A seguire l'intervento "Il Vizio della memoria", di Francesco Saccomanno del Comitato politico Prc-Se di Cosenza
di Francesco Saccomanno*
Abbiamo l'obbligo, in un momento storico decisivo per la sinistra italiana e particolarmente critico per quella calabrese, di coltivare, come ci ricorda giustamente un insigne giurista, il "vizio della memoria".
Per questo, in occasione del trentacinquesimo anniversario della morte di Nando Aloisio, avvenuta in circostanze sospette il 12 novembre del 1975 a Buonos Aires proprio nel periodo in cui l'Argentina stava per precipitare nel baratro della dittatura fascista, è necessario ricordare la sua figura, anche pensando a delle apposite iniziative pubbliche, per farla uscire dall'oblio dei nostri tempi e per raccontare l'esempio di un uomo che ha rappresentato in modo impareggiabile quella figura che Antonio Gramsci definiva "l'intellettuale organico".
Per chi l'ha conosciuto inizialmente attraverso le "Memorie di lotta", scritti importanti realizzati grazie alla passione politica dell'indimenticato compagno Peppino Verduci ed imperniati sulle vicende politiche del dopoguerra ad Aiello Calabro e nella provincia di Cosenza, ed ha poi approfondito la conoscenza delle sue vicende politiche ed umane vissute tra l'Italia ed il Sud America, rimane indelebile la figura di questo militante comunista colto, figlio del popolo, umile ed impegnato concretamente per l'emancipazione delle classi deboli.
Dobbiamo, e mi rivolgo alla Sinistra diffusa ma in particolare alla Cgil, che oggi rappresenta un baluardo di difesa dei diritti dei lavoratori e dei soggetti deboli e che è stata il riferimento principale, insieme al Partito Comunista, dell'impegno sindacale e di vita di "Nanduzzo" Aloisio nonché dello stesso Verduci, attivarci per rivalutare figure che hanno segnato in positivo la vita e la storia della nostra provincia.
Inoltre, proprio in tempi di crisi vera, economica e democratica, in cui siamo bersagliati da escort, società dell'apparenza, ossessione della sicurezza, rigurgiti di fascismo, razzismo e mito del denaro da perseguire a tutti i costi, disvalori che devastano il tessuto sociale, i beni comuni e le istituzioni, non possiamo non recuperare la validità della testimonianza della generazione degli Aloisio e dei Verduci per ricostruire le nostre comunità.
Dal basso, con l'impegno, con il lavoro, con l'azione politica diretta e determinata, con l'occupazione e la difesa delle terre, questi uomini hanno vissuto il processo di fuoriuscita dal periodo nero del ventennio fascista e dalla miseria cercando di costruire nelle nostra terra le pre-condizioni ideali per realizzare ciò di cui oggi abbiamo ancora concretamente bisogno: un processo reale di allargamento degli spazi di democrazia diretta e di partecipazione popolare.
Cosenza, 11 novembre 2010
*Comitato politico Prc-Se Cosenza
0 commenti.
Per inserire un commento è necessario accedere al sito.