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Rifiuti Fiume Oliva: non tutto quello che viene scritto è VERITÀNon è stata confermata la presenza di scorie radioattive. Confermata invece dalla Procura la presenza di oltre «100mila metri cubi di rifiuti industriali», ma non ci sono ancora dati scientifici sulle sostanze trovate nel Torrente Oliva. Il comitato De Grazia che cerca di seguire da vicino i lavori di carotaggio può confermare che le uniche certezze fino ad oggi riscontrate, sono la presenza di almeno otto discariche illecite rinvenute nell'Oliva, salvo che i lavori dell'ultima ora (i carotaggi si concluderanno martedì prossimo) non riservino - come si sospetta - ulteriori brutte sorprese. Fiume Oliva - Purtroppo in questi giorni c'è una gran confusione sui giornali, sulla natura dei rifiuti trovati nell'Oliva. In particolare l'articolo di recente pubblicazione sul quotidiano nazionale "la Repubblica" dal titolo «Calabria, rifiuti tossici sotto al fiume "Oltre quattromila persone a rischio"», datato 1 luglio 2010, ha provocato reazioni a catena con dichiarazione che si susseguono sulle pagine dei giornali e siti web tra i rassicuratori e coloro che sono invece allarmati dalle notizie apparse su quotidiani nazionali e locali.
L'articolo di Repubblica firmato dalla giornalista Anna Maria De Luca, è una articolo che riporta molte verità, ma basandosi su documenti ormai datati, vecchi, rispetto allo stato dell'arte. L'articolo fa presumere che i carotaggi abbiano confermato la presenza di scorie radioattive scrivendo «Dai carotaggi ordinati dal Procuratore di Paola Bruno Giordano (...) emerge la presenza del cesio 137», ma ad oggi non è così, non vi è certezza della presenza di scorie. L'articolo fa probabilmente riferimento alla relazione dell'Arpacal trasmessa alla procura di Paola il 2 marzo 2009 sugli esami strumentali condotti in superficie ("analisi radiometriche campali") sulla cava definita radioattiva. Ma solo le analisi di laboratorio condotte sul terreno prelevato in profondità durante i lavori di carotaggio di queste ultime settimane, potranno confermare o meno la presenza di scorie radioattive o, come si sta ipotizzando in questi ultimi tempi - ma sempre sulle pagine dei giornali - la presenza di minerali radioattivi di origine naturale. Oggi, partendo da quella perizia e dai risultati delle altre consulenze affidate dalla Procura a tecnici di rilievo nazionale, si sta cercando di andare avanti, capirne di più. Ad oggi ancora non sono stati effettuate, né quindi diffusi, i risultati delle analisi che si dovranno condurre sui campioni di terreno prelevati durante i carotaggi che si concluderanno martedì prossimo. Pertanto è necessario studiare a fondo, capirne di più, anche dal punto di vista sanitario e non fermarsi all'aspetto scientifico dei materiali rinvenuti. Come scriveva Brancati nella sua perizia: «tutti i dati presentati confermano altresì la necessità ormai di approfondire il livello di analisi con indagini epidemiologiche di campo in uno con le attività di sorveglianza sanitaria, risk management, e bonifica ambientale». Allora che si facciano queste analisi! Il comitato De Grazia nel 2005 ha cercato di far condurre questo studio all'Asl n. 1 di Paola coinvolgendo i medici di base del comprensorio di Amantea, con scarsi risultati. Speriamo con il cambio ai vertici dell'Asp di trovare maggiore sensibilità verso la problematica che molti trovano scomoda e cercano di ignorare. Il presente non è un articolo di smentita o di rassicurazione, ma di gente che ama e crede di inseguire "onestamente" la verità fondata, però, sui fatti.
Comitato Civico Natale De Grazia06/07/2010 01:08:44 |
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