Aiello, un piccolo borgo circondato da innumerevoli campagne, ha una lunga storia alle sue spalle.
Originariamente, i grandi studiosi della storia riconducevano Aiello, o meglio, Ayello, alla famosa citta’ greca di Tyllesium e sebbene evidenti traccie di riconoscimento si rivelano nel luogo, ancor oggi questo dubbio non e’ stato sciolto.
Sul territorio aiellese sono evidenti i segni distintivi della presenza di diverse dominazioni, come quelle romane, greche, saracene e bizantine che in diversi periodi occuparono il paese. Ma solo con l’ arrivo dei Normanni (1059/1193) si hanno le prime documentazioni scritte.
Si narra che nel 1065 Roberto il Guiscardo e suo fratello Ruggero, conquistatori del Sud d’ Italia, dovettero affrontare una dura resistenza per impossessarsi di Aiello, assediando per quattro mesi il suo castello.
Era evidente l’ attaccamento del duca Roberto alla citta’ di Aiello e alla vicina Terrati, per esso luogo di grande culto religioso e innumerevoli saranno i suoi interventi e provvedimenti a favore delle istituzioni religiose di Aiello che in periodo era alquanto isolato poiche’ oggetto delle razzie dei Saraceni E’ sotto la dominazione normanna che Aiello diventa un importante centro nevralgico e funzionale all’ intero circondario.
La dominazione normanna fu seguita dalla quella degli Svevi(1194/1250) con a capo il geniale imperatore Federico II che in settant’ anni di dominio porto’ un grande progresso e un benessere sociale anche per le classi sociali meno abbienti.
Dolorose furono le conseguenze all’ avvento degli angioini(1266/1442). Carlo I D’ Angio’, re di Sicilia nel 1265 nomino’ castellano di Aiello Guglielmo Usvaldo. Nel 1268 gli angioni subirono la rivolta di Corradino, figlio di Federico II, che vide la resistenza di Aiello ed Amantea contro Pietro Ruffo.
Gli angioini superarono ogni difficile situazione, ogni tradimento, ponendo la propria egemonia sui terrotori che non avevano nessuna intenzione di cedere ad altro popolo.
Il periodo della dominazione angioina e’ ricordato come uno dei piu’ buio della storia aiellese e a pagare le conseguenze furono le classi piu’ povere, rese ancora piu’ povere dal forte aumento di tassi e dazi.
Con Alfonzo I di Aragona inizia la sovranita’ spagnola in Calabria ( 1442/ 1503) e anche un periodo di forte prosperita’ economica, sociale e culturale. La stampa fa il suo ingresso nella societa’ di Aiello che si trova a vivere anni d’ oro soprattutto nella seconda meta’ del secolo quando accresce il suo sviluppo e la sua espansione economica e demografica.
In questo periodo fanno il loro ingresso nel territorio le nobili famiglie dei Di Malta, Giannuzzi, Liguori, Gallo Amato, Borazio che influenzeranno di molto le scelte sociali del paese.
Morto Alfonso I D’ Aragona, Francesco Siscar, suo nominato, soffri’ molto le conseguenze dell’ attacco che gli Angioini mossero agli Aragonesi.
Aiello nel 1574 passa alla nobile famiglia dei Cybo Malaspina che resteranno al potere fin’ oltre il 1700 e in questo lasso di tempo si ha la costruzione della chiesa di S. Giuliano, la Cappella nel convento dei Minori Osservanti e la contea di Aiello divenne “ Marchesato” in primo momento e “Ducato” in seguito.
Questi attimi di luce furono rabbuiati da tristi episodi come la carestia del 1604/1606, la crisi monetaria del 1622,
il terribile terromoto del 1638 che causo’ gravi danni e perdite. Ma forte sulle proprie gambe, Aiello guidato da persone potenti riesce a risalire dalla sua bassa fortuna e ad essere descritto dall’ abate Pachinelle, in visita nel 1693, come un paese prospero nonostante la notevole riduzione di popolazione.
Allontanatosi quasi del tutto i Cybo Malaspina, Aiello subi’ un nuovo dominio da parte dei Borboni il cui sopo principaleera l’ attuazione di una politica liberale e di sviluppo e a paterne le maggiori conseguenze furono nobilta’ e clero che persero parte dei loro privilegi.
La rivoluzione napoletana del 1799 fu appoggiata dagli aiellesi che sognavano i principi liberali che essa propugnava.
Ma questi sogni svanirono in poco tempo sopraffatti da una realta’ di dure imposizioni da parte dei francesi, reduci della loro rivoluzione del 1789. Cosi Aiello si rassegno’alla reazione del cardinale Ruffo che nomino’ suo amministratore il barone De Dominicis. Tra atti di violenza e sollevazioni popolari le condizioni del paese peggiorarono smisuratamente finche’ nel 1808 re Giocchino intrarprese iniziative per sollevare Aiello dalla sua bassa fortuna.
E fu proprio esso ad emanare la “ Legge eversiva della feudalita’” e approvo’ l’ abolizione dei patrimoni ecclesiastici costringendo il nobile De Dominicis a dimettersi dal suo ruolo di amministratore.Dalla meta’ del diciassettesimo secolo le condizioni demografiche di Aiello registrano un aumento di popolazione che comunque non durera’ per molto in quanto gia’ negli anni sessanta i paesi verranno abbandonati per andare incontro al richiamo della citta’.
Nel 1905 un grave terremoto provoco’ il distacco di enormi parti di roccia su cui era stato costruito il castello che si andarono ad abbattersi su case e strade distruggendo e seppellendo tutto cio’ che era sul loro cammino.
Ricostruita , Aiello nel 1928 ebbe il cambio del nome in “ Aiello Calabro”.
Colpita e mai affondata delle guerre che si sono svolte nel corso degli anni, Aiello Calabro ha resistito al trascorrere del tempo e alla pesantezza dei piedi che hanno percorso le sue vie, le sue vinelle, le sue piazze…
Dalle rughe del suo volto si nota la sua antichita’, dal colore del suo cielo si vede quanto questo paese ha lottato e quanto ancora lottera’ per la sua liberta’ e per la sua storia da conservare e raccontare a chi la vuole ascoltare.