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Appello ribadisce la condanna di Saddam

Bagdad. Corte d'appello ribadisce la condanna di Saddam Hussein. "Esecuzione entro trenta giorni"



La Corte d'appello ha confermato la condanna a morte per Saddam Hussein, accusato dalla giustizia irachena di crimini contro l'umanità: secondo il portavoce del tribunale Raed Jouhi, i giudici hanno ribadito la responsabilità dell'ex rais nel massacro di 148 sciiti dopo il fallito attentato alla sua vita nel 1982.

Jouhi ha aggiunto che secondo la legge irachena, Saddam dovrà essere giustiziato entro un mese. E non ha nessuna possibilità di ottenere la grazia o di vedere commutata la sua pena: le regole della giustizia irachena escludono queste possibilità.

Nemmeno il presidente della Repubblica può intervenire. Il primo ministro iracheno Nuri al-Maliki, membro della maggioranza sciita perseguitata dal regime sunnita di Saddam, ha dichiarato di desiderare l'esecuzione dell'ex rais entro la fine dell'anno.

Con Saddam sono stati condannati anche il suo fratellastro Barzan al-Tikriti e il giudice Awad al-Bander, imputati del massacro di Dujail, la città sciita in cui fu compiuto il massacro del quale è accusato l'ex dittatore.

A circa 60 km da Bagdad, la città fu teatro prima di un attentato, fallito, ai danni di Saddam che, per vendicarsi, ordinò di torturare e uccidere 148 abitanti della cittadina. C'erano anche donne e bambini: vennero tutti prima imprigionati e poi deportati in un campo dislocato nel deserto da cui molti scomparvero senza lasciare traccia. Tutte le risorse agricole di Dujail furono date alle fiamme dall'esercito.

I testimoni che hanno inchiodato Saddam, molti dei quali hanno preferito rimanere anonimi e farsi alterare le voci dal computer, hanno raccontato di rapimenti e torture aggiungendo spesso particolari raccapriccianti. Ahmed Hassan, 38 anni, ha dichiarato di essere stato catturato e trasportato in un palazzo dell'intelligence a Bagdad. Dopo essere stato torturato fu portato in una stanza in cui si trovava un tritacarne da cui fuoriuscivano dei capelli umani e molto sangue.

Una donna, il testimone "B", scoppiò a piangere in aula descrivendo cosa le era capitato: i soldati l'avevano costretta a spogliarsi nuda davanti a loro, torturata con dei fili elettrici con cui era stata anche frustata.

L'ex rais, interrogato dai giudici, aveva fornito come unica spiegazione alle testimonianze che le sue direttive erano state quelle di "radere al suolo le fattorie dei condannati. Il governo ha il diritto di confiscare o di premiare, dunque - aveva concluso - quale sarebbe il crimine?".

(° fonte Repubblica.it)

Mi piacerebbero le vostre opinioni nei commenti.

a cura di D. Amendola
27/12/2006
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