La più antica istituzione sociale è il mercato. Prima che l'uomo inventasse la scrittura o che imparasse a contare aveva già creato il meracto. Anzi, il mercato fa sì che l'uomo sia quello che è a differenza di qualsiasi altro animale. Alcuni pensano che il mercato sia la nostra anima. Nella sua semplicità è disarmante. È il luogo dove si scambiano le merci, dove si vende e si compra, dove le merci acquistano un prezzo. La merce, che è una cosa tipicamente materiale, acquista l'impronta umana del prezzo. L'uomo è l'unico animale che riesce a dare un prezzo al mondo. Senza cadere nel bisticcio di parole possiamo dire che l'uomo è l'unico essere che ap-prezza il mondo. Ma dai primordi della storia questo mercato entra periodicamente in crisi per vari motivi, ma non muore. La situazione di crisi e di sofferenza che si genera è gravida di conseguenze e genera ciò che chiamiamo futuro. Quando assistiamo al divincolarsi e contorcersi di una situazione critica in realtà stiamo assistendo alle doglie del parto. La madre sa che partorirà, ma non conosce il destino del figlio che sarà. Dal 2008 stiamo assistendo a questo travaglio e ci stiamo avvicinando all'epilogo finale. Tre anni fa la crisi nasceva come crisi del sistema finanziario e bancario. Ripercorriamone brevemente i motivi salienti. La potenza americana per risollevare le casse sconquassate dalla guerra in Iraq decise di puntare sullo sviluppo dell'edilizia. Si trattava di trovare denaro per finanziare una massiccia costruzione di case e permettere alla classe medio bassa americana di diventare proprietaria di un immobile. Con l'aiuto ( o pressione? ) della CIA quasi tutte le grandi banche europee comprarono le obbligazioni emesse dalle banche americane per finanziare i cosiddetti mutui sub prime ( mutui concessi a clientela di non primaria importanza ). ma forse furono costruite più case di quanto il mercato ne potesse assorbire col risultato che il prezzo di queste crollò. La gente si trovò a pagare un mutuo più alto del valore della casa acquistata. Decise di non pagare il mutuo. Le banche non riuscirono a rivendere le case che persero oltre il 40% del loro valore e quindi non potettero rispettare gli impegni obbligazionari. Fu la debacle. Ancora oggi im molte città americane la rata del mutuo è molto più bassa del fitto di casa. Ma la gente non compra. I prezzi continuano a scendere, ma nessuno compra. I motivi sono svariati ed è lungo analizzarli. Diciamo che non compra. Anche oggi la crisi ha i contorni molto chiari. È generata dalla politica. La gente non crede che i propri rappresentanti siano in grado di dare direttive serie e di avere il coraggio delle scelte. In questa situazione la speculazione ha un gioco molto facilitato. Ma la politica ci mette il suo per facilitarlo. Le decisioni che possono servire vengono prese all'ultimo minuto e se ne presenta sempre un'altra da prendere dopo. È difficile credere che non ci sia anche un gioco delle parti. Passato l'incubo delle agenzie di rating di inizio estate, si fanno avanti le grandi banche di affari di fine estate. Morgan Stanley e Jp Morgan agitano lo spauracchio della recessione, i mercati scivolano giù così tanto che sembrano sul punto di morire ed è lampante che si tratta di una crisi di fiducia, indotta dalla speculazione e favorita dalla politica. La massa è sempre lì col panico nella pancia. Un dato valga su tutto. In pochi mesi il valore di Unicredito ( prima banca italiana ) è calato di circa il 50%, ma alla trimestrale di fine giugno i profitti risultavano triplicati. Insomma ci troviamo di fronte ad una merce che vale la metà ma rende il triplo. Quando saltano i parametri della razionalità si tratta di una crisi di fiducia, difficile da governare e gravida di tante conseguenze. Ma non è vero che è l'inizio della fine. Si aprono piuttosto delle opportunità. I prezzi di molte Società, capaci di generare profitti veri, sono a livello di saldi stracciati. Ma ai tempi del Grande Fratello la realtà che conta ( che fa prezzo ) è quella virtuale. Ecco che affiora la sfiducia. Ognuno sceglie ciò in cui crede sia vero a dispetto di ciò che è vero o no. Negli ambienti della finanza circola spesso un concetto che suona metaforicamente più o meno così: Grande è il disordine sotto il cielo. La situazione è eccellente. Quando il sangue inonda le strade bisogna correre al mercato a comprare.
Eugenio Medaglia. 20 agosto 2011.
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