Il 5 per mille, che ricordiamo permette al contribuente di destinare quota percentuale dell’imposta dovuta sulle persone fisiche (Irpef) ad enti senza scopo di lucro, inizialmente escluso per pura “dimenticanza” dalla finanziaria 2007 è stato invece reintrodotto in extremis all’art. 16 con il maxiemendamento approvato della Camera dei Deputati il 19 novembre 2006 con alcune novità.
Quest’anno, infatti, si è inteso limitare in primo luogo il numero dei soggetti beneficiari, introducendo vincoli non solo settoriali (tenendo come punto di riferimento l’art. 10 del D. Lgs 460/97 che mette in evidenza i settori di attività delle ONLUS), ma rispettando anche i criteri di “prevalenza o esclusività” che porteranno sicuramente all’esclusione di tutti quegli enti che pur se qualificabili giuridicamente come associazioni o fondazioni riconosciute sono però fiscalmente enti commerciali in ragione della dominante presenza di attività economicamente rilevanti.
Tra gli esclusi vi sono primi tra tutti i Comuni i quali, di certo, svolgono un ruolo assolutamente fondamentale, ma che traggono sostegno da trasferimenti diretti dello Stato. Per cui le critiche mosse lo scorso anno hanno portato ad escluderli dal 5 per mille, per destinarlo soprattutto agli enti non profit che, se pur meno conosciuti, intervengono quotidianamente sul territorio nazionale per soddisfare una serie variegata di bisogni non totalmente coperti dall’ente pubblico e che hanno difficoltà a reperire in altri modi risorse economiche per il sostegno delle loro attività.
Esclusi sono anche enti come le fondazioni dei dottori commercialisti o associazione dei ragionieri commercialisti che in realtà operano non come soggetti sociali, ma più che altro per la tutela di diritti di categoria.
Rimarranno però nell’elenco dei destinatari enti non profit operanti in ambito sociale come i circoli sportivi di tennis o di golf, in quanto tali enti, nonostante siano spesso di dubbia valenza sociale, sono solitamente affiliati a enti di promozione sportiva per cui si avvalgono della normativa delle associazioni di promozione sociale.
Verranno attivate, inoltre, una serie di procedure volte a crescere la trasparenza nella destinazione delle risorse. Infatti, verrà emanato uno specifico decreto dal Presidente del Consiglio che si attiverà una specifica procedura a carico dei beneficiari che prevede la rendicontazione delle risorse loro destinate dai contribuenti e la possibilità da parte dell’amministrazione finanziaria di controllare il reale utilizzo delle somme per finalità sociali o di ricerca scientifica e sanitaria, a garanzia delle persone fisiche che volontariamente decidono di devolvere una quota percentuale dell’Irpef ad Enti morali.
Fonte: “TERZO SETTORE” de IL SOLE 24ORE