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L'anno che cambiò il mondo

dal 44 avanti Cristo al 1989

L'Economist cerca di stabilire qual è stato il momento più importante
Gli storici d'accordo su una cosa: vanno escluse le date religiose

dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA - Il tempo fugge, scriveva Virgilio (intorno al 30 avanti Cristo), ma della sua precipitosa corsa rimane qualcosa: un numero, una data, un anno. Ridendo e scherzando, come si suol dire, o più verosimilmente piangendo e soffrendo, considerato quello che è accaduto fra attentati terroristici, disastri naturali, virus pandemici e collassi economici, si avvia a conclusione il primo decennio del ventunesimo secolo, gli anni Duemila, e il momento sembra opportuno per guardare indietro. Dal piedistallo del 2009 in cui ci troviamo, possiamo stabilire quale è stato l'anno più importante della storia? Il quesito è posto da Intelligent Life, supplemento dell'Economist. "E' un gioco", concede Andrew Marr, ex-stella della Bbc, "ma anche una cosa seria": un modo per riflettere su cosa siamo, chi siamo, da dove veniamo e possibilmente dove andremo. Gli esperti consultati dalla rivista naturalmente non raggiungono un accordo. Al massimo, in una discussione del genere, ciascuno può dire la sua. Ecco dunque una parata di date che si candidano al titolo di "più importante della storia". 

L'anno 0 dell'era cristiana, indubbiamente, è un candidato forte: senonché gli stessi Vangeli generano confusione, Matteo colloca la nascita di Gesù sotto il regno di Erode il Grande, che morì nel 4 a. C., Luca scrive che nacque durante il primo censimento della giudea, che avvenne nel 6 d. C., il consenso degli storici (laici) è che venne al mondo tra quelle due date, forse nell'anno 0, forse nel 5. Ma il vero problema, come osserva nell'introduzione al dibattito il "moderatore" Marr, è che se i cristiani sceglierebbero l'anno 0, i musulmani sceglierebbero il 622, anno della migrazione del Profeta a Medina. Considerato che l'anno più importante della storia dovrebbe avere valore universale, le date religiose, in mancanza di una che coinvolga tutti, dovrebbero essere automaticamente squalificate. 

Lo stesso vale per molte guerre e avvenimenti politici. La morte di Giulio Cesare (44 a. C.) o la caduta di Costantinopoli (1453 d. C.), furono date grandiose per l'Europa cristiana, ma è difficile sostenere che causarono eccitazione in Cina. Il 1492, scoperta dell'America, apre l'era delle grandi esplorazioni che porterà fino alla Luna; così come il 1439, invenzione dei caratteri a stampa di Gutenberg, avvia il grande viaggio della comunicazione che conduce fino a internet. Il 1776, indipendenza degli Stati Uniti, apre la strada alla moderna democrazia liberale e alla superpotenza che eredita lo scettro dell'Impero Romano e di quello Britannico: ma resisterà alla sfida con quello Cinese? Il 1945 segna la fine della guerra più tremenda e del nazismo; e segna anche, con la bomba nucleare, l'avvio dell'era atomica. Il 1989, con la caduta del muro di Berlino, introduce la fine del comunismo e fa da prologo alla globalizzazione. 

Ma forse, conclude provocatoriamente Intelligent Life, l'anno più importante della storia sarà il 2009: se in autunno al summit di Copenaghen sul cambiamento climatico le potenze della Terra non si metteranno d'accordo, avremo sprecato l'ultima chance di salvare il pianeta. 

(17 giugno 2009)

fonte: Repubblica.it
18/06/2009
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