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Il Parco Archeologico di Serra Aiello (Cs)

Il Parco ArcheologicoCozzo Piano Grande, posto a 356 metri s.l.m., è il primo dei colli a sommità pianeggiante posto tra Imbelli ad ovest e Chiane ad est e tra i fiumi Olivo e Ribes a Nord e Sud a circa 3000 metri di distanza dalla linea di costa. Come gli altri due colli serresi (Cozzo Carminenatonio e Chiane), gode di una particolare posizione panoramica da cui esercitare il controllo di una lunga fascia costiera e delle vie di comunicazione lungo il fiume Olivo, tramite le quali in passato si poteva rapidamente raggiungere la Sibaritide. Tale peculiarità ha fatto sì che tutta la zona fosse abitata sin dalla protostoria e che ora dagli studiosi è considerata a forte rilevanza archeologica.

Proprio Cozzo Piano Grande (nella foto), sarà la sede di un Parco archeologico il cui progetto preliminare presentato dal Comune di Serra (responsabile del procedimento il geometra comunale Emilio Aveni, mentre i progettisti sono gli ingegneri Gaetano Sicoli e Franco Froio, presidente quest’ultimo del gruppo Alybas che collabora attivamente con la Soprintendenza archeologica della Calabria), è stato di recente approvato dalla Regione nell’ambito dell’APQ Beni Culturali del POR Calabria 2000/2006 e finanziato con delibera CIPE 20/2004 per 500 mila euro.

Il terreno interessato al progetto, che ricade interamente nel Comune di Serra d'Aiello e per il quale la Soprintendenza archeologica della Calabria ha posto il vincolo archeologico, è esteso per mq 34.250, mentre la superficie totale da acquisire per la realizzazione del Parco è di circa 27.000 mq. I lavori che interesseranno l’area, una volta acquisita dai privati (che hanno comunque espresso la volontà di cessione volontaria), prevedono in primo luogo lo scavo archeologico necessario alla messa in luce delle evidenze antiche presenti sul pianoro, solo in piccola parte conosciute e i lavori di restauro necessari a consentire la loro fruizione. Saranno poi realizzate le necessarie opere di valorizzazione e sistemazione del complesso, percorsi interni, pannelli didattici, oltre che le infrastrutture necessarie alla gestione e alla protezione del parco.

Il Parco, che è il primo tassello di un più esteso e ambizioso progetto di valorizzazione del comprensorio collegato all'antica Temesa, offre una eccezionale occasione di sviluppo per il comune di Serra d’Aiello, ed a ragione si può considerare come il fiore all’occhiello dell’Amministrazione comunale guidata da Antonio Cuglietta. Il primo cittadino di Serra non cela la sua soddisfazione per questa importante opera che dovrà valorizzare tutto il patrimonio archeologico ritrovato in questo territorio (in seguito il progetto dovrebbe essere accompagnato dalla realizzazione di un Museo Archeologico che accoglierà i già numerosi reperti di grande valore che sono venuti sinora alla luce dallo scavo della necropoli in località Chiane) e che, naturalmente, rappresenterà una delle più importanti attrazioni turistiche del comprensorio con tutti i benefici conseguenti.

Dello stesso tenore, anche in considerazione dei dati scientifici che la realizzazione del progetto consentirà di acquisire, il compiacimento di Luigi La Rocca, Funzionario Responsabile di zona della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria e direttore delle campagne di scavi che da due anni si stanno conducendo a Serra d’Aiello.

Secondo La Rocca - che ha sottolineato l’impegno della Soprintendenza Archeologica calabrese affinché tale progetto di valorizzazione andasse in porto – «il territorio di Serra d'Aiello conserva alcune delle principali testimonianze archeologiche da mettere in relazione con il sito di Temesa, la città indicata dalle fonti storiche, da Omero a Strabone, come centro a vocazione emporica deputata agli scambi commerciali di metalli».

L’archeologo della Soprintendenza, col quale abbiamo avuto modo di approfondire la questione, ci ricorda gli interventi di ricerca e scavo che hanno riguardato l’area, e tra questi, in particolare, quelli degli anni ‘80 a Cozzo Piano Grande che è risultato essere abitato tra l'Età del Bronzo e l'età ellenistica e quelli a metà degli anni ’90 in località Imbelli, sul versante Nord-Ovest di cozzo Piano Grande, che hanno messo in luce un edificio sacro di età arcaica identificato con l’Heroon di Polites, «il santuario dedicato dai Temesani al compagno di Ulisse da essi stessi ucciso e che, secondo il racconto di Pausania e Strabone, trasformatosi in demone terrorizzava gli abitanti del circondario».

«La potenzialità archeologica del sito di Cozzo Piano Grande, solo accennata dagli scavi finora effettuati – spiega La Rocca - è davvero rilevante in quanto, anche in conseguenza della già menzionata particolare conformazione e posizione del pianoro, esso è interessato da fasi di occupazione che coprono senza interruzioni più di un millennio».

La seconda campagna scavi conclusa a fine ottobre u.s. riguardante la necropoli di località Chiane (bilancio: 12 tombe e centinaia di reperti portati alla luce, risalenti al periodo tra la fine del IX sec. e gli inizi del VII sec. a.C., che si sommano alle 14 della campagna 2004), evidenziano ancora di più l’eccezionale interesse archeologico dell'area di Serra d’Aiello, che sempre di più si può identificare con Temesa per «la tipologia dei materiali scoperti, l'elevato numero di oggetti di bronzo rinvenuti, l'elevato grado di organizzazione sociale che la necropoli rivela». Quella Temesa cantata da Omero, centro in cui mercanti greci e orientali si recavano a scambiare il rame con il bronzo.

«La possibilità di evidenziare l'organizzazione di un villaggio protostorico anche mediante ricostruzioni basate sui dati scientifici che gli scavi mettono a disposizione, il buono stato di conservazione delle strutture ellenistiche pertinenti ad una delle fattorie di maggiore estensione note sulla costa tirrenica calabrese, le possibilità di musealizzazione offerte da corredi funerari di straordinario interesse – conclude La Rocca - fanno ritenere necessaria la realizzazione di un progetto complessivo di valorizzazione che preveda la sistemazione e dunque la possibilità di visita delle aree archeologiche e la creazione di un locale Antiquarium che possa conservare anche localmente, e dunque offrire al pubblico, la testimonianza del proprio passato».

Bruno Pino

11/11/2005
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