AIELLO CALABRO – Inizia domani, 29 aprile, slittando di una settimana per la beatificazione di Giovanni Paolo II, il novenario per la solennità del patrono cittadino San Geniale Martire. Dunque, anziché la prima domenica di maggio, questa edizione 2011 si terrà domenica 8. Si rinnova così, come ogni anno, dal 1668, la devozione della Comunità per il Martire che morì nei primi secoli del Cristianesimo, sotto Diocleziano, a testimonianza della fede.
È oramai risaputa, almeno si spera, la storia che lega Geniale, un giovane di circa 14 anni, ad Aiello. La storia agiografico-leggendaria trasmessa da padre in figlio ad Aiello e che Scipione Solimena riporta nel suo volume del 1902 è quella del martirio di sette fratelli davanti alla loro Madre durante una persecuzione. Le sue Reliquie, come descritto nell’Atto notarile, estratte dalle catacombe romane di S. Lorenzo, furono concesse all’Universitas Aiellese nel 1667 per tramite del Cardinale Alderano Cybo, esponente di spicco della famiglia allora feudataria di Aiello. Il 26 luglio di quell’anno, la “capsula quadrata”, contenente le reliquie e la boccia con il sangue del martire, giunse ad Aiello Calabro e fu portata nella Chiesa del Monastero di Santa Chiara. Il 6 maggio del 1668, il Vicario generale di Tropea, Don Orazio D’Amato, inviato dall’allora vescovo titolare monsignor Luigi De Morales Agostiniano Spagnolo, constatato che i sigilli erano intatti, nomina Geniale patrono della cittadina.
«La solenne Festa patronale di San Geniale Martire di Aiello Calabro - scrive Padre Jean Paul Bamba, parroco di S. Maria Maggiore, nell’avviso sacro - ritorna a rallegrare il cuore dei fedeli». «Che San Geniale – aggiunge il sacerdote - aiuti ciascuno di noi a rivivere ogni giorno la celebrazione della memoria, non come ricordo, ma per rendere presente Cristo stesso».
Il programma religioso della festa solenne, che si replica dal 1668, prevede celebrazioni, mattino e pomeriggio, per tutta la durata del novenario iniziato lo scorso 29 aprile e che terminerà sabato 7 con una fiaccolata per le vie del paese. Domenica 8, per il clou della festa, ci saranno le due funzioni mattutine alle 9 e poi alle 11, con la processione del santo Patrono per il borgo antico, accompagnato dalla banda musicale, e salutato dai damaschi calati da finestre e balconi, e dal volo di palloni aerostatici.
Nel pomeriggio, invece, per il secondo anno, alle 18, Messa di Ringraziamento all’aperto in Piazza Santa Maria, e a seguire, patrocinato dal comune, spettacolo del Gruppo Musici e Sbandieratori “Alfieri di Trischine” di Taverna (Cz). E dalle 20, serata di festa con musica e stand gastronomici.
Aggiungiamo una nota della redazione de "Il blog di Aiello Calabro... e dintorni "
Non per polemica... ma, come si dice, "vucca ca un parre è chjamata cucuzza..."
Dobbiamo rilevare che, nonostante da anni andiamo raccontando, magari anche annoiando, storia e leggenda del Patrono Nostro, ancora oggi non tutti le conoscono. E così capita che taluni confondano la festa votiva che è il 5 febbraio, nata per ringraziare il Santo per aver preservato il paese dal terremoto del 1783, con quella canonica della prima domenica di maggio che si perpetua dal 1668 (il 26 luglio del 1667, invece, arrivarono le Reliquie ad Aiello).
Capita, da anni, decenni forse, che l'offerta del cereo votivo, anziché a febbraio venga donato a maggio... capita pure che una emittente televisiva, in passato, abbia riportato l'inizio delle festa agli anni '50 (chissà dove l'avrà letta la notizia...); o capita pure che si definisca la festa di maggio come un ringraziamento della comunità al Martire per aver mitigato gli effetti del terremoto del 1905, che però è avvenuto a settembre...; o che la festa di maggio negli ultimi anni sia diventata sempre meno importante, salvo però ritornare agli antichi splendori negli ultimi due... vero è, invece, che è la festa ex voto di febbraio a svolgersi sempre più in sordina.
Potremmo proseguire, ma continuando faremmo delle polemiche sterili ed inutili se, per esempio, ponessimo alla vostra attenzione, cari navilettori, la necessità, invece di fare altro (...), di restaurare la malridotta base processionale settecentesca su cui viene portato in processione il Patrono; oppure di restaurare gli Angeli che erano posti ai lati di San Geniale nella cappella a lui dedicata ed ora anch'essi, bisognevoli di cure... Ed è bene, dunque, non proseguire, e non fare polemiche. Ché tanto, oltreché inutili, sarebbero anche inascoltate.
Buon San Geniale a tutti!