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La Paura e lo Spread. Cosa è che fa salire e scendere la fiducia? I freddi diagrammi hanno un'anima?La Paura e lo Spread. Cosa è che fa salire e scendere la fiducia? I freddi diagrammi hanno un'anima? Proviamo a capire alcuni semplici meccanismi di finanza compartamentale.Si sa che la paura è un elemento irrazionale del comportamento umano. Non è possibile capirla ed inquadrarla in schemi logici, ma è possibile controllarla e conoscerla. Il Don Abbondio manzoniano diceva che il coraggio uno non se lo può dare da solo quando si è dominati dalla paura. Almeno gli studi più recenti di pscicologia ci mostrano che se non è possibile dominare la paura è possibile invece sapere dove ci porta. I mercati finaziari sono volatili perchè in gran parte sono dominati dalla paura. Non è vero che gli speculatori dominano la paura, ma sanno dove essa va e dove porta gli uomini. Lì li aaspettano e sono dolori. Ultimamente è tornato a salire lo spread e con il suo ruggito da leone è ritornata la paura. Ormai lo sprad non è più l'indice di sfiducia dei risparmiatori verso i titoli di stato, ma è un indice della paura della gente verso lo stato. Quando i mezzi di informazione cominciano a parlare di debito pubblico alle stelle, di differenziale che sale, di quotazioni dei titoli che scendono, anzi sprofondano, allora il risparmiatore va in panico e tutto quanto succede dopo è un calcolo pscicologico e non finanziario. Quando ero bambino i più grandi mi domandavano." E' nato prima l'uovo o la gallina?". Adesso molti mi domandano:" L'aumento dello spraed provoca la sfiducia oppura è la sfiducia a determinare l'aumento dello spraed?". Ma come è possibile che la sfiducia si impossessi contemporaneamente di milioni di persone in un solo giorno, nello stesso minuto?. I mercati finaziari ci abituano giorno per giorno a questo mistero e l'andamento della volatilità che vediamo sugli schermi dei computer non è solo una fredda liena irregolare, ma riflette un fenomeno sociale e disegna il turbinio di passioni che si agitano dentro l'animo umano. È bello scoprire che anche i numeri hanno un'anima ed assicuro i lettori che capirne l'evoluzione è di incomparabile bellezza. I numeri sono freddi per chi non li capisce e purtroppo la nostra scuola non abitua i giovani alla comprensione di essi. Pertanto appaiono come appare ad un incompetente la pittura surrealista: uno scarabocchio sulla tela. Tutti sanno che i numeri non mentono mai, ma pochi si accorgono che con i numeri si può mentire se chi ascolta non li conosce. Passiamo alle fredde cifre. Qualche settimana fa il Tesoro è andato in asta collocando circa 11 miliardi di euro di Bot trimestrali e annuali ma con rendimenti praticamente raddoppiati rispetto al mese precedente. Ma come è possibile che i Bot italiani siano stati preferiti ai Bund tedeschi? Semplice, è sempre una questione di prezzo. In altre parole, i Bot italiani attirano di più gli investitori perché garantiscono un tasso di interesse più alto rispetto ai buoni tedeschi. Non è un caso che dopo l’asta lo spread sia sceso sotto i 360 punti. Nell’ultimo collocamento, quello dello scorso marzo, l’Italia era riuscita a collocare Buoni annuali al tasso d’interesse lordo dell’1,405%. Un bel successo. Nell’ultima asta, invece, gli investitori hanno comprato ad un tasso lordo del 2,84%, ovvero il doppio. Stessa storia anche per i Bot trimestrali, collocati per 3 miliardi. Nella vendita di marzo erano stati collocati con un rendimento lordo dello 0,492%, nell’ultima seduta sono saliti all’1,249%. Male, invece, l’asta dei Btp triennali. Il Tesoro, infatti, a fronte di una domanda di 4,13 miliardi, ha collocato solo 2,884 miliardi di Btp triennali con un rendimento salito al 3,89%. Il cosiddetto “Bid to cover ratio” che misura il livello di copertura dell’asta stessa, è stato di 1,43 (1,56 nell’offerta precedente). Invece l'asta dei bund tedeschi non è andata secondo le aspettative. I risparmiatori non hanno comprato il debito tedesco perchè i rendimenti erano prossimi allo zero. Cerchiamo di razionalizzare. Da un lato l'aumento di sfiducia spinge la gente a vendere, aumenta lo spread e, quindi, i rendimenti. Di conseguenza la gente compra. È evidente che non sono gli stessi a vendere e a comprare. Altrimenti non sarebbe un problema di irrazionalità ma di stupidità. Proviamo a presentare la cosa con parole più chiare e seguiamo le cose passo dopo passo.
Eugenio Medaglia25/04/2012 21:39:28 |
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