![]() |
||||||||||
|
![]() Dopo il mondiale di calcio quello della giustizia![]() Da questo punto di vista, diciamoci la verità, il risultato è stato esaltante ed il traguardo è stato pienamente raggiunto in un modo che, mai come adesso, ha visto insieme sia gli atleti direttamente impegnati che l’intero Paese in uno sforzo davvero ammirevole che ha mescolato sentimenti e valori universali, facendoli diventare un evento straordinario. Ma l’eccezionalità di ciò che è accaduto non sta soltanto nell’aver vinto il campionato del mondo, quanto nel fatto che esso è giunto in un momento in cui proprio sulla galassia pallonara italiana si abbatteva lo scandalo forse più grande mai capitato che, come un cataclisma, rischiava di cancellare ogni cosa, mandando in frantumi un vecchio giocattolo che già ai più sembrava abbondantemente rotto. ![]() Quanto più si voleva ribadire che i giocatori e la nazionale di Marcello Lippi dovevano stare fuori dalle indagini e dalla giustizia sportiva, tanto più si richiedeva con forza una risposta autentica, genuina, di valore sportivo universale, che solo il campo di gioco e i risultati della squadra potevano dare. Una sensazione che si percepiva nettamente e che univa non solo gli sportivi italiani ma l’intero paese, nel richiedere una risposta inequivocabile che potesse restituire dignità, forma e valore al giocattolo calcio giunto pericolosamente vicinissimo alla discarica di rifiuti di una società deviata dai sistemi di interessi e dei poteri economico-politici. E il campo di calcio ha risposto pienamente ed entusiasticamente alle attese. La vittoria di domenica 9 luglio ’06 ha consegnato alla storia il calcio sano, pulito, vero, autentico, che è fatto di sacrifici, fatica, impegno, concentrazione, disponibilità a mettersi al servizio del gruppo con umiltà, pronti a dare il meglio di sé e sempre il massimo, senza capricci o tatticismi. Un risultato straordinario che è stato capito fino in fondo dagli italiani e non solo da essi, che hanno atteso con trepidazione che il rito dei rigori si compisse e il tiro calciato dal quinto calciatore italiano entrasse imparabilmente in porta. Solo allora, finalmente, è scoppiata la festa, incontenibile, spontanea, genuina, coinvolgente. Un’esplosione di gioia nella quale si è espresso anche un enorme senso di liberazione e di fiducia. Terminata dunque, questa formidabile avventura in terra tedesca della nazionale di Lippi e di capitan Cannavaro, adesso gli occhi sono rivolti al risultato dell’altro campionato, anch’esso giunto all’epilogo. Cosa ci si aspetta da questa finalissima? Sicuramente non processi sommari, vendette, sfoghi scomposti per antichi rancori o peggio ancora, colpi di spugna e ventilate amnistie; ciò che lo sport italiano e gli amanti del calcio chiedono è semplicemente che venga fatta giustizia e venga restituita dignità e credibilità ad un mondo che è anche un fenomeno sociale e di costume, capace di coinvolgere milioni di persone. san.pio gio.11/07/2006 |
|
||||||||
AielloCalabro.Net® - Copyright 2004-2005 - all Right reserved
|