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Quando la politica ci tocca le tascheL'italiano medio è abituato a parlare di politica o nei salotti, o nei bar o con gli amici ( per fare quattro chiacchiere ) o sprofondato su un divano di casa. Questo è il sintomo di come la politica viene percepita e cioè come una cosa che fanno gli altri ed ognuno è spettatore, magari curioso, interessato, ma sempre spettatore. Si assiste allo spettacolo della politica come ad una partita di calcio sicuramente col tifo, con la rabbia, con le soddisfazioni, con gli sfottò, ma a giocare sono sempre gli altri. C'è di più. Quando questo cittadino medio a volte si trova a giocare, non è lui veramente a giocare. È lui ad essere giocato. Nessuno o quasi si accorge mai di nulla. In questa inconsapevolezza giace la beatitudine dell'italiano medio. Ancora. In media ogni 18 mesi l'italiano vota per qualche motivo, elezioni comunali, provinciali, regionali, politiche, referendum, senza disturbare le assemblee di condominio, i comitati di genitori, le associazioni sportive, culturali e le riunioni di partito. È un brulicare di decisioni e di partecipazione attiva alla vita della città. Si dice che è un “necessario momento democratico”, è la “vita attiva partecipata dal basso” e cose simili. Per carità, guai a toglierci queste cose. In tutte queste occasioni il cittadino sceglie i giocatori e poi dagli spalti si gode la partita. Tutto fila liscio. Sembra più l'inferno dantesco che il paradiso. Ci sono i grandi speculatori di borsa. Costoro possono manovrare, spostare, fare sparire e ricomparire milioni di miliardi di dollari al giorno. Ho detto bene, milioni di miliardi. Ma lo fanno, spesso, senza riunioni collegiali o consultazioni e lo fanno con pochi tasti premuti sul computer, magari mentre fumano un sigaro. Il 1986 sparì il Rublo dalla Russia. I governanti russi non ne sapevano nulla. Stava per sparire la Sterlina dall'Inghilterra, ma la CIA non volle più. Poi c'è altro ancora, ma non ho più spazio per scrivere. Insomma in questa rubrica vorrei parlare di come fa la politica a mettere le mani nelle nostre tasche, perché i soldi sono da una sola parte, nelle tasche del cittadino spettatore.
Eugenio Medaglia 24 maggio 2011. eugeniomedaglia@yahoo.it 25/05/2011 14:06:35 |
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