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SERRA D'AIELLO - L'Antiquarium archeologico della piccola cittadina di Serra D'Aiello - aperto al pubblico a fine maggio del 2007, e che si è appena arricchito di un altro ambiente espositivo - è tra le realtà culturali più significative e di valore del territorio.
L'inaugurazione della nuova sezione del prezioso quanto curato museo serrese è stata preceduta, lo scorso sabato pomeriggio (25 luglio), dagli interventi dei protagonisti che, ognuno per le proprie competenze, hanno contribuito alla realizzazione dello spazio museale.
Il sindaco Antonio Cuglietta, nel salutare tutti i presenti, ha voluto ringraziare, per questo ulteriore passo avanti, i diversi attori dell'iniziativa: dalla Soprintendenza nella persona di Gregorio Aversa, funzionario di zona, al comune di Amantea ed ai privati sui quali terreni sono state rinvenute le tombe alle quali appartengono i reperti in mostra; da Fabrizio Mollo, oramai etichettato come l'archeologo di Temesa e che prima o poi sarà insignito della cittadinanza onoraria, al professore Francesco Gioacchino La Torre dell'Università di Messina, tra i maggiori conoscitori delle emergenze archeologiche temesiane. In particolar modo, ancora una volta, Cuglietta ha detto più volte grazie ai volontari del gruppo Alybas capitanati da Franco Froio per i loro impegni e sacrifici quotidiani, ai quali ha voluto delegare, come segno simbolico di profonda gratitudine, il taglio del nastro (nella foto).
A seguire, Franco Froio del gruppo Alybas ha tracciato una breve storia dell'associazione e le diverse iniziative in cui i sodali si sono impegnati a partire dal 2003, le campagne di scavi, i ritrovamenti, le tappe che hanno portato all'apertura del museo. Froio ha pure annunciato, per il 22 agosto prossimo, l'inaugurazione del Parco archeologico di Cozzo Piano Grande finanziato qualche anno fa con un Apq per una somma di 500 mila euro.
Via via sono poi intervenuti Gregorio Aversa della Soprintendenza, che ha descritto l'Antiquarium come un "cuore pulsante della ricerca archeologica", augurandosi, nel contempo, che i risultati in futuro saranno sempre così importanti e significativi; e l'archeologo Mollo che ha ricordato il lavoro di restauro dei reperti a cura di Pietro Salmena, e fornito qualche particolare in anteprima sulla mostra.
Infine, a prendere la parola, La Torre, che ha parlato dell'importanza dell'archeologia a Serra e della valorizzazione di Temesa, quale strada per lo sviluppo socio-economico del territorio. Il docente ha anche auspicato una maggiore collaborazione tra le diverse realtà territoriali che fanno riferimento a Temesa, in particolar modo con Nocera Terinese nel cui territorio ricade Pian della Tirena, luogo ricco di altri importanti reperti della città omerica. Per La Torre, c'è ancora molto da indagare, e c'è tanto da fare anche per una piena fruizione dei beni ritrovati. Come nel caso del Santuario di Imbelli (580 a.C. circa), una località sulle alture di Campora, dallo stesso ricercatore studiato e portato alla luce a metà degli anni ‘90, che insiste su un terreno ancora di proprietà di privati e che potrebbe e dovrebbe essere valorizzato nel prossimo futuro, estendendo per esempio il parco archeologico di Cozzo Piano Grande, a poche centinaia di metri da Imbelli, sino ad inglobare anche il luogo di Culto.
Dopo le parole, il taglio del nastro annunciato a cura di Froio e spazio per i tanti visitatori all'ammirazione delle teche. In mostra, l'interessante ricostruzione della tomba n° 9, detta alla cappuccina venuta alla luce nella necropoli di Campora; il bronzetto di Eracle, ritrovato negli scavi di località Chiane, e ancora corredi della necropoli arcaica camporese.
Più che descrivere, però, sarà meglio visitare di persona. Info al n° 320.8462040.
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