Vorrei ritrovare il tuo sorriso nei tanti passi
Che muovo in questi giorni di luminosa gioventù.
Vorrei amarti da lontano e viverti in mille pensieri
Senza sentirmi mai inopportuna.
Vorrei svegliarmi e trovare la tua mano che mi accarezza la schiena
E riaddormentarmi sulla tua pelle che odora della vita che vorrei
E dell’ amore di cui non posso più privarmi.
Vorrei morirti sul petto tatuandoti sopra quello che avrei voluto fosse di noi…
Un amore, senza inizio e senza fine…. Senza concetti, nè definizione, solo amore.
Una poesia è quel che si sente quando i silenziosi pensieri trovano le giuste parole per parlare ed esplodere nell’euforia di un momento.
Una poesia è l’indefinibile sensazione di camminare su un muro e vedere il mondo correre e non rendersi conto che a correre sono le nostre gambe.
Cos’è la poesia se non quell’aquilone di un bambino che sorvola cieli infiniti?
Cos’è la poesia se non quella passione che ci cattura senza rete, nè fili e ci tiene prigionieri nell’eternità di un sentimento che non troverà mai fine?
La poesia è quella rabbia di scappare via da tutto ciò che di indegno ci offre questa vita….
E’ quel nascondiglio segreto che ci protegge dal gelo delle speranze morte…
La poesia è un pensiero afferrato in fretta e trascritto nella memoria del ricordo…. E’ un sogno che vive sopra le righe di un sonetto, di una prosa, di una lirica…..
Facile o difficile da interpretare, la poesia è una compagna di vita che non abbandona, non muore mai, non ha età….
…. E anno dopo anno diventa sempre più bella, più malinconica, più solitaria, sempre più ricca di significati dedicati a chi li vuole cogliere,come una conchiglia, trovata per caso su una spiaggia affollata…. Raccolta e pulita dalla sabbia che nasconde le sue meraviglie….. una piccola perla, un gioiello inaspettato….. come una poesia letta per caso su una vecchia antologia di tanti anni fa, che trasmette la pace di una musica di primavera……
E’ la poesia che aiuta a risalire dalla tristezza di esistenze vuote e calpestate, non comprese….. ed è essa che dà le certezze che talvolta vengono a mancare.
Sono una colomba
Ma non ho ali,
solo pensieri e poesie
che mi vivono dentro.
Si, la poesia dà certezza e può diventare anche una ragione di vita, in questa vita che si allontana sempre più dalla semplicità e dalla quiete, dall’essere felici con poco, dalla gioia di dare senza aspettarsi nulla in cambio…. Come possono fare le poesie che,con o senza titoli, firmate o anonime, possono anche diventare il sogno reale di un paese, un piccolo paese come Aiello Calabro, vecchiamente artistico e vestito di quotidianità e riflessi di mare, pieno di finestre grondanti gerani in fiore e gente che osserva il cielo mentre le foglie volano e in una poesia, scritta con mano tremante, riporta le emozioni trasmesse dal danzare delle foglie cullate dal vento, in una notte di quasi inverno….
E se molte sono state le traccie che Aiello ha lasciato nella storia per i grandi valori e antiche tradizioni degli abitanti vissuti nei secoli trascorsi, non si può fare a meno di ricordarlo anche come il paese che ha dato i natali a tanti scrittori_ poeti, che hanno creato e continuano a creare l’ARTE POETICA in questo borgo, che Antonio Fogazzaro definirebbe Piccolo Mondo Antico.
Molti di questi poeti aiellesi decidono di non rivelarsi, ossia di non pubblicare le poesie che monopolizzano e decidono, arricchiscono la loro vita,ed inconsapevolmente e anche egoisticamebrnte privano delle grandi emozioni delle loro opere….
Questi poeti nascosti, che gli aiellesi definiscono poeti minori, sono persone comuni, che scrivono per il grande piacere che può derivare da tale cosa e vengono penalizzati dalla timidezza e dalla paura di non esser capiti e quindi di non compiacere il pubblico lettore.
A far conoscere le poesie agli abitanti del paese è lo scambio da una persona all’altra…
Si sa, la gente ama parlare e raccontare le storie altrui, fantasticarci sopra ed inventare leggende…. E tutto cio’ accade anche per le poesie.
Ma se Aiello è pieno di piccoli poeti, vi sono anche i grandi poeti, dannunzianalmente definiti “Vati”, i quattro grandi vati, che hanno sfidato ogni timore e, bando ad ogni altro sentimento di scoraggiamento, hanno pubblicato le loro raccolte di poesie.
Giulio Di Malta, Mario Pucci, Livia Naccarato, Gaetano Coccimiglio: questi i nomi dei poeti che hanno regalato al loro paese una corona d’orgoglio...
Scritte in italiano o i dialetto, a verso sciolto o in rima, le loro poesie rappresentano un riferimento a cui appoggiarsi in ogni momento, di gioia o di tristezza, di delusione o di preghiera, di vicinanza con Dio, di rimpianto.
E nonostante l’evoluzione tecnologica ha sviato l’interesse della gente dalla lettura e da tutto ciò che ha rappresentato e rappresenta ancora, gli appassionati della poesia resistono tra tanti disertori e difendono a spada tratta il solo mondo che li ha fatti sognare fra una manciata di versi e di sconosciuta classicità.