Aranciate senza arance. Tutti contro il via libera del Senato
Giù le mani dalle aranciate con succo d’arancia, dalle limonate con succo di limone, dal vino con succo d’uva. Sono un patrimonio alimentare e culturale nazionale. E costituiscono una importante filiera economica.
Il Senato ha dato il via libera alle ”aranciate senza arance” e per fortuna la cosa non è passata sotto silenzio.
Partiti, organizzazioni agricole, ambientaliste e dei consumatori ma anche la Fipe (la federazione pubblici esercizi) sono scesi in campo contro la norma, contenuta nella Legge Comunitaria votata la scorsa settimana a Palazzo Madama e passata alla Camera, che legalizza queste ”bevande dai nomi di fantasia”. Sembrano aranciata o limonata perche’ ne hanno il colore e l’aroma, ma al loro interno non hanno nemmeno una goccia di agrumi. Queste bibite sono previste dalla legge europea e ogni anno si rischia di ritrovarsele in Italia con il passaggio in Parlamento del disegno di legge delega comunitaria. Finora, pero’, i deputati avevano sempre detto no alla norma ‘anti-vitamina C’, che prevede la cancellazione della percentuale minima del 12% di succo di agrumi per le bibite analcoliche colorate.
Il capogruppo del Pd nella commissione agricoltura della Camera, Oliverio, ha accusato il Ministro delle Politiche Agricole Zaia di “legalizzare la frode delle aranciate senza arance”, e il governo di ”piegarsi al volere di poche multinazionali”. Fabio Rainieri, parlamentare della Lega Nord, ha detto ”no a qualsiasi altro genere di europorcherie che Bruxelles tenta di rifilarci”, mentre Ruvolo (Udc), ha parlato di truffa e si e’ appellato a Zaia ”affinche’ non penalizzi il settore”.
Durissima anche la Coldiretti. “L’arrivo delle bibite all’arancia senza arance e’ la pericolosa conseguenza di una deriva che ha gia’ portato al via libera comunitario al vino ’senza uva’ realizzato dalla fermentazione di frutta, dai lamponi al ribes oltre che al formaggio prodotto a partire da caseina e caseinati invece del latte e al cioccolato con grassi diversi dal burro di cacao”. Ha parlato di ”inganno nei confronti dei consumatori” la Cia-Confederazione italiana agricoltori, che lamenta anche i possibili danni ai produttori agricoli. E gli ambientalisti non sono da meno. “E’ ridicolo- sostiene Legambiente- che in un momento difficile come questo, in cui l’Italia puo’ e deve giocare la carta della valorizzazione della genuinita’ e della sicurezza alimentare che da sempre la caratterizzano e la distinguono dagli altri paesi, si arrivi ad approvare un emendamento che invece la omologherebbe ai peggiori esempi internazionali per indifferenza e incuria nel settore alimentare”. Bisogna quindi “impedire la legalizzazione della truffa delle finte bevande naturali ai danni dei consumatori”. Per i consumatori dell’Adoc è una decisione “che danneggia consumatori e made in Italy”. Approvare il commercio di aranciate finte, prive di vero succo d’arancia, “e’ gravissimo- dichiara Carlo Pileri, presidente dell’Adoc- perchè i consumatori, soprattutto i piu’ giovani, subiranno un gravissimo danno, sia economico che nutrizionalei. Non solo, permettendo la messa in vendita di tali bibite, si crea un danno di centinaia di milioni di euro ai produttori di arance e al made in Italy. Lamentiamo, ancora una volta, l’assenza di una legge quadro sull’etichettatura e la tracciabilita’, estesa a tutti i prodotti”.
Una vera sollevazione.
Da parte sua Assobibe, l’Associazione che riunisce i produttori di bevande analcoliche,protesta. “Le bevande interessate dalla modifica in discussione in Parlamento sono quelle di fantasia e non le ‘aranciate’, che devono contenere succo di frutta (almeno 12%) e per cui non e’ prevista alcuna modifica”. “Questa norma – sostiene _ e’ volta a eliminare un vincolo del 1961 sui coloranti nelle bibite ‘di fantasia’ che limita la possibilita’ di colorare tali bibite in presenza di succo di agrume a specifiche condizioni. Il medesimo vincolo non esiste se il succo e’ di qualsiasi altro frutto”.
E così in serata deve intervenire il ministero delle Risorse Agricole. “Il ministro Zaia e’ dalla parte degli agrumicoltori, delle arance nazionali e delle aranciate vere”. Cosi’ il ministro afferma la sua “decisa contrarieta’” all’abolizione della norma italiana che garantisce un minimo del 12% di succo d’agrume nelle bibite analcoliche che hanno aroma, sapore e colore di agrumi. “L’agricoltura viene solo oggi a sapere di questo provvedimento, ma sono sicuro - ha detto Zaia - che alla Camera, dove il Ministero dell’Agricoltura portera’ le sue istanze, le aranciate vere saranno salvate”. Ammesso e non concesso che i suoi uffici _ distratti? _ non ne sapessero nulla, ora tocca al ministro esprimere nel merito il parere negativo del governo e rimediare.
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