A qualche giorno di distanza dalla seduta di Consiglio che ha approvato a maggioranza, e con voto contrario dell’opposizione, il rendiconto 2010 e la salvaguardia degli equilibri di bilancio, Giocondo Muto, consigliere di minoranza e già sindaco di Lago, ritorna sullo stato delle casse comunali. «Ci chiediamo come si possa continuare a dichiarare che il disavanzo verrà ripianato tramite la vendita dei soliti cespiti patrimoniali (4 box commerciali e un edificio scolastico, ndc) che sono messi all’asta da anni senza mai l’ombra di un compratore».
«Sono ormai 5 anni – spiega Muto – che si cerca di venderli come strumento di ripiano del disavanzo e di salvaguardia degli equilibri complessivi di bilancio, e questa pratica non è tecnicamente e legalmente possibile». Per l’opposizione, insomma, ci sarebbero «gravi condizioni di irregolarità nel ripiano del disavanzo e nelle operazioni di riequilibrio». In più, il perdurare da oltre un triennio del deficit rappresenta «un gravissimo indice di precarietà finanziaria e di sostanziale insolvenza verso i creditori e che ciò autorizzi la Corte dei Conti e la Prefettura ad avviare le procedure per il dissesto finanziario».
Le criticità del bilancio comunale elencate in una nota della minoranza sono diverse: dalla mancata predisposizione nei termini dello schema di rendiconto, al costante ricorso all’anticipazione di cassa; all’inefficienza nell’attività di recupero dell’evasione, ecc. Criticità di carattere tecnico e organizzativo, la cui risoluzione indicata dalla minoranza «consiste in un’ottimizzazione delle risorse tributarie, fiscali e patrimoniali dell’Ente ed in una seria razionalizzazione nell’impiego del personale, sul cui utilizzo e sulla cui produttività c’è sicuramente moltissimo da migliorare».
Infine, l’invito di Muto e del gruppo consiliare di minoranza all’Amministrazione guidata dal sindaco Cupelli a prendere le giuste contromisure. «Per evitare il dissesto finanziario che, in questo grave periodo di crisi generale, peserebbe oltre ogni misura sui nostri concittadini che sarebbero gli unici chiamati a pagarlo».
Da Il Quotidiano della Calabria 14.10.2011 (b.p.)