Abbiamo letto un interessante articolo su Amantea.Net che parla di come si vota dalle nostre parti. Eccolo.
Fonte www.amantea.net
di Spartacus
E’ difficile distinguere i diversi tipi di voto, specialmente nelle elezioni comunali. Tuttavia, non è assolutamente vero che i voti non puzzano. Puzzano. Eccome! Se dico che ad Amantea (ma anche altrove) ci sono pochi voti politici e di opinione e molti voti di famiglia e di clientela non credo di essere lontano dalla realtà dei fatti. Voti di parenti, amici degli amici, compari dei compari, perfino sangiovanni, di gente devota per aver partecipato a battesimi, comunioni, cresime, compleanni, lauree, anniversari e funerali (dalla culla alla bara), ancorché di clienti che confondono il diritto col piacere, il dovere con non so che e la gratitudine col servilismo.
Ora, cosa sono questi voti di se non voti di scambio? E se sono voti di scambio non andrebbero perseguiti per come prescrive la legge? E la stessa difficoltà ad individuarli e sanzionarli non equivale ad una resa preventiva? E, poi, siamo sicuri che coloro che prendono copiosamente questi voti siano i migliori o, salvo eccezioni, i più furbi? E siamo sicuri che i più furbi siano i più intelligenti e capaci?
Un diffuso voto di scambio che coinvolge singoli e gruppi di elettori, associati in diverse forme, visibili e nascoste, chiare e oscure, lecite e illecite. Anzi. Elettori che, il più delle volte, indossano gli abiti di benpensanti e moralisti di giornata, non più in grado di distinguere il nominativo dall’accusativo, ossia il carnefice dalla vittima. Addirittura, elettori che, talvolta, non ricevono neppure promesse dal millantatore di turno, accontentandosi di farsele da sole. Per risparmiare tempo e fatica.
Voti mandarini e voti malandrini, voti assistiti e voti bilanciati per fare eleggere chi fa più comodo, voti familiari, voti clientelari e voti pagati. Voti che puzzano. Liste fatte per vincere a forza. Non liste fatte di idee e progetti, di capacità e dedizione, ma solo ragnatele di parenti, sostegni occulti, di gente che piace perché tace, che parla e scrive sotto dittatura e dettatura, tutti accomunati dalla vanità che rende tutto vano e dal piacere di esserci. Liste che puzzano. Politica zero, idee zero tagliato (che in matematica indica un insieme vuoto), partiti fantasma e sigle sequestrate da pochi boss, voto utile solo per chi lo riceve e massimo per gli affezionati, inutile e dannoso per la comunità, cittadini asserviti e ridotti al rango di elettori a comando, familismo e clientelismo elevati a enne potenza.
Non sarà forse per questa attività di accattonaggio elettorale che siamo precipitati così in basso? E se votassimo in tutta libertà? E se decidessimo di mandare a quel paese padroni e padrini? E se ci riprendessimo il diritto-dovere di votare responsabilmente? E se pensassimo ad un nuovo principio di funzionamento della società? Sarebbe meglio, o no? E’ venuta l’ora, o no?
Se è vero, come si dice, che i voti assomigliano per metà al paese, per un quarto sono peggiori e per l’ultimo quarto sono migliori, non sarà che ad Amantea queste percentuali si sono mischiate in maniera difettosa? Amantea cattiva gente? No. Amantea brava gente in preda alla confusione. C’è bisogno di un chiarimento. Per evitare l’infinita spirale di degrado. Mai Amantea ha vissuto un momento pericoloso come l’attuale. Il penultimatum (che è l’ultimatum che fa pena) è finito. Siamo all’aut-aut. O si cambia o si muore.
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