AMANTEA – L’intossicazione da metalli pesanti, e le possibili diagnosi e cure, sono state le tematiche sulle quali si sono confrontati gli esperti che hanno preso parte all’incontro sulla salute tenutosi ad Amantea.
I metalli pesanti, dunque, minano in maniera significativa la nostra salute. E allora come possiamo difenderci? Come possiamo limitare i danni? Il dottor Vincenzo Mazzuca Mari, gastroenterologo e specialista di terapia chelante, lo ha spiegato bene ai cittadini che hanno seguito il convegno nella Sala Consiliare del comune, organizzato per dare risposte alla situazione di allarme ambientale del circondario di Amantea, e nella fattispecie del fiume Olivo. Proprio nel letto del corso d’acqua e nei terreni limitrofi, come si ricorderà, le analisi e i carotaggi fatti effettuare dalla Procura di Paola, ed eseguiti da Arpacal ed Ispra, avevano evidenziato una situazione di diffuso inquinamento del sottosuolo, soprattutto da metalli pesanti, cd xenobiotici (arsenico, cadmio, cromo, mercurio e piombo, tra i più pericolosi), responsabili come concause di gravi malattie, anche oncologiche.
Il convegno, moderato da Miriam Coccari, in apertura ha registrato la partecipazione del vice sindaco Michele Vadacchino, che come padrone di casa ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa di interesse collettivo, e la necessità di una adeguata analisi dei rischi in relazione all’insorgenza di malattie; e quella di Davide Gravina, nelle vesti di commissario straordinario del Consorzio di bonifica Valle Lao.
A seguire, i contributi della dott.ssa Beatrice Russo, chimico e ricercatore Unical; e del prof. Carmine Fallico, dell’Unical, il quale ha posto l’accento sul ruolo e sugli effetti dei metalli pesanti nell’ambiente, sulle concentrazioni delle soglie di contaminazione e di rischio sanitario-ambientale. Il docente ha riferito inoltre sulle tipologie delle bonifiche, in base alla normativa vigente in tema ambientale, la legge 152 del 2006.
A concludere, come detto, Mazzuca Mari, Responsabile medico dello Health Center di Cosenza. Il medico ha parlato di diagnosi, in particolare del test del mineralogramma, eseguito su una ciocca di capelli dai quali si ricavano dati utili per l’analisi precoce di disturbi fisici e mentali. Una metodica praticata da decenni negli Stati Uniti, riconosciuta dal Dipartimento scientifico dell’Ambiente come una valida procedura clinica di screening. Mazzuca Mari si è soffermato pure sulle terapie di disintossicazione (l’’organismo da solo non n’è capace), che favoriscono l’eliminazione, con le urine e le feci, dei veleni accumulatisi nell’organismo.
Tra gli interventi del pubblico, segnaliamo quello di Franco Falsetti, esponente del WWF, che ha rilanciato la proposta che da tempo gli ambientalisti calabresi rivendicano, dello screening generale, mediante il test del mineralogramma, sulla popolazione locale.