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Lettera aperta alla politica di aiellese

Aiello Calabro tra precarietà nell’azione di governo municipale ed assenza di democrazia partecipata.

Oggi, più di ieri, tentare di parlare di buon governo e di politica onesta è un’impresa non facile, se non addirittura ardua.

Ciò lo è ovunque, ma è tanto più verosimile in una realtà sociale e territoriale come Aiello Calabro, da anni in preda ad un costante processo di isolamento e marginalizzazione sociale, economica ed urbana. Tale constatazione non è formale, ma sostanziale. Essa si percepisce in modo inequivocabile in ogni istante della vita quotidiana locale, così come nello spirito e stato d’animo della gente, nella inadeguatezza della classe dirigente e di governo del territorio.

Tutto ciò frutto di una ventennale assenza di progettualità politica, di assenza totale di spazi di democrazia partecipata, di anacronistica ed arcaica concezione della politica . Politica assurta a rango non di strumento a servizio della collettività, ma a mezzo necessario a facilitare il carrierismo e la difesa di interessi di parte e di pochi.

Non a caso, il governo della cosa pubblica, per cultura politica propria della classe dirigente locale si è “marchiato” di elementi di autoritarismo e personalismo fine a se stesso, ingessando ed impedendo volutamente il libero dibattito, la partecipazione democratica alle scelte di governo della parte più libera e sana della collettività, i giovani e le donne, così come la parte più dinamica ed avveduta, anche sotto il profilo culturale, della realtà locale.

Sicché, oggi, si sconta la mancanza di un ricambio generazionale, non solo anagrafico, ma anche culturale ed intellettuale, della classe dirigente. Questa ormai non più compatibile con la domanda di ricambio ed esigenze di rinnovamento che viene dalla parte più sana della cittadinanza.

Sembra, finalmente, che la condivisione di una sorta di “status quò” fine a se stesso tra cittadini e gruppo di potere che da anni governa il paese sia al capolinea, perché tale circostanza si è verosimilmente appalesata: come causa di tutti i mali di cui è pervasa la realtà locale.

In verità le elezioni amministrative ultime scorse, hanno circostanziato elementi di rottura con il passato e novità interessanti circa la possibilità di realizzare un radicale cambiamento di cultura politica e di governo del territorio. Vero è che per quanto l’occasione non si è realizzata per pochi voti, lascia tuttavia viva la speranza che ciò possa avvenire da qui alla prossima tornata elettorale.

Il movimento politico di opposizione che si riconosce nel simbolo della “Pigna”, nato con buoni propositi, in quanto baluardo nella difesa dei valori giuridici e civili dei diritti dei cittadini e sensibile all’esigenza di partecipazione democratica, in questi ultimi tempi, purtroppo, sembra aver perso smalto non fosse altro per il fatto di prediligere il confronto tra le “Istituzioni” nelle “Istituzioni “, estraniando la collettività dai processi di democrazia partecipata .

Dimenticando che questo è il problema dei problemi, che ciò è l’errore di fondo delle precedenti giunte comunali, che ciò è l’elemento fondante dell’essere stesso della stessa opposizione .

L’opposizione sbaglia se non comprende che si governa insieme ai cittadini, se non comprende che si fa politica tra la gente ed in piazza, prima ancora che nelle sedi istituzionali come il consiglio comunale.

Al contrario l’attuale opposizione, rischia di omologare il significato della sua presenza politica a quello arcaico della maggioranza. Rischia di fare gli stessi errori di chi ha governato per anni e governa ancora, se non capisce in tempo che oggi la politica passa attraverso il reale coinvolgimento dei cittadini nelle scelte degli indirizzi strategici di governo del territorio, in quanto oggi più di ieri, i cittadini stessi sono stufi di accettare che tutto passi sopra la propria testa, al di fuori di un contesto di reale partecipazione. Se si capisce in tempo tutto questo, forse si ha la speranza di un concreto cambiamento nel modo di concepire e fare politica anche ad Aiello Calabro, altrimenti si rischia che tutto rimanga come ora e, indipendentemente da nomi e partiti; personalismi, pressappochismo, scarso senso etico e morale continuano a “targare” la politica locale, sicché le speranze di cambiamento tarderanno a venire.

Antonio Simone
25/01/2007
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2 commenti.

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2 commenti.
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frate francescano

io vorrei far notare al signor eugenio medaglia che, pur essendo totalmente daccordo sul basso livello del dibattito nel paese, i commenti ci sono. basta essere un po' più attenti e guardare l'altra versione (sintetica) della lettera aperta. una distrazione che anche a me fa un sorridere.


Eugenio Medaglia

Tonino, ho letto con interesse e curiosità il tuo articolo. Ogni tanto visito il sito di Aiello e colgo le scarse novità che ne emergono. Io non so se tu abbia ragione oppure torto nel senso che non so se la responsabilità della pochezza della coscienza politica presso la cittadinanza aiellese dipenda dalla maggioranza o dall'oppasizione. Ma mi sembra certo che il livello di dibattito politico è a livelli minimi per non dire squallidi. Ad Aiello non ci vivo molto e non oso pertanto fare nessuna proposta. Rischierei di essere fuori luogo. Ma il fatto che nessuno, dico nessuno, a cinque giorni di distanza, abbia commentato in alcun modo il tuo articolo, la dice lunga ..... e mi fa sorridere. A ben rivederci. Eugenio Medaglia.

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