Buon compleanno a Stephen Hawking. Compie 70 anni il fisico, matematico cosmologo britannico grazie al quale i buchi neri hanno smesso di essere un'ipotesi fantasiosa.
Le sue teorie lo hanno reso uno dei piu' celebri fisici teorici viventi, e soprattutto negli ultimi anni hanno fatto discutere non poco le sue affermazioni al confine tra cosmologia e religione, come quella secondo la quale è possibile spiegare la creazione dell'universo senza l'intervento di Dio, e che ''non c'e' nulla per l'individuo oltre l'ultima scintilla di vita del cervello'', tanto che il paradiso non e' che una ''fiaba'' per chi ''ha paura del buio''. Una delle sue convinzioni piu’ ferme e’ che la speranza di sopravvivenza dell'umanita' e' nella colonizzazione dello spazio. Ha anche voluto assaporare la sensazione dell'assenza di gravita’ in un volo parabolico, in una delle tante sfide alla forma di atrofia muscolare progressiva che lo tormenta dall'adolescenza e che progressivamente lo ha costretto alla paralisi. Una sedia a rotelle progettata su misura e un computer con sintetizzatore vocale sono i mezzi che gli permettono di comunicare con il mondo.
Ha sfidato la malattia anch nella sua vita privata, con due matrimoni, altrettanti divorzi, tre figli e un nipote. Sua figlia Lucy, scrittrice di libri divulgativi per ragazzi, non puo' fare a meno di riconoscere che il primo a insegnarle a parlare di scienza con un linguaggio ''sempre piu' semplice'' e' stato suo padre.
Nato a Oxford l'8 gennaio 1942 (esattamente 300 anni dopo la morte di Galileo Galilei, come ha sempre tenuto a precisare) Hawking ha sempre descritto se stesso come un bambino disordinato e svogliato, tanto che ha imparato a leggere solo all'eta' di 8 anni. Le cose hanno preso una piega diversa quando gli e' stata diagnosticata la malattia. ''Tutto e' cambiato: quando hai di fronte la possibilita' di una morte precoce, realizzi tutte le cose che vorresti fare e che la vita deve essere vissuta a pieno'', ha raccontato tempo fa lo stesso Hawking. L'universo affascina da sempre e questa passione nel 1963 lo ha portato all'universita' di Cambridge. Gli anni tra il 1965 e il 1975 sono stati scientificamente tra i piu' produttivi della sua vita, quelli in cui ha scritto il suo libro piu' famoso: ''Dal Big Bang ai bichi neri, breve storia del tempo''. Sempre a Cambridge, dal 1976 al 30 settembre 2009 ha occupato la cattedra che era stata di Isaac Newton. Le sue ricerche sui buchi neri hanno permesso di confermare la teoria del Big Bang, l'esplosione dalla quale e' nato l'universo. Dagli anni '70 sta lavorando alla possibilita' di integrare le due grandi teorie della fisica contemporanea: la teoria della relativita' di Einstein e la meccanica quantistica. Una delle sue teorie piu' recenti, formulata insieme al fisico Thomas Hertog, del Cern di Ginevra, prevede che l'universo non abbia avuto un inizio e una storia unici, ma una moltitudine di inizi e di storie diversi. La maggior parte di questi mondi alternativi sarebbe pero' scomparsa molto precocemente dopo il Big Bang, lasciando spazio all'universo che conosciamo. Fonte: ANSA.
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