I Balcani la porta d'ingresso in Europa. Il contagio viaggia da est a ovest sulle rotte migratorie assieme agli animali selvatici
Influenza polli, l'allarme della Fao
"In Italia la prossima primavera"
Dal 2003 ha ucciso oltre 60 persone in Asia. E 140 milioni di volatili morti
Appello all'Ue: "Più investimenti nella sorveglianza e nella prevenzione"
ROMA - Le migrazioni degli uccelli acquatici aumentano il rischio di contagio dell'influenza aviaria. Il sospetto c'era da tempo e ora la conferma arriva dalla Fao: il virus dei polli viaggia da est ad ovest sulle rotte migratorie assieme agli animali selvatici. E a primavera potrebbe addiruttura arrivare in Italia.
Secondo la Fao è probabile che il ceppo mortale dell' influenza arrivi in Medio oriente, in Europa, nel sud dell'Asia ed in Africa, a causa degli uccelli migratori acquatici. E per l'Italia il rischio maggiore sarà la prossima primavera, "quando si incroceranno nelle zone umide, tra Francia e arco alpino, le rotte delle migrazione del mar Nero insieme ai volatili provenienti dall'Asia centrale" ha detto Samuel Jutzi, del dipartimento prevenzione e salute animale . "Non essendo state intraprese tutte le misure di prevenzione richieste il virus - ha spiegato Jutzi - si è diffuso e si diffonderà a breve nell'Europa occidentale.
Ed è la situazione dei paesi poveri del sud-est dell'Europa a preoccupare particolarmente la Fao. Non ci sarebbero le condizioni per fronteggiare eventuali emergenze e questa incapacità di gestione diventerebbe una cassa di risonanza per il virus. "Il timore - ha spiegato oggi Joseph Domenech, capo del servizio veterinario della Fao - è che questi paesi non abbiano le risorse per individuare il virus e fronteggiare l'esplosione di un'epidemia aviaria".
Ma ci sono anche molte altre rotte che gli uccelli migratori percorrono e che sono nel mirino dell'Organizzazione. L'Azerbaigian, l'Iran, l'Iraq, la Georgia, lUcraina e alcuni paesi mediterranei: tutte aree dove si potrebbero sviluppare focolai epidemici E pure India e Bangladesh, che al momento sembrano immuni dall'infezione, sono da considerare a rischio.
Dal 2003 a oggi l'influenza aviaria ha ucciso oltre 60 persone in asia e più di 140 milioni di volatili sono morti o sono stati abbattuti nel tentativo di contenere i focolai epidemici. E sottolinea Domenech "Fintanto che il virus h5n1 continuerà a circolare tra i polli, gli esseri umani saranno a rischio". Perciò la Fao lancia un appello all'Unione Europea, all'Ocse, alla
Banca mondiale e agli istituti regionali d'investimento a stanziare maggiori fondi einvestire di più nella sorveglianza e nella prevenzione contro la possibile diffusione del virus. "Prevenire il virus negli animali è il modo migliore per prevenire la pandemia" ha ribadito Domenech.