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Beffe: Il divieto di caccia esisteva già da 7 anniCALABRIA - Dopo il provvedimento della Giunta regionale della Calabria di vietare la caccia nelle zone attraversate dal fuoco, nuova polemica del WWF Calabria che fa notare come si tratti semplicemente di una ennesima beffa in quanto la norma esisteva già da sette anni.
"Una beffa, l’ennesima, si è consumata ieri ai danni dell’ambiente e della fauna calabresi: la Giunta Regionale, dopo la devastante stagione degli incendi che hanno incenerito migliaia e migliaia di ettari di boschi, campi e macchia mediterranea, non ha trovato di meglio che inventarsi un divieto che esiste già, vale a dire quello di cacciare nei terreni percorsi dal fuoco, previsto per dieci anni, all’art.10 della legge 353 del 2000. E’ come se, rispetto all’inquinamento dell’aria prodotto da un’ industria, la Giunta decidesse di vietare il fumo agli operai . E così ancora una volta la montagna ha partorito il topolino, visto che la Giunta Loiero si è guardata bene dal sospendere l’attività venatoria, così come previsto dall’art.19 della legge quadro in materia, a causa degli incendi, della siccità che dura da due mesi e quindi dei danni incalcolabili subiti dalla fauna selvatica. Con una lettera del 7 agosto indirizzata ai Presidenti delle regioni colpite dagli incendi, il WWF, oltre a chiedere il rispetto della legge del 2000, attraverso la mappatura e la delimitazione delle aree percorse dal fuoco, aveva osservato che “solo la sospensione della caccia, almeno per la stagione venatoria che sta per iniziare”, avrebbe garantito” la sussistenza di condizioni minime di sopravvivenza e di tutela della fauna selvatica”. Sarebbe bastato quanto meno rinviare l’apertura, (anticipata invece di ben 16 giorni, come se nulla fosse accaduto), o vietare la caccia anche nelle zone limitrofe a quelle distrutte dal fuoco, proprio là dove si sono concentrati gli animali scampati alle fiamme. Nulla di tutto questo: da domani i sopravvissuti saranno braccati in tutta la regione e chi è scampato ai roghi, sarà preso di mira dalle doppiette. Ma forse alla Regione erano convinti che i cacciatori non aspettassero altro che riversarsi in massa tra la cenere dei campi e gli alberi carbonizzati alla ricerca di prede già arrostite". WWF Calabria - 30-08-200703/09/2007 |
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