Vi riproniamo un articolo riguardante la riunione a Crotone lo scorso 30 ottobre della Rete in Difesa del Territorio "Franco Nisticò" nata dopo la manifestazione di Amantea del 24 ottobre 2009 per unire tutte le realtà ambientaliste calabresi. Siamo stati a Crotone con il Comitato De Grazia. A destra nell'articolo trovate il link per la fotogallery.
D. A.
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Sestito: «Chiediamo alle istituzioni di vigilare sulla bonifica». Poca affluenza dei crotonesi
Numerose delegazioni delle province calabresi per il sit-in alla Pertusola
di ENRICA TANCIONI da Il Quotidiano della Calabria del 31/10/2010 pag. 40
SONO ARRIVATI da ogni parte della regione. Per “gridare” il proprio dissenso e chiedere giustizia. Per il territorio calabrese, per l’ambiente e la salute della popolazione. E hanno chiesto l’impegno delle istituzioni e dei sindacati per vigilare sull’affaire milionario della bonifica. E accelerare i tempi per la messa in sicurezza dell’ex area industriale. Sono le associazioni, i movimenti, i comitati, i singoli cittadini che compongono la rete per la difesa del territorio intitolata a Franco Nisticò.
La rete che, nata il 24 ottobre 2009 ad Amantea in occasione della manifestazione [...], si è costituita per fare luce sulle gravi emergenze ambientali del territorio regionale. Tante le delegazioni che ieri mattina si sono riunite davanti i cancelli dello stabilimento chimico Sasol, tanti cosentini, reggini, catanzaresi, e lametini. Tra questi i “Briganti” della provincia di Reggio Calabria, il comitato “Natale De Grazia”, il comitato per l’acqua pubblica, la Cgil di Crotone. Pochi cittadini crotonesi. Quasi a voler dimostrare che lo spettro industriale, che accompagna de decenni la storia di Crotone, abbia permeato gli animi e le coscienze. Davanti i cancelli della Sasol non c’era la città. Non c’erano gli abitanti indignati per la situazione del territorio e preoccuparti per la salute. Tema caro a Laura Corradi docente di salute e ambiente all’Unical che si è soffermata «sull’aumento di casi di cancro al pancreas e leucemie nella provincia di Crotone». Ma c’erano le associazioni della provincia. Quelle stesse associazioni che un anno fa sono scese in piazza per rivendicare il diritto alla salute. «Rispetto al 2009 poco ècambiato - ha dettoFilippo Sestito dell’Arci come rete abbiamo lavorato in sordina per fare in modo che il fuoco acceso con la manifestazione dello scorso anno nonsi spegnessero». E ieri mattina hanno presidiato l’area industriale, «abbiamo organizzato un sitin di protesta - ha continuato Sestito in un luogo simbolico della città. E abbiamo deciso di organizzare questa manifestazione proprio a Crotone per lanciare un messaggio. Vogliamo ripartire da qui, da una terra malata per rilanciare il territorio. Con la bonifica per lo sviluppo della provincia». E la vertenza Crotone si è unita con le altre vertenze. Regionali. Con i casi delle navi a perdere, della contaminazione del fiume Oliva, della battaglia per l’acqua pubblica. Con le richieste del comitato nato per contrastare la riconversione della centrale a carbone di Rossano, oppure dei tanti cittadini che da tempo si oppongono per l’ampliamento della discarica di Castrolibero.
Battaglie, quelle dei rifiuti, che le associazioni crotonesi combattono da tempo. Perchè nella provincia pitagorica esistono«numerose discariche. Basti pensare che in località Columbra esistono ben quattro discariche, due di Rsu, di cui una esaurita e due di rifiuti speciali, delle quali una è esaurita», ha detto Sestito. Senza contare l’impianto di selezione di Rsu della Veolia sito in località Ponticelli, la discarica di Farina esaurita e ancora non bonificata. E ancora la discarica del nucleo industriale, l’impianto di incenerimento di rifiuti ospedalieri e due discariche di seconda categoria. Tutte all’interno dell’ex area industriale.
Ma una buona notizia c’è. Almeno per Sestito: «Il commissariamento è passato in mano alla politica. Il Commissario è il governatore e il suo vice è l’assessore all’ambiente Pugliano. La politica adesso non può additare altri responsabili, deve risolvere il problema». E chiedono maggiore attenzione per la bonifica. Perchè «il danno stimato è di due miliardi e mezzo di euro», ha concluso Sestito. Se Peppe Marra ha fatto un inciso sulla grave situazione in cui versa il fiume Oliva, Giovanni Di Leo del coordinamento acqua pubblica ha posto l’accento sulle battaglie portate avanti per l’acqua pubblica. Mentre Cecè Pacenza ha messo in evidenza la questione rifiuti di Pianopoli: «Abbiamo chiesto al sindaco un consiglio comunale aperto e un’ordinanza che proibisca il passaggio dei camion per conferire i rifiuti in discarica e un’adunenza pubblica con tutti i sindaci del lametino». Senza tuttavia dimenticare la condizione di Crotone che per Francesco Perri dell’Arci è «una bomba a cielo aperto».