Era in corso la solita e noiosa riunione sull'andamento dei mercati finanziari quando ad un tratto uno dei presenti interrompe il relatore di turno e chiede: " Ma chi è questo Juergen Stark? ". Molti, con tono manzoniano, si chiedevano: chi è costui?. Se in pochi secondi le borse di tutto il pianeta sono sprofondate nel panico e se il G7 ha interrotto la riunione per valutare la portata delle dimissioni di questo personaggio dal Direttivo della Banca Centrale Europea, dissi, possiamo interrompere anche la nostra per capire meglio. I giornali si sono limitati a dire che era il capo degli economisti della BCE e che le sue dimissioni sono state generate dalla situazione italiana e dal fatto che la BCE non deve più comprare titoli di stato italiani. Ce n'è già abbastanza per stare poco tranquilli. Ma procediamo con ordine. Nei primi anni novanta quando si parlava della unificazione tedesca Stark non era d'accordo nell'assegnare il rapporto di 1 ad 1 al cambio della moneta della Germania dell'est con l'allora marco tedesco. Per la Germania sarebbe stato un vero salasso e così fu. Ma la storia non teme i salassi e la purga fu salutare. La Germania divenne la prima potenza europea. Nel dicembre del 1997 ad una riunione dell' ECOFIN, in Lussembrugo, fu portato a Stark un sondaggio, fatto tra i tedeschi, da cui emergeva che l'Italia avrebbe dovuto fare parte del gruppo dei paesi che avrebbere adottato l'euro. Stark si fece una grande risata e disse: " Questa è roba degna delle pizzerie di Francoforte ". Comunque dopo pochi anni ci fu l'euro e ci fu anche l'Italia. Ma torniamo ad oggi. Si sa che se la BCE non comprasse i nostri titoli di stato sarebbero in forse gli stipendi e le pensioni del pubblico impiego con conseguenze che non oso immaginare. Tradotto in soldoni il suo pensiero quale è?.
Innanzi tutto, da buon luterano, crede che la volontà di Dio sia quella che chi sbaglia deve pagare. In secondo luogo sostiene che la BCE deve essere un organismo completamente autonomo e non deve entrare negli affari interni di nessuno stato. Su questo punto, però, non dobbiamo dimenticare i numerosi interventi, negli anni precedenti, che la BCE ha messo in atto per salvare la Germania dall'aumento dell'inflazione. Sull'Italia di oggi Stark ragione più o meno come segue.
La BCE non è una zecca che stampa soldi. Come tutte le banche ha i soldi che i vari stati le conferiscono. La sua missione principale è quella di calmierare gli squilibri finanziari e tenere sotto controllo l'inflazione con la manovra sul costo del denaro. Se compra titoli cosiddetti tossici come quelli greci, spagnoli ed italiani, dove prenderà le risorse per intervenire sul mercato dei cambi, nel caso l'euro fosse sotto pressione?. Infine se la BCE compra titoli del debito pubblico non risolve, in questo modo , la nostra situazione debitoria. Il debito, così, non si estingue, ma si diluisce nel tempo con conseguenze alla fine più pesanti. L'unico modo per ripagare i debiti è quello di lavorare, produrre di più e spendere di meno. Secondo Stark gli italiani non vogliono sentire questa campana e prendono in giro l'Europa con manovre lente ed inefficaci. Per questo si è rotto le scatole, ha sbattuto la porta e si è ritirato a vita privata, anche perchè era in netta minoranza ( 1 contro 5 ).
Si sa che i tedeschi ci amano ma non ci stimano. Noi, invece, anche se ci amiamo e non ci autostimiamo, in più dobbiamo avere il coraggio di credere nell'uscita dal tunnel ed il dovere della speranza.
Eugenio Medaglia.
11 settembre 2011.
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