Rubrica: I nostri soldi. Di E. Medaglia
TEMPO DI LEGGERE! - Dopo anni di preparativi è nata finalmente Milano Book Fair già pronta per l'edizione del 2013. Book Fair Milano è la prima grande iniziativa editoriale in Milano che diventa così la capitale internazionale della cultura capace di promuovere editori, artisti e letteratura italiani anche all'estero. Ci sono iniziative per tutti i gusti. Book Fair Milano presenta le prime grandi iniziative editoriali dedicate alla scuola e questo per avvicinare il mondo scolastico alla lettura e all'approfondimento. Ci sono percorsi educativi e didattici con laboratori di ogni genere sia scientifici sia letterari. Book Fair Milano promuove gli incontri con i Musei più famosi d'Italia. Book Fair Milano offre ampio spazio alle librerie e le incoraggia a partecipare con la loro preziosa presenza per allacciare un dialogo commerciale con un numero straordinario di espositori sia nazionali sia internazionali così come promuove la specializzazione delle Biblioteche oggi centri ricchi di storia della cultura italiana.
Pochi fanno attenzione al fatto che la parola libro deriva dal latino liber che significa libero. Abbiamo ormai perso l’antica abitudine di legare il libro alla libertà. Nel Medioevo le arti liberali, quelle praticate dagli uomini liberi, erano soprattutto la grammatica e la letteratura. Il libro non solo ha bisogno di libertà per essere capito ed apprezzato, ma essenzialmente ci libera dalle incrostazioni dell’ignoranza. Non ci si deve mai stancare ad evidenziare la differenza tra guardare la televisione e leggere un libro. Il guardare occupa la mente ed è un’operazione passiva. Si ricevono immagini e parole passivamente. In più la velocità con cui le immagini vengono ricevute inibisce le capacità critiche e la forza di riflessione. La mente, alla lunga si impoverisce. La lettura invece è un’attività. Il lettore stabilisce il contenuto, i tempi, la velocità e le modalità. L’elenco degli altri benefici li lascio immaginare. Ma soprattutto la lettura nel liberare la mente ci libera, ossia ci apre alla libertà. È l’azione più democratica che si possa immaginare. Lo sapevano bene gli schiavisti d’America. Lo schiavo sorpreso ad imparare a leggere veniva punito con la morte insieme al suo insegnante. La schiavitù viene facilitata dall’ignoranza, madre della stupidità. Le classi dominanti hanno sempre osteggiato la cultura dei subalterni. Gli esempi sono tantissimi. In Italia, nei primi anni del XX secolo quando Giovanni Giolitti propose di allargare la base dell’istruzione scolastica, trovò forte opposizione nei ricchi latifondisti siciliani perché sostenevano che acculturare i lavoratori equivaleva a produrre ribellione e disordini sociali. La cultura doveva essere un privilegio dei ricchi altrimenti si rischiava l’anarchia. Non avevano tutti i torti. All’ignorante gli si può fare credere qualsiasi cosa: che la guerra è giusta, che morire è un onore, che i sacrifici sono necessari, che protestare è un delitto e l’elenco potrebbe allungarsi all’infinito. I populisti, gli imbonitori e gli incantatori trovano sempre masse di seguaci ignoranti che non mancano mai. In molti paesi islamici, dove le donne sono particolarmente oppresse da una cultura ( o ignoranza? ) maschilista, a queste è vietato andare a scuola e l’ignoranza le rende docili e felici. Orrore? Molte si dichiarano felici del loro analfabetismo.
Io che su queste colonne ho sempre parlato di finanza e del vile denaro, come mai ora ho cambiato tono? L’ignoranza ha un costo in termini umani ed economici. Secondo una stima dell’OCSE produce più morti l’ignoranza che la povertà. Sembra strano ma l’ignoranza è una malattia mortale. La possiamo conteggiare anche in termini di prodotto interno lordo. L’ignoranza vale circa cinque punti di PIL prodotto in meno. Gli Stati Uniti sono diventati la prima potenza mondiale anche perché, nella prima metà del novecento attirarono sul loro territorio i migliori e più grandi cervelli europei, espulsi a frotte dall’ignoranza fascista e nazista.. Si riconosce ormai da più parti che la ripresa economica passa anche da una forte valorizzazione della scuola.
Come è messa l’Italia in fatto di ignoranza? Se si dovesse calcolare il grado di progresso di una stato non in base alle merci vendute ma in base al numero di giornali venduti, il nostro Paese non sarebbe la settima potenza, ma neanche la ventesima. In rapporto al numero degli abitanti le copie di giornali venduti ci fanno scivolare molto dopo la Russia, dopo la Polonia e siamo in buona compagnia accanto alla Tunisia. Non voglio dire, per decoro, cosa ci succede se stiliamo la classifica dei libri venduti e letti. Scivoliamo intorno al cinquantesimo posto dopo l’India, la Corea del Sud e dopo molti paesi in via di sviluppo. Riguardo alla cultura scientifica l’Italia ha veramente poco da stare allegra. Nelle gareinternazionali di matematica i nostri studenti stanno bene tra gli ultimi e quando si parla di matematica o fisica il nostro studente medio sgrana gli occhi e si tiene felice alla larga.
Sotto l’albero di Natale facciamo trovare un libro in più ed un cellulare in meno.
Eugenio Medaglia 06 dicembre 2012 - eugeniomedaglia@yahoo.it