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Seminario teatro popolare calabrese

AIELLO CALABRO – Il teatro popolare calabrese è stato il tema di un seminario dal titolo “fra Teatro e Poesia, scena e vernacolo”, tenutosi giorni fa alla Casa delle Culture della cittadina.

Interessanti e seguite da un pubblico giovanissimo, le relazioni di Walter Aloe, attore della Filodrammatica Vincenzo Gallo di Rogliano che ha parlato della farsa popolare attraverso le figure di Carnelevaru e di Trastullo; e dell’esperto Sergio Vizza che ha invece tracciato una storia del teatro popolare calabrese dalle origini ai nostri giorni, tra ritualità e teatralità nella vita e nell’arte, partendo dalla rima rappresentazione teatrale calabrese in vernacolo avvenuta a Castrovillari nel 1635, passando per la maschera calabrese di Giangurgolo, fino ad arrivare alle traduzioni di Dante in dialetto calabrese per opera di Vincenzo Gallo.

Il seminario - organizzato dalla Compagnia Teatrale Aiellese presieduta da Gisa Guidoccio e patrocinato dalla Comunità Montana del Savuto – è proseguito poi con l’intervento dell’attore e poeta Antonio Simarco che ha pure tenuto un laboratorio pratico di teatro all’improvviso e letto alcuni brani di poesia vernacolare.

L’incontro, durato per circa 4 ore, è stato arricchito dalle performance musicali, con zampogna e ciaramella, di Sandro Sottile e dello stesso Vizza.

Bruno Pino
03/01/2006
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Carmen disegni costumi teatro danza in Calabria Teatro calabrese Abiti tradizionali calabresi Costumi tradizionali catanzaresi Teatro catanzarese Costumi tradizionali Regione Calabria Scuole danza in Calabria L’ abbigliamento fa parte della corrente artistica-stilistica e culturale del proprio secolo; è ideato ed eseguito dai sarti anche su idea fornita dal committente. Il tessuto è prodotto da telai a mano, presenti, in genere, in ogni abitazione almeno fino alla comparsa di quelli meccanici; è ritagliato a forbice, imbastito e cucito ancora a mano. Il passaggio da artigiana ad industriale della produzione del tessuto, l’incremento demografico, le correnti stilistiche-artistiche e culturali aumentano la domanda degli abiti in Italia e Europa. Il sarto, tra Ottocento e Novecento, produce abiti con tessuto di produzione industriale e raramente con quello artigianale. La cucitura della stoffa è eseguita a macchina a partire dal XX secolo, ed anche a mano nelle aree rurali. Il mestiere è in fase di declino lento; contribuiscono a questo evento: divisione del lavoro in progetto ed esecuzione a partire dalla seconda rivoluzione industriale, complessità del lavoro, dispendio fisico, costi di produzione, concorrenza aziendale e industriale, assenza di spirito d’ iniziativa. L’ intervento dell’industria definisce da una parte la serializzazione dell’ abito e dall’ altra un minor costo per l’ acquirente; proviene dalla costante divisione del lavoro negli stabilimenti e dalla specializzazione industriale dovuta al mercato; è la trasformazione del lavoro artigiano iniziata con la prima rivoluzione industriale. Le ragioni socio-economiche di questo declino sono da discutere in sedi appropriate. L’ operatività sartoriale è documentata nel suo complesso da tutto il repertorio custodito da musei e ricostruita dagli storici delle arti. La catalogazione dell’ abbigliamento consente il recupero della memoria artistica dei sarti e dei loro sistemi di lavorazione e la salvaguardia di quello che rimane. I Musei, altre iniziative e le botteghe sartoriali fanno vivere ancora la tradizione, anche corretta verso le esigenze del tempo, con le opere e gli eventuali attrezzi da lavoro custoditi; facilitano la conoscenza di quest’ arte agli utenti interessati. Questo definisce la dimostrazione di un’attività lavorativa ancora viva nel territorio nazionale ed europeo, e coinvolge organizzatori, l’ amministrazione cittadina e la stessa città, maestranze, studiosi, cultori in genere e semplici visitatori. Una maggiore attenzione è dovuta a tutte quelle iniziative che riguardano il lato conservativo e la catalogazione dei manufatti con schede di ampio respiro, per apprezzarne il valore storico e culturale. Questo patrimonio necessita di giusti interventi per non assistere alla sua scomparsa con il trascorrere degli anni. I responsabili della promozione turistica locale, provinciale e regionale possono migliorare le informazioni con una maggiore attenzione ai beni esistenti. Un depliant sintetico delle opere ha la sua importanza per i visitatori; dà il primo approccio visivo-culturale verso questa conoscenza artistica che rischia di rimanere nascosta a molti dei residenti e a molti dei turisti, di essere osservata e ammirata solo di sfuggita ed in minima parte soltanto negli spettacoli. Carmen Costumista Progettista Prodotto Moda Back Stage carmenyr1@live.it http://www.carmen-disegni-costumi.com

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