tutto andrà nella solita direzione , dei soliti finanziamenti che l’unica cosa che produrranno saranno solo voti.
Senza dimenticare quello che c’è sotto i nostri mari e sono le navi affondate e che saranno queste a dare il colpo finale alla nostra fragile attività turistica piuttosto che qualche lungomare crollato costruito sicuramente anche in modo abusivo oltre che con materiali e progettazioni scadenti.

da mezzoeuro del 9 gennaio 2010

 

F. Cirillo
10/01/2010
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