AIELLO CALABRO – Si temeva per la pioggia, ma alla fine la serata di teatro c’è stata ed è piaciuta molto. La piazza aiellese, stipata da un pubblico da grandi occasioni, ha gradito e dispensato, in un’ora e mezza di spettacolo, molti applausi a scena aperta ai bravi attori (e soprattutto a Lello Arena) che hanno portato in scena “Il Persiano” di Plauto, la commedia, tradotta, adattata e diretta da Giovanni Anfuso - da circa due mesi in giro per le ribalte calabresi.
La storia de “Il Persiano” è quella di Tossilo, un giovane innamorato che vuole riscattare la sua amata (Lemniselenide) dalle grinfie del ruffiano Dordalo, facendo travestire la figlia di un parassita (Saturione) e fingendo di venderla allo stesso Dordalo, che cade nel tranello. La somma che ne ricava (600 dracme) gli servirà a cancellare il debito iniziale. Nell’epilogo, Saturione trascinerà in tribunale Dordalo, reo di aver comprato una ragazza libera, e tutto si conclude con una grande festa, durante la quale Dordalo –magnificamente interpretato da Lello Arena - viene beffato per la sua insipienza. Personaggi ed interpreti, in ordine di apparizione: Giancarlo Ratti (Tossilo); Carlo Vitale (Sagaristione); Mimmo Chianese (Saturione); Simonetta Goezi (Sofoclidisca); Alessandra Raichi (Lemniselenide); Sante Paolacci (Pegnio); Flaminia Fegarotti (Virgo) e Lello Arena appunto, nelle vesti di Dordalo.
La commedia messa in scena martedì scorso ad Aiello Calabro - l’antica cittadina in cui si conservano i resti di “…una delle prime fortezze del regno” - faceva parte di Castellaria. Che, com’è noto, è la rassegna di spettacoli e cultura nei castelli di Calabria di cui è direttore artistico Antonio Panzarella, direttamente sponsorizzata dalla Giunta e dall’Assessorato al Turismo della Regione Calabria, che si pongono l’obiettivo di arricchire l’offerta turistico-culturale calabrese e «accendere riflettori e attenzioni nuove su antiche pietre della Calabria».
0 commenti.
Per inserire un commento è necessario accedere al sito.