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Lisa Caputo Nowak nei guai per amore

Lisa Caputo Nowak nei guai per amore

 

Lisa Caputo, l'astronauta aiellese

LISA CAPUTO NOWAK, la prima donna astronauta italo americana che nel luglio 2006 partecipò alla missione NASA STS-121 con il Discovery Shuttle, è stata arrestata dalla polizia di Orlando in Florida, alle 4 di lunedì mattina circa del 5 febbraio scorso e poi rilasciata, nella serata di martedì 6, dietro una cauzione di 25 mila dollari. L'accusa a suo carico è tentato omicidio.

La notizia, diffusa nel tardo pomeriggio del 5 febbraio dal quotidiano Orlando Sentinel, ha fatto subito il giro del mondo, rimbalzando nelle prime ore del giorno dopo in Italia ed in particolare ad Aiello Calabro, cittadina della provincia di Cosenza dalla quale i nonni paterni di Lisa sono emigrati per l'America i primi del Novecento.

Sono appena passate le 8 di martedì mattina, prima che le principali agenzie stampa battessero il comunicato, quando apprendiamo il fatto da Paolo D'Angelo, segretario dell'Italian Space Society. Presto, la notizia si diffonde anche a tutta la comunità che attendeva la visita dell'astronauta della Nasa per la prossima estate. Lo stupore e l'incredulità sono le prime reazioni. Il pensiero di tanti è andato alla famiglia dell'astronauta e qualcuno ha anche espresso via email la vicinanza e la solidarietà della comunità ai genitori di Lisa, Alfred e Jane, che in quel momento di difficoltà erano in forte ansia per la figlia.

I FATTI . Come risulta dalla confessione resa al detective William Becton, Lisa Caputo Nowak, classe 1963, separata da qualche settimana dal marito Richard e madre di 3 figli, era in relazione con Bill Oefelein, pilota nell'ultima missione Nasa del dicembre scorso. Non una vera e propria relazione sentimentale, dice la stessa Lisa, ma molto di più di un semplice rapporto di lavoro. In ogni modo, quali che siano i sentimenti che prova per il pilota quarantunenne, la gelosia le deve aver fatto perdere la testa quando ha saputo – galeotte delle email – che Oefelein aveva un flirt con Coleen Shipman, 30 anni, anche lei impiegata come ingegnere al Kennedy Space Center di Huston. Così, venendo a conoscenza che la Shipman era in volo da Huston a Orlando, non ci pensa due volte e si mette in viaggio in macchina, affrontando 1600 chilometri in 12 ore, e attende, ben camuffata, l'aereo che atterra all'una e cinque del mattino del 5 febbraio. Da li a poco, il tentativo di aggressione della rivale.

Come dirà la stessa astronauta – fermata poco dopo dalla polizia, che nel corso della giornata la accuserà di tentato omicidio -, con Coleen voleva solo parlare, forse spaventarla un po', e costringerla a confessare la relazione sentimentale. Poi, da quanto ha raccontato l'aggredita, deve aver perso l'autocontrollo che le ha cagionato sinora, oltre ai problemi con la giustizia (il processo dovrebbe tenersi il 20 di febbraio), anche la sospensione per 30 giorni dall'incarico alla Nasa e da tutte le attività collegate alle missioni spaziali (a marzo avrebbe dovuto far parte di un lancio come specialista di missione).

LA VISITA IN CALABRIA . Ad Aiello Calabro, un paesino del basso Tirreno cosentino da cui il nonno paterno di Lisa emigrò con i genitori nel 1913, la vicenda che l'ha vista coinvolta è stata seguita con particolare interesse, e nello stesso tempo, con apprensione e simpatia per l'astronauta desiderosa di visitare l'Italia, che nel luglio 2006 sul Discovery ha portato la bandiera tricolore. Il particolare attaccamento alla patria dei suoi nonni, Lisa lo aveva ribadito anche in una intervista esclusiva rilasciata al Quotidiano della Calabria. In quell'occasione, aveva detto che i suoi più bei ricordi dell'infanzia erano legati alle riunioni di famiglia con i parenti italiani. Ai piacevoli pranzi con cibo italiano, ai dolci di una delle pasticcerie italiane di Filadelfia e alla voce dei nonni che parlavano italiano. Nell'intervista aveva confessato al cronista di essere contenta di poter un giorno venire in Italia, visitare le tante città d'arte e presentare le sue esperienze di astronauta nel paese delle origini paterne che stava predisponendo un progetto, ancora in bozza, da inoltrare alla Nasa per averla come ospite nella prossima estate.

Il comune tirrenico, infatti, che come tanti altri centri del Meridione ha vissuto il dramma dell'emigrazione, da tempo sta cercando di riallacciare i rapporti con i suoi emigrati. In questa ottica, la presenza di Lisa Caputo Nowak in Calabria - ideale discendente dell'aiellese Angelo Manetti, membro dell'equipaggio di Colombo - avrebbe rappresentato una magnifica occasione sotto diversi aspetti come rinsaldare il ponte tra l'Italia e le Comunità di Italiani all'Estero; omaggiare una donna che ha contribuito ad aprire i confini della scienza al sesso femminile; realizzare un evento di grande interesse sotto il profilo scientifico e culturale con la partecipazione attiva delle scuole. Da quanto si sa, il calendario delle iniziative prevedeva alcuni incontri, oltre che con le scuole, con i rappresentanti istituzionali della Calabria; con il mondo Accademico e scientifico, in particolar modo con l'Università della Calabria; con la stampa scientifica e le tv regionali. In particolare, durante queste giornate calabresi, il Sindaco del comune di Aiello Calabro avrebbe conferito a Lisa Caputo Nowak la Cittadinanza Onoraria e le Chiavi della Città.

Ora però, alla luce di quanto è accaduto, per dare o meno un seguito all'idea, si dovranno attendere le risoluzioni che prenderanno, da un lato, la giustizia americana e dall'altro, quelle dello stesso Ente spaziale americano che avrà un ruolo fondamentale per le sorti della carriera dell'astronauta.

C'è chi pensa, comunque, che Lisa in Calabria – naturalmente quando le sarà possibile – dovrebbe venirci lo stesso. In fondo, ha dimostrato tutta la sua passionale calabresità, quando alla rivale ha spruzzato quello spray al peperoncino.

IL PROFILO. Ingegnere aerospaziale, nata nel maggio del 1963, laureata in scienze presso la "U.S. Naval Academy", dopo varie specializzazioni, nel 1996 Lisa Caputo è stata selezionata dalla Nasa e chiamata in servizio presso il "Johnson Space Center" come responsabile, nella "Mission Control", delle comunicazioni tra la base e gli astronauti. Ha fatto parte dell'equipaggio che nel luglio 2006 è andata in missione (STS-121) sulla Stazione orbitale internazionale con il compito di guidare il braccio robotico per i lavori esterni alla navicella spaziale.

Fonte: Il Quotidiano della Calabria
07/02/2007
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