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Film Giovanni SoleSI CHIAMA “Il cavaliere crociato e il vecchio pastore. Dialogo tra lo spirito e la materia”, il nuovo cortometraggio che Giovanni Sole sta girando in questi giorni per conto della cattedra di Antropologia Religiosa e del centro di documentazione e ricerca "Antropologie e Letterature del Mediterraneo" del Dipartimento di Filologia dell'Università della Calabria. Coprodotto con altre amministrazioni pubbliche, è ambientato nel XII secolo in una zona montuosa calabrese (le location sono state individuate nei territori di Grimaldi, AIELLO e Lago), e vede la partecipazione di attori e operatori cinematografici dì chiara fama. Come ci ha anticipato Giovanni Sole che oltre a fare da regista è anche autore del soggetto e della sceneggiatura, «il film è diretto soprattutto agli studenti della nostra regione e verrà proiettato nelle televisioni private e pubbliche e sarà in circolazione in formato Dvd. Parteciperà inoltre ai più importanti festival internazionali del cinema (Berlino, Cannes, Venezia, Toronto) e sarà proiettato in prestigiose rassegne su cinema, filosofia e antropologia». Il cortometraggio – in buona sostanza - «pone a confronto il pensiero di un cavaliere crociato, di matrice chiaramente gnostica – dice Sole -, con il pensiero di un vecchio pastore, in cui si riscontrano elementi epicurei» Due mondi, in definitiva, che non si incontrano. «Se l'interesse del cavaliere è rivolto allo spirito – spiega ancora Sole -, quello del vecchio è rivolto al corpo. Il cavaliere mangia il pane del cielo, il vecchio mangia la cagliata. Il cavaliere cerca di curare la malattia dell'anima, il pastore quella del fisico. Il cavaliere vuole la gioia spirituale e il pastore quella terrena. Il cavaliere vuole conoscere Dio perché della sua stessa essenza, il pastore vuole conoscere la natura perché le sente di appartenere. Il cavaliere cerca l'inizio per scoprire la fine, il pastore ricerca il piacere, principio e scopo della felicità. Il cavaliere è un maestro perfetto della fede, il pastore è un maestro perfetto dell'esistenza. Al di là di una diversa concezione dell'esistenza e della ricerca della verità – conclude -, i due uomini sono uniti dall'amicizia». Giovanni Sole è da diversi anni professore di Antropologia Religiosa e Antropologia Culturale e Visiva dell'Università della Calabria. Da tempo si occupa del rapporto tra cinema e antropologia, scrivendo saggi (Trentacinque millimetri di terra. La Calabria nel cinema etnografico), 1992; La Calabria nel cinema degli anni cinquanta, 1999) e sceneggiature (La partita di pallone, 1991; I patrioti, 1995, Fate e transistori, 1999, L'ultimo fotogramma, 2000). Come regista ha girato inoltre cortometraggi (Spaventapasseri, 1992, La giornata di Youssef, 1998, La lezione, 2000; Il canto dei patrioti, 2001) e lungometraggi (Zughi zughi, 1991, Francisco de Paula, 1993, Fate e transistors, 2003). Bruno Pino24/12/2005 |
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